Charles Dickens: differenze tra le versioni

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*Ci sono [[corda|corde]] nel [[cuore]] umano [...] che sarebbe meglio non fare vibrare. (da ''Barnaby Rudge'')
*Deliziosa [[Verona]]! Con i suoi bei palazzi antichi e l'incantevole campagna vista in distanza da sentieri praticabili e da solide gallerie con balaustra. Con i suoi tranquilli ponti romani che tracciano la retta via illuminando, nell'odierna luce solare, con tonalità antiche di secoli. Con le chiese marmoree, le alte torri, la ricca architettura che si affaccia sulle antiche e quiete strade nelle quali riecheggiavano le grida dei Montecchi e dei Capuleti...
:''Pleasant Verona! With its beautiful old palaces, and charming country in the distance, seen from terrace walks, and stately, balustraded galleries. With its Roman gates, still spanning the fair street, and casting, on the sunlight of to-day, the shade of fifteen hundred years ago. With its marble-fitted churches, lofty towers, rich architecture, and quaint old quiet thoroughfares, where shouts of Montagues and Capulets once resounded...''<ref>Da ''[http://www.gutenberg.org/ebooks/650 Pictures from Italy]'', ''Guntenberg.org''.</ref>)
*Ho un'esperienza vastissima di ragazzi, e siete tutti manigoldi. (da ''Grandi speranze'')
*{{NDR|Rispondendo a [[Stendhal]]}} Pensate se voi ed io fossimo [[italia]]ni e fossimo cresciuti dall'infanzia ad ora minacciati continuamente da confessionali, prigioni e sgherri infernali, potremmo voi ed io esser migliori di loro? Saremmo noi così buoni? Io, se ben mi conosco, no. (citato in Giordano Bruno Guerri, ''Gli italiani sotto la chiesa'')
*[[Perugia]], munita di grandi mezzi di difesa dalla natura e dalla mano dell'uomo, sorge improvvisamente su di un'altura. (da ''Pictures from Italy'', Londra 1846; citato in ''Perugia'', Guide Electa Umbria, 1993)
*Qualunque uomo può essere allegro e affabile quando è ben vestito. Non c'è un gran merito in questo. (da ''Martin Chuzzlewit'', V)
*Se non ci fossero persone [[cattiveria|cattive]] non ci sarebbero buoni [[avvocato|avvocati]]. (da ''La bottega dell'antiquario'')
*Scosso da un tremito dalla testa ai piedi, l'uomo solleva [...] il busto, sostiene sulle braccia il corpo tremolante e si guarda intorno. Si trova in una piccola stanza, più di ogni altra squallida e soffocante. Attraverso la tenda logora, la debole luce dell'albe penetra da una misera corte. Giace vestito, di traverso, su un letto ampio e indecente, il cui telaio ha ceduto sotto il peso. Distesi, anch'essi vestiti e anch'essi di traverso, non nel senso della lunghezza, ci sono un cinese, un marinaio indiano e una donna scarna. I primi due sono in uno strato di sonno o stordimento; la terza sta tirando da una specie di pipa, per accenderla. E mentre tira, e schermandola con la mano magra ne concentra una favilla di luce rossa, nella mattina buia essa funge da lampada, e gli mostra quello che vede di lei. – Un'altra? –, dice la donna, in un lamentoso sussurro ansante. – Te ne fai un'altra? –. (da ''Il mistero di Edwin Drood'')
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*La signora Gamp [che si occupa di cadaveri] si confortò con un pizzico di tabacco da fiuto e stette a guardarlo con il capo reclinato un po' da una parte, come un intenditore potrebbe contemplare qualche dubbia opera d'arte. A poco a poco s'impadronì della donna il ricordo di un ramo orribile delle sue specializzazioni; e, chinatasi, ella gli immobilizzò contro i fianchi le braccia agitate per vedere che aspetto avrebbe avuto una volta morto. Per quanto la cosa possa sembrare laida, le dita di lei fremevano dal desiderio di comporre le sue membra nell'estremo atteggiamento marmoreo. – Ah, – disse la signora Gamp, scostandosi un po' dal letto – sarebbe proprio una gran bella salma! –.
*Sempre e sempre più forte rombava il tuono dalla voce profonda, come echeggiando nella miriade di sale di qualche enorme tempio del cielo; sempre più numerosi e accecanti divenivano i lampi; sempre più dirotta cadeva la pioggia. I cavalli [...] sembravano tuffarsi nei rivoli di fuoco vibrante che serpeggiavano sul terreno davanti a esso ed emergerne; ma i due uomini sedevano immobili nella carrozza e procedevano come se fossero stati soggetti a una forza d'attrazione invisibile.
*Qualunque uomo può essere allegro e affabile quando è ben vestito. Non c'è un gran merito in questo. (da ''Martin Chuzzlewit'', V)
*Questa è la [[Regole dai libri|regola]] per i buoni affari: "Frega gli altri uomini, perché loro lo farebbero con te."<ref>Citato in Pietro Di Lorenzo, ''L'odore dei soldi. Piccola filosofia del denaro da Platone a Wall Street''.</ref>
 
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{{NDR|Einaudi, traduzione di Maria Rita Cifarelli e Cristina Scagliotti}}
 
===CitazioniLibro primo===
====Libro primo====
*{{NDR|A Stephen Blackpool}} Le istituzioni del tuo paese non sono affar tuo, e il tuo unico dovere è appunto badare ai tuoi affari. (Il signor Bounderby: XI; 1999, p. 92)
*Meglio, mille volte meglio non avere neppure un tetto sulla testa che una casa nella quale si ha il timore di tornare! (XII; 1999, p. 99)
*Come un astronomo che, in un osservatorio privo di finestre, volesse organizzare l'universo stellato col solo ausilio di carta, penna e inchiostro, cosí il signor Gradgrind nel ''suo'' privato osservatorio (e come il suo ve ne sono parecchi) non aveva alcun bisogno di gettare lo sguardo sugli esseri umani che gli brulicavano attorno, ma si compiaceva di tracciare i loro destini su una semplice lavagna, cancellando via le loro lacrime con un unico pezzetto di spugna sudicia. (XV; 1999, p. 116)
 
====Libro secondo====
*È sempre un fatto curioso osservare come, in molte assemblee, gli ascoltatori soccombano passivamente all'insipienza di qualche presuntuoso, sia esso nobile o comune cittadino, di qualche uomo che essi – o almeno i tre quarti di essi – non riuscirebbero in alcun modo a sollevare dal suo abisso di stupidità e a portare al loro livello intellettuale. (IV; 1999, p. 168)
*Ben piú difficile di quanto avesse mai potuto immaginare era separare, dentro di sé, la sensazione di abbandono da quella, ingiustificata, di vergogna e disonore. (IV; 1999, p. 174)
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*{{NDR|Al signor Gradgrind}} Come avete potuto darmi la vita e insieme privarmi di tutte quelle piccole cose che la distinguono da uno stato di morte cosciente? Dove sono le virtú della mia anima? E i moti del cuore? Che ne avete fatto, padre, del giardino che avrebbe dovuto fiorire in mezzo a questo deserto?<br />[...]<br />Se quel giardino fosse mai esistito, sarebbero bastate le sue ceneri a salvarmi dal vuoto in cui sprofonda la mia vita. Non volevo dire questo; ma, padre, rammentate l'ultima conversazione che avemmo in questa stanza?<br />[...]<br />Quel che m'è salito alle labbra adesso, l'avrei detto anche allora, se solo per un attimo mi aveste aiutata. Non vi rimprovero, padre. Quel che non avete coltivato in me, non l'avete coltivato neppure in voi stesso. Oh, se solo l'aveste fatto tanto tempo fa, oppure mi aveste trascurata, oggi sarei di certo una creatura migliore, e piú felice! (Louisa Bounderby: XII; 1999, p. 258)
 
====Libro terzo====
*Tutte le forze troppo a lungo imprigionate, quando esplodono, portano distruzione. Anche l'aria cosí vitale per la terra, l'acqua portatrice di ricchezza, il calore che conduce a maturazione, si trasformano, se ingabbiate, in forze devastanti. Cosí avveniva anche allora nel suo cuore: le sue migliori qualità, troppo a lungo accanite contro se stesse, si erano trasformate in un cumulo di ostinazione, pronto a sollevarsi contro un'amica. (I; 1999, pp. 269-270)
*Principio basilare della filosofia di Gradgrind era che tutto avesse un prezzo e che il prezzo andasse pagato. Nessuno doveva mai dare niente a nessuno, né offrire aiuto ad alcuno, senza corrispettivo. La gratitudine andava abolita, e le virtú che da essa scaturivano non dovevano esistere. Ogni frammento dell'esistenza umana, dalla nascita alla morte, era da considerarsi alla stregua di un contratto che andava stipulato da due parti contrapposte. E se a quel modo non si finiva in Paradiso voleva dire che il Paradiso non era un luogo dotato di caratteristiche politico-economiche, e non conveniva andarci. (VIII; 1999, p. 345)