Antonin Artaud: differenze tra le versioni

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*Si può essere istruiti senza essere veramente colti. L'istruzione è un vestito. La parola istruzione significa che una persona si è rivestita di conoscenze. È una vernice, la cui prensenza non implica necessariamente il fatto di aver assimilato quelle conoscenze. La parola cultura, di contro, significa che la terra, l'''humus'' profondo dell'uomo, è stata ''dissodata''. (da Antonin Artaud, ''Basi universali della cultura'', in ''Messaggi rivoluzionari'', p. 110,)
*Credo che [[Paul Gauguin|Gauguin]] pensasse che l'artista deve ricercare il simbolo, il mito, ingrandire le cose della vita sino al mito, mentre van Gogh pensava che bisogna saper dedurre il mito dalle cose più terra terra della vita. E in questo, io penso che avesse maledettamente ragione. Perché la realtà è terribilmente superiore a ogni storia, a ogni favola, a ogni divinità, a ogni surrealtà. Basta avere la genialità di saperla interpretare. (da Antonin Artaud ''VAN GOGH, il suicidato della società'', p. 29, a cura di Paule Thévenin, Adelphi, settembre 1988, Milano)
*Se a teatro il testo non è tutto, se anche la luce è ugualmente un linguaggio, questo vuol dire che il teatro custodisce la nozione di un altro linguaggio, che utilizza il testo, la luce, il gesto, il movimento, il rumore. È il Verbo, la prola segreta che nessuna lingua può tradurre. È, in un certo qual modo, la lingua perduta dopo la caduta di Babele. (da Antonin Artaud, ''Il teatro del dopoguerra a Parigi'', in ''Messaggi rivoluzionari'', p. 99, a cura di Marcello Gallucci, Vibo Valentia, Monteleone, 1994)
 
==''Eliogabalo o l'anarchico incoronato''==
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===[[Explicit]]===
Così finisce Eliogabalo, senza epitaffio e senza tomba, ma con dei funerali atroci. È morto vilmente, ma in stato d'aperta ribellione; e una simile vita, coronata da una tale morte, non ha bisogno, mi pare, di conclusione.
 
{{NDR|Antonin Artaud, ''Eliogabalo o l'anarchico incoronato'', traduzione di Albino Galvano, Adelphi}}
 
==''Frammentazioni''==
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*E io, io dico che vi era in Isidore Ducasse uno spirito che voleva sempre lasciar perdere Isidore Ducasse a vantaggio del conte impensabile [[Conte di Lautréamont|de Lautréamont]], un bellissimo nome, un grandissimo nome. (da ''Lettera su Lautréamont'')
*Ed è così che Isidore Ducasse è morto di rabbia, per aver voluto, come [[Edgar Allan Poe|Edgar Poe]], [[Nietzsche]], [[Baudelaire]] e [[Gérard de Nerval]], conservare la propria individualità intrinseca, invece di diventare, come [[Victor Hugo]], [[Lamartine]], [[Alfred de Musset|Musset]], [[Blaise Pascal]], o [[Chateaubriand]], l'imbuto del pensiero di tutti. (da ''Lettera su Lautréamont'')
{{NDR|Antonin Artaud, ''Al paese dei Tarahumara. E altri scritti'', a cura di H.J. Maxwell e C. Rugafiori, Adelphi 1966}}
 
==''Per farla finita col giudizio di Dio''==
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*Me ne versò nella mano sinistra una certa dose, del volume d'una mandorla verde, «sufficiente, mi disse, per rivedere Dio due o tre volte, perché Dio non si può mai conoscere. Per entrare alla sua presenza occorre porsi almeno tre volte sotto l'influenza di Ciguri, ma ogni presa non deve superare il volume d'un pisello».
 
==[[Incipit]] di ''Van Gogh, il suicidato della società''==
{{NDR|Antonin Artaud, ''Al paese dei Tarahumara. E altri scritti'', a cura di H.J. Maxwell e C. Rugafiori, Adelphi 1966}}
===[[Incipit]]===
 
==[[Incipit]] di ''Van Gogh, il suicidato della società''==
Parliamo pure della buona salute mentale di [[Vincent Van Gogh|Van Gogh]] il quale, in tutta la sua vita, si è fatto cuocere solo una mano e non ha fatto altro, per il resto, che mozzarsi una volta l'orecchio sinistro, in un mondo in cui si mangia ogni giorno vagina cotta in salsa verde o sesso di neonato flagellato e aizzato alla rabbia, colto così com'è all'uscita dal sesso materno. E questa non è un'immagine, ma un fatto abbondantemente e quotidianamente ripetuto e coltivato sulla terra intera. Ed è così, per quanto delirante possa sembrare tale affermazione, che la vita presente si mantiene nella sua vecchia atmosfera di stupro, anarchia, disordine, delirio, sregolatezza, pazzia cronica, inerzia borghese, anomalia psichica (perché non l'uomo, ma il mondo è diventato un anormale), di voluta disonestà ed esimia tartuferia, di lurido disprezzo per tutto ciò che mostra di avere razza, di rivendicazione di un ordine fondato interamente sul compiersi di una primitiva ingiustizia, di crimine organizzato, insomma.
 
===Citazioni===
{{NDR|Antonin Artaud, ''Van Gogh, il suicidato della società'', a cura di Paule Thévenin, traduzione di Jean-Paul Manganaro con la collaborazione di C. Dumoulié ed E. Marchi, Adelphi}}
* Nessuno ha mai scritto o dipinto, scolpito, modellato, costruito, inventato, se non, di fatto, per uscire dall'inferno. (p. 38)
 
=== Citazioni =Bibliografia==
{{NDR|*Antonin Artaud, ''Al paese dei Tarahumara. E altri scritti'', a cura di H.J. Maxwell e C. Rugafiori, Adelphi, 1966}}.
* Nessuno ha mai scritto o dipinto, scolpito, modellato, costruito, inventato, se non, di fatto, per uscire dall'inferno. (p.38)
**Antonin Artaud, ''Frammentazioni''.
**Antonin Artaud, ''Viaggio al paese dei Tarahumara''.
{{NDR|*Antonin Artaud, ''Eliogabalo o l'anarchico incoronato'', traduzione di Albino Galvano, Adelphi}}.
{{NDR|*Antonin Artaud, ''Van Gogh, il suicidato della società'', a cura di Paule Thévenin, traduzione di Jean-Paul Manganaro con la collaborazione di C. Dumoulié ed E. Marchi, Adelphi}}.
 
== Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT: Artaud, Antonin}}
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