Carlo Emilio Gadda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m sistemo
Riga 91:
*Romanzo contemporaneo come enciclopedia [...] {{NDR|Gadda}} cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo, di rappresentarlo senza attenuarne affatto l'inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento. ([[Italo Calvino]])
*{{NDR|Ad una domanda sul rapporto fra [[matematica]] e [[letteratura]]}} Vedo con favore i rapporti di tutto con tutto, e della Matematica con la Letteratura in particolare. [...] Detto questo, diffido un po' delle pure suggestioni: i matematici leggono [[Jorge Luis Borges|Borges]], ascoltano [[Johann Sebastian Bach|Bach]], i letterati leggono [[Douglas Hofstadter|Hofstadter]]... [...] Posso visitare una regione esotica, inebriarmi di architetture e usanze che mai conoscerò e tornarmene a casa con il mio rullino di diapositive. Questo è ciò che chiamo suggestione.<br />Un rapporto più profondo, invece, implica un vero e proprio "bilinguismo": Gadda era perfettamente "bilingue" (perfetto scrittore, perfetto ingegnere) e ha saputo raccontare complesse equazioni nel suo linguaggio irresistibile. Bilingue è Roubaud. Bilingue era [[Raymond Queneau|Queneau]]. ([[Stefano Bartezzaghi]])
*Gadda mi è sempre stato antipatico. L'eminente critico e filologo Gianfranco Contini afferma che di quello scrittore il centro è nella "lacerante delusione di un uomo d'ordine smentito dalla storia sua e di tutti". Non per nulla Gadda, nel suo ''Diario di guerra'', si scagliava contro i soldati che non avevano nessuna voglia di affrontare il pericolo e la morte. Certe laceranti delusioni, ecco, non mi commuovono affatto. [...] Plurilinguismo ed espressivismo vogliono presentare il mondo intero come una nave di folli. Spirito, questo, che si destina agli spiritosi poveri di spirito, illusi che il riso renda padroni. Sarà, come ho detto, a causa di una mia tenace antipatia: ma qui io ci sento soltanto quello che Emilio Cecchi chiamava "il partito dei carabinieri a cavallo". (Franco Fortini, ''Gadda'', in ''Breve secondo Novecento''; poi in ''Saggi ed epigrammi'', Meridiani Mondadori 2003, a cura e con un saggio introduttivo di Luca Lenzini)
 
==Bibliografia==