Totò: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*Abbandonai l'idea di diventar [[prete]] proprio quando scappai con una canzonettista, a vent'anni. Ma che ci vuol fare: io, quell'affare della [[castità]], non lo capisco. Lo trovo così disumano, innaturale.<ref name="fallaci">Intervista di Oriana Fallaci, per L'europeo, 1963; anche in: Bergamopost, [http://www.bergamopost.it/pensare-positivo/quellintervista-della-fallaci-a-toto-signorina-a-me-toto-non-piace/ Quell’intervista della Fallaci a Totò], 1 agosto 2015</ref>
*Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.<ref>Parole riportate da [[Franca Faldini]], compagna di Totò, in un'[http://www.youtube.com/watch?v=zLo7x5KnQ_0 intervista] di [[Maurizio Costanzo]] nel programma televisivo ''Bontà loro'', 1977.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]] ai medici, la notte prima della morte}} Chi è che mi ha sparato questa fucilata al cuore? Adesso basta, lasciatemi morire.<ref>Citato in [[Franca Faldini]], [[Goffredo Fofi]], ''Totò'', Tullio Pironti editore, 1987, p. 128. Il testo è la ristampa di ''Totò: l'uomo e la maschera'', Feltrinelli, 1977.</ref>
*È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. [...] Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. La risata fa rumore. Come il giorno.<ref name="fallaci" />
*{{NDR|La prima volta che vide [[Alberto Sordi]]}} È capacino...<ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Le Formiche: anno terzo'', Zelig Editore, 1995, § 1398.</ref>
*Il [[mondo]] io lo divido così, in [[uomo|uomini]] e caporali. E più vado avanti, più scopro che di caporali ce ne son tanti, di uomini ce ne sono pochissimi.<ref name="fallaci" />
*Io da bambino ho avuto la [[meningite]]. Con la meningite si muore o si rimane stupidi. Io non so' morto.<ref>Durante il provino per ''Il ladro digraziato'' nel 1930; citato in Ennio Bìspuri, ''Totò'', Guida Editori, 1997, [http://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&pg=PA12 p.12]. ISBN 8871881575</ref>
*Io le [[amore|amo]] tanto, le [[donna|donne]], che riesco perfino a non essere [[gelosia|geloso]]. Tanto a che serve esser geloso. Se una donna ti vuol bene, è felice. Se non ti vuol bene, ne prendi un'altra.<ref name="fallaci" />
*La [[diffidenza]] rende tristi.<ref>Citato in [[Giulio Andreotti]], ''Visti da vicino: seconda serie'', Rizzoli Editore, 1983, p. 94.</ref>
*In questa [[epoca]] io ci vivo per [[errore|sbaglio]].<ref name="fallaci" />
*{{NDR|Parlando di [[Mina (cantante)|Mina]]}} Quell'anima lunga che sembra un contrabbasso con tutte le corde a posto, quelle carni bianche da gelato alla crema, quella creatura che recita poco e male, ride al momento sbagliato, coprendosi la bocca con la mano. Ma se si spengono le luci e lei comincia a cantare, da quella voce escono grandi palcoscenici, pianto e risate.<ref>Citato in Dora Giannetti, ''Divina Mina'', Zelig Editore, Milano, 1998.</ref>
*No, non mi importa [[morte|morire]]. Mi importa, ecco, [[vecchiaia|invecchiare]]. Quello proprio mi disturba, mi secca. Sapesse che dramma sentirsi giovani e poi guardarsi allo specchio, vedersi un volto pieno di rughe, una testa di capelli grigi... Gesù! Che schifezza!<ref name="fallaci" />
*Non sono io che comando la mia faccia, è la mia faccia che comanda me.<ref name="fallaci" />
*Tutto di [[canapa (tessile)|canapa]] mi voglio vestire.<ref>Citato in ''[http://trame.bottegadellacanapa.it/storia_canapa/canapa-la-rivista-a-fascicoli-per-donne-del-1954-prima-parte "Canapa", la rivista a fascicoli per donne del 1954 (Prima Parte)]'', ''BottegadellaCanapa.it'', 5 agosto 2013.</ref>
*Un po' più bianchi, un po' più neri, un po' più freddi, un po' più caldi, gli [[uomo|uomini]] son tutti uguali.<ref name="fallaci" />
 
==Poesie==