Alberto Moravia: differenze tra le versioni

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*Per me è il più grande scrittore italiano del Novecento. È il solo vero romanziere, il solo vero narratore. Sa usare una lingua molto limpida e molto precisa. Quando affronta storie complicate dal punto di vista ideologico come ''Il conformista'' e ''La ciociara'' usa la stessa lingua impiegata in altre storie semplici e lineari come ''Agostino'', ''Inverno di malato'' e ''La disubbiendenza''. ([[René de Ceccatty]])
*Si serviva del sesso per capire il mondo, per questo la sessualità per lui non era mai distruttrice al contrario che per [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]. Anche se i rapporti tra amanti sono difficili, secondo Moravia non distruggono le loro identità. ([[René de Ceccatty]])
*Già restando all’interno della decadenza era riuscito a Moravia, ne ''Gli indifferenti'', di rappresentare il disfacimento morale come prodotto di una situazione di fermo, di un ingorgo storico, e con ciò egli aveva genialmente anticipato molto “essere-nel-mondo” del posteriore esistenzialismo. Qui la decadenza italiana, scrutando se stessa, si elevava al livello europeo. (Cesare Cases, ''Opinioni su ''Metello'' e il neorealismo'', “Società”, Roma, XI (1955), n. 6; poi in ''Patrie lettere'', Einaudi 1987)
 
==Note==