Emily Dickinson: differenze tra le versioni

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*Cara Sorella, Dopo che sei partita, un vento leggero gorgheggiava per casa come un uccello che spaziava, facendola sembrare su una cima, ma solitaria. Quando te ne sei andata è arrivato l'affetto. L'avevo previsto. La cena del cuore è quando l'ospite se n'è andato. (a Mrs. J. G. Holland, inizio maggio 1866, 318<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Una [[susina|prugna]] in comune non è una prugna. Ero troppo educata per prendere la polpa e il nocciolo non mi piace. Non mandare lettere collettive. L'anima deve avvicinarsi da sola alla Morte, così, deve fare con la vita, se è un'anima. Se è un comitato – non vale. (a Mrs. J. G. Holland, fine novembre 1866?, 321<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*UnaIl [[Lettera]] micaso è sempre parsaavverso comealle l'immortalitàpersone care, perchéquando ènon lasiamo mentecon da solaloro, senzamentre compagnogli corporeoartigli più potenti non possono oltraggiarli se noi siamo vicini. (a TMrs. WJ. HigginsonG. Holland, giugnofine novembre 18691866?, 330321<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Una [[Lettera]] mi è sempre parsa come l'immortalità, perché è la mente da sola, senza compagno corporeo. Obbligati nella conversazione all'atteggiamento e all'intonazione, sembra che ci sia un potere spettrale nel pensiero che cammina da solo – vorrei ringraziarla per la sua grande gentilezza ma non cerco mai di sollevare le parole che non riesco a reggere. (a T. W. Higginson, giugno 1869, 330<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*{{Ancora|Se leggo|Se leggo un libro che mi gela tutto il corpo tanto che nessun fuoco potrebbe mai scaldarmi so che ''quella'' è [[poesia]]. Se avverto concretamente come se il culmine della testa mi fosse strappato via, so che ''quella'' è poesia. Sono questi i soli modi che conosco. Non ce ne sono altri.}} (citato in un resoconto che Higginson fece alla moglie della sua prima visita ad Amherst, in una lettera scritta subito dopo, 342a<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0331-0360.html Le lettere 331-360]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Finché[...] restaPer un [[William Shakespeareemigrazione|ShakespeareEmigrante]], lail LetteraturaPaese è saldairrilevante salvo che non sia il suo. (a T. W. Higginson, novembregiugno 18711869, 368330<ref group="fonte" name=bCCCLX>In ''[http:bCCC//www.emilydickinson.it/l0361-0390.html Le lettere 361-390]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*So che non c'è sofferenza pari a quella per coloro che amiamo, né gioia pari a quella che essi lasciano ben serrata dietro di loro, ma Morire è una Notte tempestosa e una Strada ignota.<br />Immagino che tutti noi pensiamo all'Immortalità, a volte in modo così stimolante da non poter dormire. I segreti sono interessanti, ma sono anche solenni – e a speculare con tutta la nostra forza, non si riesce a verificarli. (a Perez Cowan, ottobre 1869, 332<ref group="fonte" name=bCCCXXX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0331-0360.html Le lettere 331-360]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*[[Parlare|Parlando]] ci feriamo di meno l'uno con altro rispetto allo scrivere, perché in quel caso un accento tranquillo assiste le parole troppo dure. (a Perez Cowan, ottobre 1869, 332<ref group="fonte" name=bCCCXXX/>)
*{{Ancora|Se leggo|Se leggo un libro che mi gela tutto il corpo tanto che nessun fuoco potrebbe mai scaldarmi so che ''quella'' è [[poesia]]. Se avverto concretamente come se il culmine della testa mi fosse strappato via, so che ''quella'' è poesia. Sono questi i soli modi che conosco. Non ce ne sono altri.}} (citato in un resoconto che Higginson fece alla moglie della sua prima visita ad Amherst, in una lettera scritta subito dopo, 342a<ref group="fonte">In ''[http:name=bCCCXXX//www.emilydickinson.it/l0331-0360.html Le lettere 331-360]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Essere ricordati è quasi come essere amati, ed essere amati è il Paradiso [...]. (a Mrs. Henry Hills, primavera 1871, 361<ref group="fonte" name=bCCCLX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0361-0390.html Le lettere 361-390]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Finché resta [[William Shakespeare|Shakespeare]] la Letteratura è salda. (a T. W. Higginson, novembre 1871, 368<ref group="fonte" name=bCCCLX/>)
*Con gli anni non si [[invecchiamento|diventa vecchi]], ma ogni giorno più nuovi. (a Louise Norcross, tardo 1872, 379<ref group="fonte" name=bCCCLX/>)
*Il [[desiderio]], forse, è il dono che nessun altro dono può soddisfare. (a Louise Norcross, tardo 1872, 379<ref group="fonte" name=bCCCLX/>)
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*Un'accresciuta capacità di mancare è forse la parte migliore della nostra crescita, come le strane Membrane dell'Albero che si estendono non viste. (a Mrs. J. Howard Sweetser, tardo autunno 1884, 951<ref group="fonte" name=bCMXXX/>)
*E che cosa ''è'' l'Estasi se non l'Affetto e che cosa è l'Affetto se non il Germe del breve Biglietto? (a Mr. e Mrs. E. J. Loomis, gennaio 1885, 960<ref group="fonte" name=bCMXXX/>)
*Se avessimo meno da dire a quelli che amiamo, forse lo diremmo più spesso, ma arriva il tentativo, poi l'inondazione, poi è tutto finito, come si dice dei morti. (a Louise e Frances Norcross, 14 gennaio 1885, 962<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0961-0990.html Le lettere 961-990]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*SeChe avessisi saputosia di chiederetemporaneamente l'impossibilepermanenti, forseè l'avreiconfortante chiestosapere, maanche l'Abissose ènon Apologiasappiamo di se stessopiù. (a BenjaminLouise Kimballe Frances Norcross, 14 gennaio 1885, 968962<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*CheSe siavessi siasaputo temporaneamentedi chiedere permanentil'impossibile, èforse confortantel'avrei saperechiesto, anchema sel'Abisso nonè sappiamoApologia di piùse stesso. (a LouiseBenjamin e Frances NorcrossKimball, 14 gennaio 1885, 962968<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*Il [[ricordo]] è il grande tentatore. (a Maria Whitney, inizio 1885?, 969<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*[[Ringraziamento|Ringraziarla]] sarebbe profanarla – Ci sono momenti in cui ogni Gratitudine è dissacrazione. (a Mrs. James S. Cooper, inizio 1885, 970<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*Fidarsi di un fiore d'aprile non potrà accorciare il suo [[febbraio]], il Mese delle dolcezze più fuggitive. (a Mrs. James S. Cooper, febbraio 1885, 971<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*Una [[Biografia]] ci convince in primo luogo della scomparsa del Biografato. (a T. W. Higginson, febbraio 1885, 972<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*Il Fiore mantiene l'appuntamento – dovrebbe il Cuore essere tardivo? Quando la Memoria suona il campanello, lasci entrare tutti i Pensieri. (a Mrs. James C. Greenough, verso il 1885, 973<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*Com'è incantevole la magnanimità di chi accordando un favore a un altro, per un qualche miraggio di valore si considera colui che l'ha ricevuto! Di costoro è il Regno dei Cavalieri! (a Joseph K. Chickering, verso il 1885, 990<ref group="fonte" name=bCMXXXbCMLX/>)
*Nessun vero dolore è ridotto al silenzio, ma talvolta l'Angoscia dà una ragione a cause dapprima celate. (a Abbie C. Farley, inizio agosto 1885, 1006<ref group="fonte" name=bCMXC>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0991-1020.html Le lettere 991-1020]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Che Rischio è una [[Lettera]]! Quando penso ai Cuori che ha speronato e affondato, ho quasi paura di alzare una Mano per qualcosa di più di un Indirizzo. (a T. W. Higginson, 6 agosto 1885, 1007<ref group="fonte" name=bCMXC/>)