Attila (film 1954): differenze tra le versioni

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|sceneggiatore=Primo Zeglio</br>Ennio De Concini
|attori=
*[[Anthony Quinn]]: [[Attila]]
*[[Sophia Loren]]: Onoria
*[[Irene Papas]]: Grune
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==Frasi==
{{cronologico}}
*Sono passati gli unni, un mare irresistibile di barbari che, dai lontani deserti dell'Asia, spinti da un insaziabile desiderio di preda, dilagonodilagano verso la terra ricca dell'occidente. Gli unni, un mare di sangue, di distruzione, di morte. GliLi guida un capo fanatico e feroce dal nome mormorato come quello del demonio, minaccioso come una spada: [[Attila]]. È l'anno 450 d.c. L'impero d'occidente agonizza. Verso i confini orientali sul danubioDanubio avanza un ambasceria romana. La comanda l'unico uomo che conosca profondamente Attila e che sia in grado di penetrare i segreti dei suoi piani ambiziosi. Un uomo nato in Pannonia, ma che da molti anni vive sotto le insigne dell'impero d'occidente: Ezio, generale di Roma. ('''Narratore''')
 
*La storia si scrive col sangue, non col vino. Col sangue abbiamo conquistato la terra per i nostri aratri, la legna per i focolari, il cibo per le nostre donne e i nostri figli. Ancora pochi anni fa, le nostre tribù decimate dalla fame e dal freddo erravano sulle desolate terre del nord. Ancora pochi anni fa, dal passaggio d'un branco di bufali dipendeva l'esistenza di migliaia di unni. Adesso abbiamo anche noi una terra fertile da coltivare, una terra sulla quale costruiremo le nostre case. Saremo buoni amici con tutti i nostri vicini, e vivremo in pace percheperché noi vogliamo la pace. Il mondo è grande, c'è terra per tutti. Unni e romani possono vivere fraternamente vicini. Io mi auguro che essi non impuganoimpugnano le armi gli uni contro gli altri, e che ansi possono combattere insieme contro i nemici comuni. A questo bevo, alla pace fra gli unni e i romani. ('''Bleda''')
 
*Mio fratello non sopporta la vista del sangue, neanche per gioco. ('''Attila''')
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==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Onegesio''': Io, Onegesio, auguro lunga vita ad Ezio di Pannonia. Noi sappiamo che l'imperatore ti ha mandato a rinnovare i patti d'amicizia con noi unni. Però non possiamo più fidarci. Voi avete trattenuto oltre i termini i nostri ostaggi e li avete obligatiobbligati a diventare cristiani, e avete violato i nostri confini.<br />'''Ezio''': Ma che dici? Queste vostre accuse sono infondate. Gli ostaggi sono restati a Ravenna di loro volontà. Molti hanno sposato donne latine. È vero che alcuni sono diventati cristiani, ma spontaneamente. E in quanto riguarda...<br />'''Onegesio''': Il vescovo di Margus ha violato le tombe dei re unni.<br />'''Ezio''': Ma a Margus non c'è il vescovo.<br />'''Attila''': Poco importa se non era un vescovo. È quello che ha fatto che importa per noi.<br />'''Ezio''': Ma io non posso credere che un sacerdote...<br />'''Bleda''': Abbiamo le prove che uno della vostra chiesa, magari un semplice prete, ha violato a Margus le tombe dei nostri avi, e questo per noi è un affronto.<br />'''Attila''': E io ho giurato sui miei figli di vendicarlo.<br />'''Bleda''': Dopo fatti simili, prima di rinnovare il trattato d'amicizia, pretenderemo anche garanzie.<br />'''Ezio''': Ci metteremo d'accordo, lo vedrai.<br />'''Bleda''': Discuteremo...<br />'''Attila''': No! Qui non c'è proprio niente da discutere, Bleda. Voglio la testa del colpevole, vescovo o prete che sia.<br />'''Ezio''': Tu vuoi soltanto questo?<br />'''Attila''': No, non solo questo. Ci restituirete tutti gli ostaggi e i disertori, e ci pagherete un tributo doppio di quello che abbiamo stupidamente pagato a voi fino a questo momento. Questa è la nostra proposta, e non la cambieremo.
 
*'''Ezio''': Devo parlarti, Attila. Hai fatto male poco fa. Hai insultato il mio imperatore, ma voglio dimenticarlo perché ti sono amico.<br />'''Attila''': O perché l'impero romano è debole?<br />'''Ezio''': L'impero ha molte pecche, però è forte, perché ha la fede.<br />'''Attila''': Voi avete un dio. Uno solo. Noi molti. Sù, Ezio. Deciditi. Qual'è la tua risposta?<br />'''Ezio''': Il tuo prezzo è troppo alto.<br />'''Attila''': Rifiuta, allora.<br />'''Ezio''': Se rifiutassi, che accadrebbe?<br />'''Attila''': Guarda! {{NDR|indica un esercito che lo acclama}} Eccoli, gli unni. Nessuno gli ha mai sconfitti.<br />'''Ezio''': Lo so. Tua cavalleria è famosa per il suo valore.<br />'''Attila''': Ventimila cavalieri sono qui, centomila uomini su quelle colline, e tutto un popolo li segue. Ne città, ne fortezze li potranno mai fermare.
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*'''Attila''': Tu sei un soldato come lo sono io, Ezio, non un diplomatico. Lascia Ravenna e vieni da me. Insieme, conquisteremo il mondo.<br />'''Ezio''': A che prezzo? Paesi devastati? Città incendiate? Eccidi e distruzione? L'odio d'interi popoli? No, Attila.<br />'''Attila''': Stai diventando filosofo!<br />'''Ezio''': Chiamami come vuoi. Preferisco amare che odiare, e costruire anzi che distruggere, e ho fede nella fratellanza degli uomini.<br />'''Attila''': La fratellanza dei cristiani, al massimo.
 
*'''Ezio''': Ma perché devi odiare così tanto la civiltà?<br />'''Attila''': E qual' è la civiltà? Quella di Ravenna? Corruzione, intrighi, schiavitù. Un impero di gente imbelle e un imperatore che si dipinge.<br />'''Ezio''': No, Attila. Se tutto fosse così, io verrei con te. Ma legge e ordine, libertà e giustizia, un dio che ci promette la risurrezione, questa è la nostra civiltà. Non sono cose materiali, ma valori morali, e molti unni l'hanno capito, incluso tuo fratello. Quanto a me, combatterò fino alla morte per questi ideali.
 
==Altri progetti==