John Maynard Keynes: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Keynes 1933 cropped.jpg|thumb|right|John Maynard Keynes nel 1933]]
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'''John Maynard Keynes, primo barone Keynes di Tilton''' (1883 – 1946), economista britannico.
 
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*L'espansione, non la recessione, è il momento giusto per l'[[austerità]] al Tesoro.
:''The boom, not the slump, is the right time for austerity at the Treasury.''<ref>Da un discorso alla radio nel 1937.</ref>
*Contro la [[stupidità]] anche gli dei sono impotenti. Ci vorrebbe il Signore. Ma dovrebbe scendere lui di persona, non mandare il Figlio; non è il momento dei bambini.<ref>Da ''Le conseguenze economiche della pace'' (''The Economic Consequences of the Peace'', 1919), traduzione di Franco Salvatorelli, Adelphi, Milano, 2007.</ref>
*Il [[capitalismo]] non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi.<ref>Citato in Sebastiano Maffettone, ''Ricchezza e nobiltà'', ''L'Espresso'', anno LII, n. 47, 30 novembre 2006.</ref>
*Le argomentazioni {{NDR|di [[Abba Lerner]]}} sono impeccabili, ma il cielo aiuta chiunque provi a comunicare all'uomo comune a questo punto dell'evoluzione delle nostre idee.<ref>Da una lettera a James E. Meade dell'aprile 1943.</ref>
*Le persone timide in posizione di responsabilità sono un passivo per la nazione.<ref><!--non sicuro della nota-->Da un'intervista del 14 novembre 1979; citato in Federico Caffè, ''Scritti quotidiani'', Manifestolibri, Roma, 2007, p. 128.</ref>
*Lo studio dell'economia non sembra richiedere alcuna dote particolare in quantità inusitate. Si tratta dunque di una disciplina molto facile, a confronto delle branche più elevate della filosofia e delle scienze pure? Una disciplina molto facile nella quale solo pochi riescono a eccellere! Questo paradosso trova spiegazione, forse, nel fatto che un grande economista deve possedere una rara combinazione di doti: deve essere allo stesso tempo e in qualche misura matematico, storico, politico e filosofo; deve saper decifrare simboli e usare le parole; deve saper risalire dal particolare al generale e saper passare dall'astratto al concreto nelle stesso processo mentale; deve saper studiare il presente alla luce del passato, per gli scopi del futuro. Nessun aspetto della natura dell'uomo o delle istituzioni umane gli deve essere aliena: deve essere concentrato sugli obiettivi e disinteressato allo stesso tempo; distaccato e incorruttibile, come un artista, ma a volte anche terragno come un politico.<ref>Citato in Mankiw N. Gregory, ''Principi di economia'', Zanichelli, Bologna, 2004.</ref>
*[[Montesquieu]], il maggior economista francese, quello che è giusto paragonare a [[Adam Smith]], e che in perspicacia, chiarezza di idee e buon senso (doti che ogni economista dovrebbe possedere) supera di cento cubiti i fisiocratici.<ref>Dalla prefazione all'edizione fracese di ''Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta''; citato in [[Raymond Aron]], ''Le tappe del pensiero sociologico'', CDE, Milano, 1984, p. 35.</ref>
*Non so cosa sia che rende un uomo più conservatore: non conoscere nulla tranne il presente, o nulla tranne il passato.<ref>Da ''La fine del laissez-faire''.</ref>
*Ma questo lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti.<ref>Parte della citazione («nel lungo termine siamo tutti morti») viene spesso [[citazioni errate|erroneamente attribuita]] a [[John Kenneth Galbraith]].</ref>
:''But this long run is a misleading guide to current affairs. In the long run we are all dead.''<ref>{{en}} (daDa ''A Tract on Monetary Reform'', cap. 3III, 1923<ref>; {{en}} Citatocitato in Athol Fitzgibbons, ''Keynes's Vision: {{small|A New Political Economy}}'', Oxford University Press, Oxford, 1988, [https://books.google.it/books?id=esERDAAAQBAJ&pg=PA49 p. 49]. ISBN 0198286414</ref>)
*Se devi alla tua banca cento sterline, tu hai un problema. Ma se ne devi un milione, il problema è della banca.<ref>La citazione è stata erroneamente diffusa nella versione «Se ti devo un dollaro io ho un problema, ma se ti devo un milione di dollari allora il problema è tuo».</ref>
:''If you owe your bank a hundred pounds, you have a problem. But if you owe a million, it has.''<ref>Citato in Pierangelo Soldavini, ''[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-10-10/if-you-owe-your-bank-hundred-pound-you-have-problem-but-if-you-owe-million-it-has-195002.shtml It's the economy, stupid! Metti il tuo inglese alla prova delle frasi celebri dell'economia]'', ''IlSole24Ore.com''.</ref>
 
===Attribuite===
*Quando cambiano i fatti, cambiano le mie opinioni.<ref>{{Cfr}} ''[http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_19/citazioni_bufale_610a343e-146f-11de-9dd5-00144f02aabc.shtml Le dieci regine delle citazioni bufala]'', ''Corriere.it'', 19 marzo 2009.</ref>
:{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} La frase erroneamente attribuita a Keynes,citata sarebbe frutto, secondo Samuel Brittan, di un banale errore di attribuzione. La citazione originale è probabilmente: «Quando cambio idea io lo dico; e voi?».<ref>{{Cfr}} ''[http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_19/citazioni_bufale_610a343e-146f-11de-9dd5-00144f02aabc.shtml Le dieci regine delle citazioni bufala]'', ''Corriere.it'', 19 marzo 2009.</ref>
 
==''Esortazioni e profezie''==
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*Sono quindi vicino alla dottrina pre-classica, che ogni cosa è ''prodotta dal lavoro'', coadiuvato da ciò che allora usava chiamarsi arte e che ora si chiama tecnica, dalle risorse naturali che sono gratuite o costano una rendita a seconda della loro abbondanza o scarsità, e dai risultati del lavoro del passato [...] È preferibile considerare il lavoro, compresi naturalmente i servizi personali dell'imprenditore e dei suoi collaboratori, come l'unico fattore di produzione, operante in un dato ambiente di tecnica, di risorse naturali, di beni capitali e di domanda effettiva. (2006, pp. 403-404)
*[...] la disoccupazione si sviluppa perché la gente vuole la luna: gli uomini non possono essere occupati quando l'oggetto del desiderio (cioè la moneta) è qualcosa che non può essere prodotta e la cui domanda non può essere facilmente ridotta. Non vi è alcun rimedio, salvo che persuadere il pubblico che il formaggio sia la stessa cosa e avere una fabbrica di formaggio (ossia una banca centrale) sotto il controllo pubblico. (2006, p. 426)
*Le idee degli economisti e dei filosofi politici, tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. (1971)
*Gli uomini della pratica, i quali si credono affatto liberi da ogni influenza intellettuale, sono spesso gli schiavi di qualche economista defunto. Pazzi al potere, i quali odono voci nell'aria, distillano le loro frenesie da qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro. (2006, p. 557)
*[...] l'esistenza di possibilità di guadagni monetari e di ricchezza privata può instradare entro canali relativamente innocui, pericolose tendenze umane, le quali, se non potessero venir soddisfatte in tal modo, cercherebbero uno sbocco in crudeltà, nel perseguimento sfrenato del potere e dell'autorità personale e in altre forme, di auto-potenziamento. È meglio che un uomo eserciti la sua tirannia sul proprio conto in banca che sui suoi concittadini; e mentre si denuncia talvolta che il primo sia soltanto un mezzo per raggiungere il secondo, talaltra almeno ne è un'alternativa. Ma per stimolare queste attività e per soddisfare queste tendenze non è necessario che le poste del gioco siano tanto alte quanto adesso. Poste assai inferiori serviranno ugualmente bene, non appena i giocatori vi si saranno abituati. (1968)
*Ritengo perciò che una socializzazione di una certa ampiezza dell'investimento si dimostrerà l'unico mezzo per consentire di avvicinarci alla occupazione piena; sebbene ciò non escluda necessariamente ogni sorta di espedienti e di compromessi coi quali la pubblica autorità collabori con la privata iniziativa. [...] I controlli centrali necessari ad assicurare l'occupazione piena richiederanno naturalmente una vasta estensione delle funzioni tradizionali di governo. (1968)
*Mentre quindi, l'allargamento delle funzioni di governo, richiesto dal compito di equilibrare l'una all'altro la propensione a consumare e l'incentivo ad investire, sarebbe sembrato ad un pubblicista del diciannovesimo secolo o ad un finanziere americano contemporaneo una terribile usurpazione ai danni dell'individualismo, io lo difendo, al contrario, sia come l'unico mezzo attuabile per evitare la distruzione completa delle forme economiche esistenti, sia come la condizione di un funzionamento soddisfacente dell'iniziativa individuale. [...]<br />I sistemi moderni di stato autoritario sembrano risolvere il problema della disoccupazione a scapito dell'efficienza e della libertà. È certo che il mondo non tollererà ancora per molto tempo la disoccupazione che, salvo brevi intervalli di eccitazione, è associata – e, a mio parere, inevitabilmente associata – con l'individualismo capitalista d'oggigiorno. Ma può essere possibile, mediante una corretta analisi del problema, guarire la malattia pur conservando l'efficienza e la libertà. (1968)
*Le idee degli economisti e dei filosofi politici, tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. (1971)
*È meglio che un uomo sia tiranno con il suo conto in banca che con i suoi concittadini.<ref>Da ''Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta'', Il Sole 24 Ore, cap. VI, p. 512.</ref>
*Gli [[speculazione|speculatori]] possono essere innocui se sono delle bolle sopra un flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni. Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un Casinò, è probabile che le cose vadano male. Se alla Borsa si guarda come a una istituzione la cui funzione sociale appropriata è orientare i nuovi investimenti verso i canali più profittevoli in termini di rendimenti futuri, il successo conquistato da [[Wall Street]] non può proprio essere vantato tra gli straordinari trionfi di un capitalismo del laissez faire. Il che non dovrebbe meravigliare, se ho ragione quando sostengo che i migliori cervelli di Wall Street sono in verità orientati a tutt'altri obiettivi.<ref>Citato in ''il manifesto'', 20 settembre 2008.</ref>
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*John Maynard Keynes, ''Esortazioni e profezie'', il Saggiatore, Milano, 1968.
*John Maynard Keynes, ''Esortazioni e profezie'', Garzanti, Milano, 1975.
*John Maynard Keynes, ''Le conseguenze economiche della pace'' (''The Economic Consequences of the Peace'', 1919), traduzione di Franco Salvatorelli, Adelphi, Milano, 2007.
*John Maynard Keynes, ''Occupazione, interesse e moneta. {{small|Teoria generale}}'' (''The General Theory of Employment, Interest and Money'', 1936), traduzione di Alberto Campolongo, UTET, Torino, 1968.
*John Maynard Keynes, ''Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta'' (''The General Theory of Employment, Interest and Money'', 1936), traduzione di Alberto Campolongo, UTET, Torino, 1971.
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===Opere===
{{Pedia|Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta||(1936)}}
 
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