George Orwell: differenze tra le versioni

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*[...] [[Charles Dickens|Dickens]] è uno di quegli autori in cui la parte è migliore del tutto. (p. 378)
*[[Charles Dickens|Dickens]] attaccò le istituzioni inglesi con una ferocia senza precedenti all'epoca. Eppure, riuscì a farlo senza farsi odiare, e, soprattutto, a farsi apprezzare e lodare dalle stesse persone che aveva criticato, in modo da divenire egli stesso una istituzione nazionale.
 
{{NDR|[[Charles Dickens]], ''Tempi difficili. Per questi tempi'' (''Hard Times. For These Times'', 1854), a cura di Maria Rita Cifarelli, traduzione di Maria Rita Cifarelli e Cristina Scagliotti, con un saggio di George Orwell, Einaudi, Torino, 1999. ISBN 8806151355}}
 
==''Cronache di guerra''==
*L'invasione della [[letteratura]] da parte della [[politica]] doveva avvenire. Doveva avvenire, anche se non fosse sorto il problema del [[totalitarismo]], perché noi abbiamo sviluppato una sorta di rimorso che i nostri nonni non avevano, una consapevolezza dell'enorme ingiustizia e miseria del mondo, e un senso di colpa che ci spinge ad agire in qualche modo e che rende impossibile un atteggiamento puramente estetico verso la vita.
*Anche quando c'è una sospensione dei combattimenti veri e propri, esiste un tipo di guerra che non dà tregua, giorno e notte, e cioè la guerra di propaganda. Per le potenze dell'Asse la propaganda è veramente un'arma, come i cannoni o le bombe, e imparare a difendersene è importante come trovare riparo durante un attacco aereo. (17 gennaio 1942:; p. 45)
 
{{NDR|George Orwell, ''Cronache di guerra'' (''The War Commentaries'', a cura di W.J. West, 1989), traduzione di Amelia Valtolina, Leonardo, 1989.}}
 
==''Fiorirà l'aspidistra''==
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===Citazioni===
*Fra tutti i tipi dell'essere umano, soltanto l'artista si assume la responsabilità di dire che "non può" lavorare. Ma è verissimo; ci sono momenti in cui non si può lavorare. Ancora i quattrini, sempre i quattrini! La mancanza di quattrini diventa disagio fisico e morale, significa squallide preoccupazioni, significa mancanza di tabacco, significa coscienza onnipresente del proprio fallimento, soprattutto significa solitudine. Che altro puoi essere se non un povero diavolo tutto solo con due sterline alla settimana? E in una solitudine di tanta tristezza non si potrà mai scrivere un libro degno di questo nome. (cap. II,; p. 46)
*[...]Egli dorme tra le braccia di Gesù. Inutile ripetere i commenti blasfemi che tutti coloro che avevano conosciuto nonno Comstock ebbero a fare su quest'ultima frase. Ma val la pena di osservare che il blocco di granito su cui era stata iscritta pesava quasi cinque tonnellate ed era stato messo colà nell'intento, se pur non consapevole, d'impedire a nonno Comostock di venir fuori di là sotto. Se volete sapere che cosa esattamente pensino di un morto i suoi parenti, il peso della sua pietra tombale potrà essere un discreto banco di prova. (cap III,; p. 53)
*Forse, la peggiore crudeltà che si possa infliggere a un bimbo è di mandarlo a scuola fra ragazzini più ricchi di lui. Un fanciullo consapevole della propria povertà patirà sofferenze snobistiche tali che una persona adulta non potrebbe nemmeno immaginare (cap. III,; p. 58)
*Ogni ragazzo intelligente di [[Sedicenne|sedici anni]] è socialista. A quell'età non ci si avvede dell'uncino che spunta dall'esca massiccia. (cap. III,; p. 60)
*Ma Gordon cominciava a capire quale fosse il loro male. Non si trattava semplicemente della mancanza di quattrini. Ma piuttosto del fatto che, pur non avendo quattrini, continuavano ancora a vivere mentalmente nel mondo dei soldi, quel mondo in cui il denaro è virtú e la povertà delitto. Non la povertà, ma l'irresistibile trazione verso il basso esercitata dalla povertà ''rispettabile'' era stata la causa del loro languire. Avevano accettato la morale legata al denaro e quella morale li aveva condannati a morte. Non avevano mai avuto il buon senso di recalcitrare, di reagire, lasciandosi vivere, semplicemente, quattrini o non quattrini, come fanno i ceti inferiori. Come hanno ragione i poveri diavoli! Tanto di cappello al garzone di fabbrica che con quattro pence al mondo mette la sua ragazza in stato interessante! Almeno ha sangue e non quattrini nelle vene! (cap. III,; p. 61)
*Eppure, lo zio, ora ch'era vecchio, probabilmente non era infelice. Aveva un hobby che non lo stancava mai, ed era l'hobby delle sue malattie. Soffriva, a sentir lui, di tutte le malattie registrate nel dizionario di medicina, e non si stancava mai di parlarne. Infatti, sembrava a Gordon che nella pensione di suo zio – vi si era recato qualche volta – i pensionati non parlassero mai d'altro che delle loro malattie. Distribuite un po' per tutto il salotto in penombra, persone scolorite, attempate sedevano a coppie, descrivendo e analizzando sintomi. (cap. III,; p. 81)
*Può darsi che ci fossero altri Comostock, parenti più lontani, perché nonno Comstock aveva avuto undici fratelli. Ma se qualcuno n'era sopravvissuto doveva essersi arricchito, perdendo così ogni contatto coi parenti poveri; perché il denaro è più denso del sangue. (cap. III,; p. 82)
*I volti rosei, bamboleschi di donne del bel mondo lo fissarono attraverso i finestrini. Maledette cagne da salotto senza cervello. Cagne satolle, sonnolente, alla catena. Molto meglio il lupo solitario del cane servile. (cap. IV,; p. 86)
*Anche quando non c'era dubbio sull'invito, Gordon si aspettava sempre qualche inconveniente. Non era mai sicuro di essere ben accetto. Riteneva normale che la gente, dopo averlo mortificato, non si occupasse più di lui. Del resto, perché avrebbe dovuto essere diversamente? Lui non aveva un soldo. E quando non hai un quattrino la tua vita è tutta una lunga serie di mortificazioni. (cap IV,; p. 90)
*Non era tanto l'essere stato defraudato d'un pomeriggio passato in compagnia di altri essere umani, anche se ciò era molto; quanto il sentimento che provava di inettitudine, d'insignificanza, di essere relegato in un angolo, ignorato, creatura di cui non valeva la pena d'occuparsi. Avevano rimandato a un altro giorno e non s'erano presi nemmeno la briga di avvisarlo. Avevano avvisati tutti, meno lui. Ecco come la gente ti tratta quando non hai un soldo. Ti insulta sfacciatamente a sangue freddo. (cap. IV,; p. 92)
*Non guardava molto dove stesse andando. Tutto quello che voleva era stancarsi, camminare e camminare fino a quando la solida stanchezza fisica avesse cancellato la mortificazioni inflittagli dai Doring. (cap IV.,; p. 93)
*Anche ora, sebbene fosse dicembre, qualche misero relitto umano si stava sistemando sulle panchine, rimboccandosi dei fogli di giornale attorno al corpo a mo' di coperte. Gordon li guardò senza impietosirsi. Fare il [[senzatetto|barbone]], lo chiamavano. Un giorno o l'altro sarebbe andato anche lui a fare il barbone. E forse non sarebbe stato meglio cosi? Egli non aveva mai sentito pietà per i poveri autentici, genuini. Erano i poveri in giacchetta nera, i piccoli borghesi, che bisognava compiangere. (cap. IV,; p. 94)
*Gli inverecondi sporcaccioni! Luridi buffoncelli! "Il Direttore si rammarica!" Perché esprimersi in modo così maledettamente sdolcinato? Perché non dire chiaro e tondo: "Non vogliamo le vostre dannate poesie. Noi accettiamo versi solo da gente che è stata a Cambridge con noi. Voi altri proletari state al vostro posto"? Sporchi, maledetti ipocriti! (cap. IV,; p. 103)
*Per Ravelston vivere nelle selvagge solitudini di Regent's Park era la stessa cosa che vivere nelle baracche; aveva scelto di vivere là, ''en bon socialiste'', esattamente come certi snob a oltranza vivono in una scuderia di Mayfair per amor di quel "W.1" sulla loro carta da lettere. Faceva parte del tentativo di tutta una vita di evadere dalla propria classe sociale e divenire, per così dire, membro onorario del proletariato. Come ogni altro tentativo del genere, era condannato in anticipo al fallimento. Nessun uomo ricco riesce mai a camuffarsi da povero, ché il denaro, come il delitto, prima o poi salta fuori. (cap. V,; p. 107)
*Non me ne importa un accidente dello stato in cui si trova il [[mondo]] moderno. Se tutta l'Inghilterra morisse di fame, meno me e le persone che mi premono, non me ne importerebbe un fico. (Gordon Comstock: cap. V,; p. 120)
*La [[povertà]] è una forma di halitosi spirituale. (Gordon Comstock: cap. V,; p. 123)
*Sono le donne che rendono impossibile ogni progresso. (Gordon Comstock: cap. VI,; p. 150)
*Una donna nutre sempre una specie di [[sentimento]] [[Mistica|mistico]] nei riguardi del [[denaro]]. [[Bene]] e [[male]] in un [[cervello]] femminile significano semplicemente denaro e mancanza di denaro. (Gordon Comstock: cap. VI,; p. 150)
*Per quanto delicatamente sia mascherata, la carità è sempre orribile; c'è un disagio, quasi un odio segreto, tra colui che dà e colui che riceve. (cap. IX,; p. 255)
*Il dio quattrino è cosí scaltro. Se almeno tentasse di prenderti al laccio con yachts e corse di cavalli, cocottes e champagne, come sarebbe facile schivarlo. È quando ti circuisce attraverso il senso della tua onestà e della tua dignità che ti trova indifeso, impotente. (cap. XI,; pp. 297 sg.-298)
*La [[pubblicità]] è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti.
 
{{NDR|George Orwell, ''Fiorirà l'aspidistra'' (''Keep the Aspidistra Flying'', 1936), traduzione di Giorgio Monicelli, Mondadori, Milano, 1966}}
 
==''Giorni in Birmania''==
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===Citazioni===
*Di solito a questo mondo, se si riscuote un po' di stima, è per qualche cosa che non si merita affatto. (cap. 6,VI; p. 100)
*Stava per chiederle di sposarlo, veramente voleva chiederglielo subito, senz'altro indugio, e invece ancora non aveva detto niente, eccolo lì, se ne rendeva ben conto, a parlare egoisticamente senza interruzione! Ma non poteva farne a meno. Era così importante che lei comprendesse qualcosa della sua vita in questo paese; che potesse intuire la natura di quella solitudine che le si chiedeva di dissipare. Ed era difficile, molto difficile spiegarsi. Siano benedetti coloro che sono colpiti da mali comuni! Beati i poveri, i malati, gli infelici in amore, giacché il prossimo almeno conosce le loro pene e ne ascolterà con simpatia la descrizione. (cap. 15,XV; p. 208)
*Accade sempre così per la gente titolata, sono adorati oppure odiati: se si degnano di parlare con una persona che non appartiene al loro rango vengono subito definiti simpatici e ''alla mano''; se non lo fanno sono superbi e odiosi. Non ci sono mezze misure. (cap. 18,XVIII; p. 233)
 
{{NDR|George Orwell, ''Giorni in Birmania'' (''Burmese Days'', 1934), traduzione di Giovanna Caracciolo, Oscar Mondadori 2006.}}
 
==''La fattoria degli animali''==
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===Citazioni===
*Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.<ref>Riportata anche in ''Libertà di stampa'' nella forma: «Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire».</ref> (prefazione)
*Una volta compiuto il primo anno di vita, nessun [[animale]] d'Inghilterra conosce il significato delle parole felicità e riposo. Nessun animale d'Inghilterra è libero. La vita degli animali è sofferenza e schiavitù: ecco la nuda verità. (cap. 1I; 2011)
*L'Uomo è l'unica creatura che consumi senza produrre. Non dà latte, non depone uova, è troppo debole per tirare l'aratro, non corre abbastanza veloce da catturare un coniglio. Però è padrone di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio concede loro il minimo necessario alla sussistenza, tenendo il resto per sé. Il nostro lavoro dissoda la terra, il nostro escremento la fertilizza, tuttavia non c'è fra noi chi possegga altro che la nuda pelle. Voi [[mucca|mucche]], che vedo qui davanti a me, quante migliaia di litri di [[latte]] avete prodotto quest'anno? e che ne è stato di quel latte che avrebbe dovuto svezzare vigorosi vitelli? Ogni singola goccia è stata trangugiata dai nostri nemici. (cap. 1I; 2011)
*E non ci permettono neppure di giungere al termine naturale di una vita già tanto infelice. Non mi lamento per me, che sono tra i fortunati: ho dodici anni e, com'è naturale nel corso della vita di un [[maiale]], ho avuto più di quattrocento figli. Ma alla fine nessun animale sfugge al coltello crudele. Entro un anno ognuno di voi, giovani porci che ora sedete davanti a me, morirà tra alte grida sul ceppo. Tutti siamo destinati a quell'orrore. Mucche, maiali, galline, pecore. Tutti. (cap. 1I; 2011)
*Rivoluzione! Non posso dire quando questa Rivoluzione verrà: potrebbe essere fra una settimana o fra cent'anni; ma so, con la stessa certezza con cui vedo questa paglia sotto i miei piedi che presto o tardi giustizia sarà fatta. Compagni, in questo evento fissate il vostro sguardo per quel resto di vita che vi rimane! E soprattutto tramandate questo mio messaggio a quelli che verranno dopo di voi, in modo che le future generazioni proseguano la lotta fino alla vittoria. (Old Major, Capitolo I)
*L'oppressione è il male della gleba, essendo difatti il lato oscuro della pressione. Tutti sono uguali, ma c'è chi è più uguale di altri. Come il lato scaleno di un triangolo equilatero.
*Quattro zampe buono, due zampe cattivo.
*Il segno distintivo dell'[[uomo]] è la [[mano]], lo strumento col quale fa tutto ciò che è male.
*Una volta compiuto il primo anno di vita, nessun [[animale]] d'Inghilterra conosce il significato delle parole felicità e riposo. Nessun animale d'Inghilterra è libero. La vita degli animali è sofferenza e schiavitù: ecco la nuda verità. (cap. 1; 2011)
*L'Uomo è l'unica creatura che consumi senza produrre. Non dà latte, non depone uova, è troppo debole per tirare l'aratro, non corre abbastanza veloce da catturare un coniglio. Però è padrone di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio concede loro il minimo necessario alla sussistenza, tenendo il resto per sé. Il nostro lavoro dissoda la terra, il nostro escremento la fertilizza, tuttavia non c'è fra noi chi possegga altro che la nuda pelle. Voi [[mucca|mucche]], che vedo qui davanti a me, quante migliaia di litri di [[latte]] avete prodotto quest'anno? e che ne è stato di quel latte che avrebbe dovuto svezzare vigorosi vitelli? Ogni singola goccia è stata trangugiata dai nostri nemici. (cap. 1; 2011)
*E non ci permettono neppure di giungere al termine naturale di una vita già tanto infelice. Non mi lamento per me, che sono tra i fortunati: ho dodici anni e, com'è naturale nel corso della vita di un [[maiale]], ho avuto più di quattrocento figli. Ma alla fine nessun animale sfugge al coltello crudele. Entro un anno ognuno di voi, giovani porci che ora sedete davanti a me, morirà tra alte grida sul ceppo. Tutti siamo destinati a quell'orrore. Mucche, maiali, galline, pecore. Tutti. (cap. 1; 2011)
*Le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo e dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.
*Come sempre, Palla di Neve e Napoleon erano in disaccordo. Secondo Napoleon, ciò che gli animali dovevano fare era procurarsi armi da fuoco e addestrarsi al loro uso. Palla di Neve era invece del parere che si dovessero spedire stormi e stormi di piccioni a suscitare la Rivoluzione fra gli animali delle fattorie. L'uno argomentava che se non avessero saputo difendersi da soli erano destinati a esser vinti; l'altro ragionava che, se la Rivoluzione fosse scoppiata dappertutto, essi non avrebbero avuto più bisogno di difendersi. Gli animali ascoltavano prima Napoleon, poi Palla di Neve e non sapevano decidere chi dei due avesse ragione. In realtà si trovavano sempre d'accordo con quello che parlava al momento.
*Come schiavi lavorarono gli animali per tutto quell'intero anno. Ma nel loro lavoro erano felici: non si lamentavano né di sforzi né di sacrifici, ben sapendo che quanto facevano era fatto a loro beneficio e a beneficio di quelli della loro specie che sarebbero venuti dopo di loro, e non per l'uomo infingardo e ladro.<br>Durante la primavera e l'estate lavorarono sessanta ore la settimana, e in agosto Napoleon annunciò che ci sarebbe stato lavoro anche nel pomeriggio della domenica. Questo lavoro sarebbe stato assolutamente volontario; chi se ne fosse astenuto però avrebbe avuta ridotta di metà la sua razione.
*Napoleon stesso partecipò alla riunione della domenica seguente e pronunciò una breve orazione in onore di Gondrano. Non era stato possibile, disse, riportare i resti del loro compianto compagno perché trovassero sepoltura nella fattoria, ma egli aveva ordinato una grande corona composta con foglie della pianta di alloro del suo giardino, da deporre sulla tomba dello scomparso. Pochi giorni dopo era intenzione dei maiali tenere un grande banchetto funebre in onore del defunto. Napoleon terminò il suo discorso ricordando le due massime favorite da Gondrano: "Lavorerò di più" e : "Il compagno Napoleon ha sempre ragione!", massime, egli disse, che ogni animale avrebbe dovuto adottare come proprie.<br>Nel giorno stabilito per il banchetto un furgone da droghiere venne da Willingdon alla fattoria a consegnare una grande cassa. Quella notte si udirono fragorosi canti, seguiti da un frastuono come di violento litigio che terminò verso le undici con un tremendo frantumar di vetri. Nessuno si mosse nella casa colonica prima del mezzogiorno dell'indomani, e corse voce che, non si sa come, i porci avevano guadagnato danaro bastante all'acquisto di un'altra cassa di whiskey.
*Rivoluzione! Non posso dire quando questa Rivoluzione verrà: potrebbe essere fra una settimana o fra cent'anni; ma so, con la stessa certezza con cui vedo questa paglia sotto i miei piedi che presto o tardi giustizia sarà fatta. Compagni, in questo evento fissate il vostro sguardo per quel resto di vita che vi rimane! E soprattutto tramandate questo mio messaggio a quelli che verranno dopo di voi, in modo che le future generazioni proseguano la lotta fino alla vittoria. (Old Major, Capitolo I)
*Fu chiaro fin dall'inizio che ogniqualvolta c'era un lavoro da fare, il [[gatto]] si rendeva irreperibile.
*Clarinetto parlava in un modo così convincente e i cani che passavano di lì per caso erano talmente feroci, che nessun animale osò obiettare.
*Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire. (prefazione)
 
====[[Regole dai libri|Comandamenti]]====
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==''La figlia del reverendo''==
*È un fatto – basta guardarsi intorno per verificarlo – che il pio e l'immorale finiscono col convergere spontaneamente l'uno verso l'altro. Le più belle scene letterarie ambientate in un bordello sono state scritte, senza eccezione, da pii credenti o da pii miscredenti. (I, 3:III; p. 54)
*Le aveva instillato una comprensione ben più profonda di quanto l'avesse avuta finora, del grande comandamento odierno, l'undecimo comandamento che ha tolto di mezzo tutti gli altri: «Non perdere l'impiego». (IV, 4:IV; p. 285)
*Nessun altro futuro ti è possibile, a meno che tu non prenda marito. Le donne che non si sposano avvizziscono – avvizziscono come l'aspidistra sul davanzale che dà su cortiletto interno – e il lato diabolico della situazione è che non se lo sognano lontanamente. (V, 1:I; p. 335)
*Non rifletté, scientemente, che la soluzione della propria difficoltà consisteva delll'ammettere il fatto che non c'era soluzione; che se procediamo nel lavoro che abbiamo sottomano, il fine ultimo di quel lavoro diventa irrilevante, svanisce; che fede e non fede sono suppergiù la stessa cosa purché facciamo ciò ch'è consueto, utile e accettabile. (V, 2:II; p. 351)
 
{{NDR|George Orwell, ''La figlia del reverendo'' (''A Clergyman's Daughter'', 1935), traduzione di Marcella Bonsanti, Garzanti 1968.}}
 
==''La strada di Wigan Pier''==
*Affinché Hitler possa marciare al passo dell'oca, il [[papa]] denunciare il bolscevismo, i tifosi di cricket affollarsi da Lord's e i poetini effeminati grattarsi reciprocamente la schiena, il [[carbone]] deve continuare a saltar fuori. (cap. II,; p. 35)
*Più di ogni altro, forse, il [[minatore]] può rappresentare il prototipo del lavoratore manuale, non solo perché il suo [[lavoro]] è così esageratamente orribile, ma anche perché è così virtualmente necessario e insieme così lontano dalla nostra esperienza, così invisibile, per modo di dire, che siamo capaci di dimenticarlo come dimentichiamo il sangue che ci scorre nelle vene. (cap. II,; p. 36)
*Vi sono persone che non sembrano rendersi conto del fatto che esistono cose come abitazioni decenti e considerano cimici e tetti sfondati come opere di Dio; altre si scagliano risentite contro i padroni di casa; ma tutte si aggrappano disperatamente alle loro case; temendo il peggio. (cap. IV,; p. 57)
*Idealmente, il tipo peggiore di padrone di casupole è un uomo grasso e perverso, preferibilmente un vescovo, che trae un immenso reddito da fitti estorti. In realtà, è una povera vecchia che ha investito i risparmi di tutta una vita in tre casupole miserabili, ne abita una e cercar di vivere con l'affitto delle altre due, non avendo mai, di conseguenza, un soldo per le necessarie riparazioni. (cap. IV,; p. 62)
*Non è che gli abitatori i ''slums'' non possano fare a meno della sporcizia e della promiscuità, come ama credere la borghesia panciuta [...] Su dia al popolo una casa decente e il [[popolo]] imparerà in breve a tenerla in modo decente. (cap. IV,; p. 77)
*E il guaio caratteristico è questo, che meno quattrini si hanno e meno ci si sente disposti a spenderli in cibo sano. Un milionario può apprezzare a colazione, la mattina, succo d'arancia e biscotti leggeri; un disoccupato no[...] Quando si è disoccupati, quando cioè non si mangia abbastanza, e si è tormentati, annoiati e depresso, non si ha voglia di mangiare tediosi cibi sani. Si ha voglia di qualcosa un po' "stuzzicante". [...] I risultati di tutto ciò sono visibili in una degenerazione fisica [...]. (cap. VI,; p. 106)
*[[Sheffield]], suppongo, potrebbe vantare il diritto di essere chiamata la più brutta città del mondo antico. (cap. VII)
*''Tutte le distinzioni nazionalistiche – ogni diritto a proclamarsi migliore di qualcun altro solo perché si ha un cranio di forma diversa o si parla un dialetto differente – sono del tutto spurie ma sono importanti finché la gente vi creda''. (cap. VII,; p. 124)
*Il peggior [[criminale]] che abbia mai camminato su questa terra è [[Morale|moralmente]] superiore al giudice che lo condanna alla forca. (cap. IX,; p. 164)
*Da qualunque parte vi volgiate, questa maledizione della differenza di classe vi si para dinanzi come una muraglia. O meglio, non tanto come un muraglia quanto come la parete di vetro di un [[acquario]]; è così facile fingere che non ci sia e così impossibile penetrarla. (cap. X,; p. 175)
*Ogni opinione rivoluzionaria attinge parte della sua forza alla segreta certezza che nulla può essere cambiato. (cap. X,; p. 176)
*È il [[destino]] inevitabile del [[Sentimentalismo|sentimentale]]. Tutte le sue [[Opinione|opinioni]] mutano e si trasformano in quelle opposte al primo tocco della [[realtà]]. (cap. X,; p. 177)
*Grattate il pacifista medio e troverete il nazionalista fanatico. Il borghese membro dell'Independent Labour Party e il barbuto bevitore di succhi di frutta sono anima e corpo per una società senza classi fino a quando vedano il proletario attraverso un telescopio alla rovescia; costringeteli a un ''reale'' contatto con un proletario – fate che si prendano a pugno con un pescaiolo ubriaco, un sabato sera, per esempio saranno capaci di ripiegare sul più banale snobismo borghese. (cap. X,; p. 182)
*Se volete farvi nemico un uomo, ditegli che i suoi mali sono incurabili. (cap. X,; p. 188)
*Il motivo sottinteso di molti socialisti, credo, è semplicemente un senso ipertrofico dell'ordine. L'attuale stato di cose li offende non perché causi miseria ma perché è disordinato; ciò che essi fondamentalmente desiderano, è ridurre il mondo a qualche cosa che assomiglia una scacchiera. (cap. XI, p. 199)
*La tendenza del progresso meccanico è di rendere il vostro ambiente comodo e sicuro; ma voi pensate di conservarvi coraggioso e duro. Vi spingete furiosamente in avanti e nello stesso tempo vi tirate disperatamente indietro. (cap. XII, p. 216)
*Fino a quando la macchina sia ''presente'', si ha l'obbligo di usarla. Nessun attinge acqua dal pozzo, quando si può girare un rubinetto. (cap. XII, p. 222)
*L'obiettivo sottinteso del "progresso" è, non ''esattamente'', forse, il cervello sotto spirito, ma comunque un orribile abisso subumano di mollezza e inettitudine. (cap. XII,; p. 224)
*Mettete un pacifista a lavorare in una fabbrica di bombe e in due mesi egli avrà ideato un nuovo tipo di bomba. [...] qualunque altra cosa accada, il "progresso" deve continuare e il sapere non deve mai essere soffocato. [...] Non servirebbe, come in ''Erewhon'' di Butler, spaccare tutte le macchine inventate dopo una certa data, dovremmo anche distruggere l'abito mentale che, quasi involontariamente, si metterebbe a ideare nuove macchine appena le vecchie fossero state distrutte. (cap. XII,; p. 231)
*Dobbiamo mettere bene in chiaro che nel movimento socialista c'è posto per esseri umani, o la partita è chiusa. (cap. XIII,; p. 249)
*A volte si ha l'impressione che le parole "socialismo" e "comunismo" attraggano a sé con forza magnetica ogni bevitore di succhi di frutta, ogni nudista, ogni portatore di sandali, ogni maniaco sessuale, quacchero, guaritore naturista, pacifista e femminista d'Inghilterra. (2005, p. 194)
{{NDR|George Orwell, ''La strada di Wigan Pier'' (''The Road to Wigan Pier'', 1937), traduzione di Giorgio Monicelli, Mondadori.}}
 
==''Libertà di stampa''==
*È importante capire che l'attuale russomania non è che un sintomo del generale indebolimento della tradizione liberale in Occidente.
*La [[libertà]] intellettuale è una tradizione profondamente radicata, senza la quale è improbabile che esisterebbe la nostra cultura specificatamente occidentale. È una tradizione alla quale molti dei nostri intellettuali stanno visibilmente voltando le spalle.
*Se la [[libertà di stampa]] significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.<ref>Riportata anche nella prefazione de ''La fattoria degli animali'' nella forma: «Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.».</ref>
 
==''Nel ventre della balena e altri saggi''==
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*I pacifisti in larga parte, o appartengono a oscure sette religiose o sono semplicemente dei filantropi che rifiutano di accettare la vita com'è e non vanno al di là di questo punto. Eppure c’è una minoranza di intellettuali pacifisti le cui vere - sebbene inconfessate - motivazioni sono l'odio per la democrazia occidentale e l’ammirazione del totalitarismo. La propaganda pacifista solitamente semplifica, affermando che una parte è dannosa quanto l'altra, ma se si esaminano attentamente gli scritti dei pacifisti intellettuali più giovani, ci si accorge che essi non esprimono affatto la loro disapprovazione imparziale, ma si indirizzano quasi esclusivamente contro la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Inoltre, di regola non condannano la violenza in quanto tale ma solo la violenza esercitata dai paesi occidentali. I russi, diversamente dagli inglesi, non vengono biasimanti perché si difendono facendo uso di apparati bellici; invero tutta la propaganda pacifista di questo tipo evita di menzionare la Russia o la Cina. (da ''Appunti sul nazionalismo'' in ''Nel ventre della balena e altri saggi'', Bompiani, 2002, pp. 212-213)
*La distinzione non è tanto tra violenza e non violenza ma tra l'avere o meno appetiti per il potere. Ci sono persone che sono convinte della malvagità degli eserciti e delle forze di polizia ma che sono, ciò nondimeno, molto più intolleranti e inquisitori nel modo di vedere della persona normale la quale crede che, talvolta, sia necessario usare la violenza. Non diranno a qualcuno «Fai questo, quello o quell'altro altrimenti andrai in prigione» ma, se potranno, si insinueranno nel suo cervello e manovreranno i suoi pensieri fin nei più piccoli particolari. Principi come il pacifismo e l'anarchia, che sembrano superficialmente implicare una completa rinuncia al potere, incoraggiano piuttosto questo atteggiamento mentale. (da ''Lear, Tolstoi ed il Matto'')
{{NDR|George Orwell, ''Nel ventre della balena e altri saggi'', traduzione di Tiziana Barghigiani e Claudio Scappi, Sansoni, 1988.}}
 
==''Omaggio alla Catalogna''==
===[[Incipit]]===
Nella caserma Lenin di [[Barcellona]], il giorno prima del mio arruolamento fra i miliziani, ne vidi uno, italiano, ritto davanti al tavolo degli ufficiali.<br>Era un giovanotto dall'aspetto rude, sui venticinque o ventisei anni, capelli biondo-rossicci e spalle possenti. Il berretto di cuoio a punta gli calava fieramente su un occhio. Lo vedevo di profilo, il mento sul petto, mentre osservava con un cipiglio di perplessità una carta geografica che uno degli ufficiali aveva dispiegata sulla tavola. Qualcosa, sul suo volto, mi commosse profondamente. Era il volto di un uomo che avrebbe commesso un omicidio, gettato via la propria vita per un amico: il tipo di faccia che aspettereste in un [[Anarchia|anarchico]], anche se con ogni probabilità egli era un [[Comunismo|comunista]].
 
{{NDR|George Orwell, ''Omaggio alla Catalogna'' (''Homage to Catalonia''), traduzione di Giorgio Monicelli, CDE 1984.}}
 
===Citazioni===
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*Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la [[propaganda]] bellica, tutte le vociferazioni, le menzogne, l'[[odio]] provengono inevitabilmente da coloro che non combattono. (1984, p. 64)
*L'unica particolarità nella situazione spagnola è che, tra i partiti schierati dalla parte del governo, i comunisti stavano non all'estrema sinistra, ma all'estrema destra. (1984, p. 66)
*{{NDR|Sulle guardie d'assalto}} Erano truppe splendide, di gran lunga le migliori ch'io avessi visto in Spagna [...] Io m'ero abituato ai miliziani laceri, quasi privi di armi, sul fronte aragonese, e non avevo mai saputo che la repubblica disponesse di truppe come queste [...] Le guardie civili e i carabineros, che non dovevano affatto andare al fronte, erano meglio armati e molto meglio equipaggiati di noi. Immagino che accada lo stesso in tutte le guerre; che ci sia sempre lo stesso contrasto fra la polizia tirata a lucido in retrovia e i soldati laceri in prima fila. (1984<ref name=ch1>Citato in [[Noam Chomsky]], ''I nuovi mandarini'', pp. 112-113.</ref>)
*Un governo che manda al fronte dei quindicenni, con fucili vecchi di quarant'anni, e tiene in retrovia gli uomini piú robusti e le armi piú nuove, ha evidentemente piú paura della rivoluzione che dei fascisti. Ecco il perché della fiacca politica bellica degli ultimi sei mesi e del compromesso con cui quasi certamente la guerra avrà fine. (1984<ref name=ch1/>)
*In particolare nella stampa inglese si sarebbe cercato a lungo prima di trovare un riferimento favorevole agli anarchici spagnoli, in un qualsiasi momento della guerra. Li hanno denigrati sistematicamente e so per esperienza che è quasi impossibile convincere qualcuno a stampare qualcosa in loro difesa. (1984, p. 159<ref name=ch2>Citato in [[Noam Chomsky]], ''I nuovi mandarini'', p. 154</ref> (p. 159)
*Un incrociatore e due cacciatorpediniere inglesi avevano circondato il porto e, senza dubbio, c'erano altre navi da guerra non lontano. I giornali inglesi facevano credere che queste navi fossero dirette a Barcellona "per difendere gli interessi inglesi", ma in realtà non davano segno di voler far nulla del genere; non sbarcavano, cioè, truppe né prendevano a bordo profughi. Non si può essere sicuri, ma era almeno probabile dedurre che il governo inglese, mentre non aveva mosso un dito per salvare il governo spagnolo da Franco, sarebbe ora intervenuto alla svelta per salvarlo dai suoi stessi operai. (1984, p. 153<ref name=ch2/> (p. 153)
*E poi l'Inghilterra – l'Inghilterra meridionale, probabilmente il paesaggio più curato del mondo. Quando lo si attraversa, soprattutto se, reduci dal mal di mare, si è tranquillamente sprofondati fra i morbidi cuscini del treno che dal porto va a Londra, riesce difficile credere che qualche cosa da qualche parte accada veramente. Terremoto in Giappone, catastrofi per fame in Cina, rivoluzioni in Messico? Nessuna preoccupazione, domattina il latte sarà come sempre davanti alla porta di casa e il «New Statesman» uscirà venerdì.
 
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*Quanto più si è consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sarà la possibilità di agire politicamente senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale.
 
==[[Incipit]] di ''Senza un soldo a Parigi e a Londra''==
===[[Incipit]]===
Parigi, rue du Coq d'Or, le sette del mattino. Una sequela di urla strozzate e furibonde dalla strada. Madame Monce, la padrona dell'alberghetto di fronte al mio, era uscita sul marciapiede per apostrofare una pensionante del terzo piano. Aveva i piedi nudi infilati negli zoccoli e i capelli grigi spioventi.
 
{{NDR|George Orwell, ''Senza un soldo a Parigi e a Londra'' (1933), traduzione di Isabella Leonetti, Mondadori.}}
 
==''Tra sdegno e passione''==
*I vagabondi non sanno parlare di altro, non parlano che della loro vita. Non riescono a intrecciare una conversazione perché i ventri perennemente vuoti svuotano la testa. Il mondo non li interessa, non sono mai sicuri di contare sul prossimo pasto e così non sanno pensare ad altro che al prossimo pasto. (''Il dormitorio'':; p. 92)
*Sono nuovamente colpito dal fatto che un operaio, non appena fa carriera nei sindacati o si interessa alla politica laburista, diventa, lo voglia o no, un borghese. È così: combattendo la borghesia, ne assume l'aspetto. (''Nel paese dei minatori'':; p. 124)
*Il risultato di questo lungo allenamento è che, mentre il borghese, entro certi limiti, si aspetta di ottenere ciò che desidera, l'operaio si sente sempre lo schiavo di una più o meno misteriosa autorità. (''Nel paese dei minatori'':; p. 149)
*Uno degli effetti di una vita tranquilla e civilizzata è di sviluppare un'estrema ipersensività, che tende a far sembrare disgustose tutte le emozioni primitive. La generosità diventa penosa come la malignità, la gratitudine odiosa come l'ingratitudine. (''Sguardo retrospettivo sulla guerra spagnola'':; p. 197)
*In un [[paese]] prospero, e per di più imperialista, la [[politica]] di sinistra è sempre una specie di impostura. Una vera ricostruzione politica non potrebbe non produrre, almeno temporaneamente, un abbassamento del tenore di [[vita]] inglese. (''Negri esclusi'':; p. 235)
*Ma, per essere fratelli, occorre un padre comune. Dal che sovente si deduce che gli uomini non riusciranno mai a sviluppare un senso di comunità, a meno che non credano in Dio. [...] Dobbiamo assolutamente sentirci figli di Dio, anche se il Dio dei preti non esiste più. (''Noterelle occasionali'':; p. 242)
*Ciò che mi svelò il sogno di quella notte fu che il mio lungo allenamento in [[patriottismo]], cui è sottoposta la borghesia, era riuscito nel suo intento e che, quando avessi visto l'Inghilterra in un grave impiccio, mi sarebbe stato impossibile sabotarla. [...] Il patriottismo non ha nulla a vedere con il conservatorismo. È la devozione a qualcosa che muta, ma che resta misteriosamente sempre lo stesso. [...] Sono proprio le persone il cui cuore non ha mai palpitato alla vista della bandiera nazionale, che diserteranno la rivoluzione, quando sia giunto il momento buono. (''La patria'':; p. 254)
*Il cristianesimo e il socialismo internazionale sono forze insignificanti, se paragonati al patriottismo. Hitler e Mussolini riuscirono a conquistare il potere soprattutto perché intuirono questa verità, che i loro nemici non capivano. (''Il leone e l'unicorno'', I:; p. 263)
*Una famiglia diretta dai membri che non capiscono nulla, questa forse è la più concisa ed esatta definizione che si possa proporre dell'Inghilterra. (''Il leone e l'unicorno'', III:; p. 278)
*Nessuno è patriottico quando si tratta di [[pagare]] le tasse. (''Diario di guerra'', 9 agosto 1940:; p. 333)
*Non può essere un semplice caso il fatto che i nazionalisti più accesi e romantici non appartengano, di solito, alla nazione che idealizzano. I capi che basano il loro fascino su ''la patrie'' o sono completi stranieri o provengono dalle zone di confine di grandi imperi. (''La mia guerra'', 30 giugno 1944:; p. 355)
*Quando sono messi a morte, i tiranni dovrebbero essere uccisi dai loro sudditi. Quelli puniti da un'autorità straniera, come [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], diventano martiri leggendari. [...] Ma niente martirio, niente Sant'Elena, e soprattutto nessun solenne e ipocrita processo ai criminali di guerra, con tutta la lenta e crudele pompa della legge che, dopo un certo lasso di tempo, ha la strana abitudine di soffondere di una luce romantica gli accusati e di trasformare un farabutto in un eroe. (''Chi sono i criminali di guerra?'':; p. 374)
*Chiunque abbia cercato di destare l'opinione pubblica durante gli anni delle aggressioni fasciste dal 1933 in poi, sa quali furono i risultati di una propaganda basata sull'odio. "Atrocità" viene considerato sinonimo di "menzogne". Le storie sui capi di concentramento tedeschi erano storie di atrocità e, perciò, null'altro che menzogne – così ragionava l'uomo della strada. Gli scrittori di sinistra, che cercarono di far capire al pubblico che il fascismo era un inqualificabile errore, si trovarono a dover combattere contro la loro propaganda degli ultimi quindici anni. (''Criminali di guerra'':; p. 378)
 
{{NDR|George Orwell, ''Tra sdegno e passione'', traduzione di Enzo Giachino, Rizzoli, 1968.}}
 
==Citazioni su George Orwell==
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==Bibliografia==
*[[Noam Chomsky]]. ''I nuovi mandarini. {{small|Gli intellettuali e il potere in America}}'', prefazione di Howard Zinn, traduzioni di Luca Baranelli, Francesco Ciafaloni, Giovanni Dettori, Maria Vittoria Malvano, Santina Mobiglia, Giovanna Stefancich, Adria Tissoni, Net, Milano, 2003.
*George Orwell, ''Charles Dickens'', in [[Charles Dickens]], ''Tempi difficili. {{small|Per questi tempi}}'' (''Hard Times. {{small|For These Times}}'', 1854), a cura di Maria Rita Cifarelli, traduzione di Maria Rita Cifarelli e Cristina Scagliotti, con un saggio di George Orwell, Einaudi, Torino, 1999. ISBN 88-06-15135-5
*George Orwell, ''Cronache di guerra'', a cura di W. J. West, traduzione di Amelia Voltolina, Leonardo, Milano 1991. ISBN 88-35-51042-2
*George Orwell, ''Diari di guerra'', a cura di Guyda Armstrong, traduzione di Alessandra Sora, Mondadori, Milano, 2007. ISBN 978-88-04-57093-6
*George Orwell, ''Fiorirà l'aspidistra'' (''Keep the Aspidistra Flying'', 1936), traduzione di Giorgio Monicelli, Mondadori, Milano, 1966.
{{NDR|*George Orwell, ''FioriràGiorni l'aspidistrain Birmania'' (''Keep the AspidistraBurmese FlyingDays'', 19361934), traduzione di GiorgioGiovanna MonicelliCaracciolo, Mondadori, Milano, 1966}}2006.
*George Orwell, ''Gli anni dell'«Observer»'' (''Orwell: The Observer Years'', 2003), traduzione di Ester Dornetti, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2006. ISBN 88-84-90856-6
*George Orwell, ''La fattoria degli animali'' (''Animal Farm'', 1945), traduzione di Bruno Tasso, Mondadori, Milano, 1985.
*George Orwell, ''La fattoria degli animali'' (''Animal Farm'', 1945), traduzione di Bruno Tasso, Mondadori, Milano, 1998.
*George Orwell, ''[https://books.google.it/books?id=lnGEEb7IqdsC&pg=PT18 La fattoria degli animali]'' (''Animal Farm'', 1945), traduzione di Guido Bulla, Mondadori, Milano, 2011.
{{NDR|*George Orwell, ''La figlia del reverendo'' (''A Clergyman's Daughter'', 1935), traduzione di Marcella Bonsanti, Garzanti, Milano, 1968.}}
*George Orwell, ''La strada di Wigan Pier'' (''The Road to Wigan Pier'', 1937), introduzione di Francesco Marroni, traduzione di Giorgio Monicelli, Mondadori, Milano, 2005.
*George Orwell, ''Libertà di stampa'', in ''Romanzi e saggi'', a cura di Guido Bulla, Mondadori, Milano, 1999. ISBN 88-04-47417-3
*George Orwell, ''Nel ventre della balena e altri saggi'' (''Inside the Whale and Other Essays'', 1940), traduzione di Tiziana Barghigiani e Claudio Scappi, Sansoni, Firenze, 1988.
*George Orwell, ''Omaggio alla Catalogna'' (''Homage to Catalonia'', 1938), Mondadori, Milano, 1984.
*George Orwell, ''OmaggioPerché alla Catalognascrivo'', in (''HomageRomanzi toe Cataloniasaggi'', 1938),a traduzionecura di GiorgioGuido MonicelliBulla, Clud degliMondadori, EditoriMilano, 19841999. ISBN 88-04-47417-3
*George Orwell, ''Perché scrivo'', in ''Romanzi e saggi'', a cura di Guido Bulla, Mondadori, Milano, 1999. ISBN 88-04-47417-3
*George Orwell, ''RomanziSenza un soldo a Parigi e saggia Londra'' (1933), a curatraduzione di GuidoIsabella BullaLeonetti, Mondadori, Milano 1999. ISBN 88-04-47417-3
{{NDR|*George Orwell, ''Tra sdegno e passione'', traduzione di Enzo Giachino, Rizzoli, Milano, 1968.}}
 
==Opere==