Dragonlance: differenze tra le versioni

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==''I draghi dell'estate di fuoco''==
*«Se vuoi posso aiutarti a mette ordine nelle tue cose», si offrì magnanimamente Tas. «Sono davvero bravo a trovare e a ordinare... è stupefacente quello che la gente riesce a trovare quando fruga nelle mie sacche, perfino cose che non sapeva di aver perso!» (Tasslehoff a Usha)
 
*Avendo viaggiato in compagnia di Raistlin, il kender aveva ormai abbastanza esperienza in fatto di magia da sapere che se un mago di rango inferiore tentava di leggere un incantesimo che non era adatto a lui rischiava di impazzire all'istante. «È una misura di sicurezza» sottolineò quindi, nel caso che Palin non lo sapesse. «Raistlin me lo ha spiegato una volta in cui mi ha tolto di mano un suo libro d'incantesimi. Lui è stato terribilmente gentile, in quanto ha affermato che non voleva avere per le mani un kender pazzo, ed io gli ho risposto che era estremamente cortese da parte sua ma che non mi sarebbe dispiaciuto impazzire, al che Raistlin ha ribattuto che a lui sarebbe dispiaciuto ed ha aggiunto qualcosa sul fatto che avrebbe preferito piuttosto essere picchiato da venti orchi muniti di bastone... anche se a questo riguardo potrei sbagliarmi.»
 
*La tenda si sollevò in mezzo ad una pioggia di polvere che quasi soffocò il kender, e un momento più tardi Palin udì quella minacciosa parola che in genere è l'ultima che coloro che hanno sfortuna di viaggiare con un kender sentono prima di perdere la vita. «Ooops!»
 
*Sul pianerottolo c'era in attesa una figura avvolta in vesti nere, scura sullo sfondo della notte; alla vista di Caramon la figura gettò indietro il cappuccio che le nascondeva il capo e la luce che fiottava dalla soglia della locanda brillò sulla pelle dorata e sugli occhi a forma di clessidra. «Raist!» esclamò Caramon, barcollando leggermente. Raistlin fissò a lungo il fratello, ma non accennò a muoversi da dove si trovava per varcare la soglia. «Caramon» disse infine in tono sommesso, dando l'impressione che il suo cuore sanguinasse nel pronunciare quel nome. «Caramon, puoi... puoi...» Un accesso di tosse lo assalì all'improvviso, ma lui si sforzò di finire comunque la frase: «...puoi perdonare...» Caramon protese la mano per trarre il fratello oltre la soglia. <br>«La tua camera è pronta ad accoglierti, Raist, lo è sempre stata» replicò.<br>