Luciano De Crescenzo: differenze tra le versioni

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==''Così parlò Bellavista''==
*[[Napoli]] per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell'animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l'ultima speranza che resta alla razza umana. (''Due parole di prefazione''; p. 9)
*La[...] la parola esagerazione non esiste nel vocabolario dell'amore. (cap. 7; p. 65)
*[...] di [[Berna]] si dice che sia grande il doppio del cimitero di Vienna ma che ci si diverta solo la metà. (cap. 7; p. 65)
*[...] diciamo che oggi il settanta per cento dell'umanità si muore ancora di fame, [...] e che il trenta per cento fa la dieta. (cap. 15; p. 118)
*[...] il [[potere]] non sazia, anzi è come una droga e richiede sempre dosi maggiori. (cap. 17; p. 139)
*La parola esagerazione non esiste nel vocabolario dell'amore. (cap. 7; p. 65)
*[[Masaniello]], tra tutti i personaggi storici, comici, politici e artistici nati a Napoli, è quello che maggiormente incarnò lo spirito napoletano. E questo perché espresse le contraddizioni, l'istinto di amore, l'incapacità di esercitare il potere, la generosità e l'ignoranza del suo popolo. Masaniello è amore e disordine. (cap. 26; p. 202)
*«Ritornando a Napoli lei ritiene che i napoletani siano nella stragrande maggioranza uomini d'amore?»<br />«Senza dubbio: in particolar modo il popolino.» (cap. 7; p. 67)
*Per farsi un amico ci vuole quasi una vita. Bisogna essere stati poveri insieme e qualche volta felici. (cap. 13; p. 107)
*«E chi lo sa! Chi lo sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.» (cap. 13; p. 114)
*[...] diciamo che oggi il settanta per cento dell'umanità si muore ancora di fame, [...] e che il trenta per cento fa la dieta. (cap. 15; p. 118)
*«Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da [[Achille Lauro|Lauro]], da [[Antonio Gava|Gava]] e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe». (cap. 25; p. 178)
*[...] il [[potere]] non sazia, anzi è come una droga e richiede sempre dosi maggiori. (cap. 17; p. 139)
*Siamo [[angelo|angeli]] con un'ala soltanto e possiamo [[volo|volare]] solo restando abbracciati.<ref>La frase, qui firmata con le iniziali dell'autore (L.D.C.), è riportata anche in ''La distrazione'' (Mondadori, 2000) e ''I pensieri di Bellavista'' (Mondadori, 2005), oltre che nel film ''[[Così parlò Bellavista]]'' (1984). È inoltre ripresa in una poesia di [[Antonio Bello]], cantata al termine del suo rito funebre, il 22 aprile 1993: «Noi siamo angeli con un'ala sola. Per volare, abbiamo bisogno di restare abbracciati al fratello, cui prestiamo la nostra ala e da cui prendiamo l'altra ala, necessaria per volare». (citato in Aa.vv., ''Don Tonino vescovo secondo Concilio'', La meridiana, 2004)</ref> (cap. 23; p. 167)
*«Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da [[Achille Lauro|Lauro]], da [[Antonio Gava|Gava]] e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe». (cap. 25; p. 178)
*Per farsi un amico ci vuole quasi una vita. Bisogna essere stati poveri insieme e qualche volta felici. (cap. 13; p. 107)
*[[Masaniello]], tra tutti i personaggi storici, comici, politici e artistici nati a Napoli, è quello che maggiormente incarnò lo spirito napoletano. E questo perché espresse le contraddizioni, l'istinto di amore, l'incapacità di esercitare il potere, la generosità e l'ignoranza del suo popolo. Masaniello è amore e disordine. (cap. 26; p. 202)
 
==''I pensieri di Bellavista''==