Daisetsu Teitarō Suzuki: differenze tra le versioni

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*Comunque sia, lo [[Buddhismo Zen|Zen]] è sempre vicino alla nostra quotidiana esperienza ed è questo il significato della frase di Nansen (Nan-ch'uan) e di Baso (Ma-tsu): «La vostra mente (il vostro pensiero) di ogni giorno è il [[Tao]]». «Quando abbiamo fame mangiamo e quando siamo stanchi dormiamo». In questa immediatezza di azione, senza alcun intervento mediatore, quale il riconoscimento di oggetti, la considerazione del [[tempo]], il giudizio sui valori, ecc., l'Inconscio si afferma negandosi.
 
==''SaggiLo sulZen Buddhismoe Zenla cultura giapponese''==
*Non appena la [[mente]] si «ferma» su un oggetto, di qualunque genere, non si è più padroni di sé e si finirà certamente vittima della spada dell'avversario. Se ti contrapponi a lui, ti porterà via la mente. Quindi, non pensare neppure a te stesso.
===Volume 1===
*Finché il pensiero della morte perdura nella propria coscienza, tuttavia, l'uomo di spada sarà spinto, inconsciamente eppure senza scampo, verso ciò che più vorrebbe evitare.
*Gli [[animali]] e le [[piante]] non s'impongono coscientemente di vivere, lo fanno e basta e lottano inconsapevoli affinché questa condizione non cessi. Noi [[uomo|esseri umani]] siamo coscienti di questa lotta e per questo nutriamo fantasie di ogni genere sulla [[vita]] e sulla [[morte]]. E non sono forse proprio queste fantasie o, più precisamente, queste illusioni, e non la realtà delle cose nella loro essenza, a creare in noi infinite occasioni di preoccupazione, di angoscia, di trepidante attesa? Quando le illusioni vengono rimosse, non sarà la vita stessa a badare al proprio interesse, come meglio crede? E non è proprio questo il modo in cui l'uomo di spada permette al suo istinto, che mira a preservare la vita, di operare in pieno accordo con la natura? Libera da ogni interferenza umana, che consiste in primo luogo in processi intellettivi a livello della coscienza e in riflessioni ingannevoli, la natura ora sa come meglio procedere.
 
==''Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I''==
*I cosiddetti maestri dello Zen non sanno presentare le loro idee alla luce del pensiero moderno. I loro anni più produttivi dal punto di vista intellettuale essi li passano nelle Sale della Meditazione, e quando le lasciano per avere felicemente portato a termine la loro formazione interiore, essi ci si presentano come degli adepti profondamente versati nell'arte dei cosiddetti ''[[ko-an]]'' (temi o problemi proposti ai discepoli), e non mostrano nessun particolare interesse per la psicologia e la filosofia dello Zen. Così lo Zen resta chiuso e come suggellato nei «Detti» dei maestri e nello studio tecnico dei ''ko-an'', e quasi incapace di uscire dalla clausura dei conventi.
*Nella sua essenza, lo Zen è l'arte di vedere nella propria natura.
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*Quale pur fosse la gioia sovrasensibile che si sperimenta praticando il ''dhyāna'', il Buddha fu lungi dall'identificarla con lo scopo ultimo della vita buddhista; in ogni loro forma, simili estasi debbono essere abbandonate perché, confondendo la mente, arrestano il corso ascendente del risveglio di ''paññā''<ref>Pāli per ''prajñā''.</ref> – mentre solo grazie a questo risveglio si può giungere all'emancipazione, si può effettuare il ritorno alla propria dimora originaria.
*Lo Zen evita l'errore dell'unilateralità insita sia nel [[realismo]] che nell'[[idealismo]].
 
==''Lo Zen e la cultura giapponese''==
*Non appena la [[mente]] si «ferma» su un oggetto, di qualunque genere, non si è più padroni di sé e si finirà certamente vittima della spada dell'avversario. Se ti contrapponi a lui, ti porterà via la mente. Quindi, non pensare neppure a te stesso.
*Finché il pensiero della morte perdura nella propria coscienza, tuttavia, l'uomo di spada sarà spinto, inconsciamente eppure senza scampo, verso ciò che più vorrebbe evitare.
*Gli [[animali]] e le [[piante]] non s'impongono coscientemente di vivere, lo fanno e basta e lottano inconsapevoli affinché questa condizione non cessi. Noi [[uomo|esseri umani]] siamo coscienti di questa lotta e per questo nutriamo fantasie di ogni genere sulla [[vita]] e sulla [[morte]]. E non sono forse proprio queste fantasie o, più precisamente, queste illusioni, e non la realtà delle cose nella loro essenza, a creare in noi infinite occasioni di preoccupazione, di angoscia, di trepidante attesa? Quando le illusioni vengono rimosse, non sarà la vita stessa a badare al proprio interesse, come meglio crede? E non è proprio questo il modo in cui l'uomo di spada permette al suo istinto, che mira a preservare la vita, di operare in pieno accordo con la natura? Libera da ogni interferenza umana, che consiste in primo luogo in processi intellettivi a livello della coscienza e in riflessioni ingannevoli, la natura ora sa come meglio procedere.
 
==Citazioni su Daisetsu Teitarō Suzuki==
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*Daisetz T. Suzuki, ''La dottrina Zen del Vuoto Mentale'', Ubaldini Editore, 1968.
*Daisetz T. Suzuki, ''Lo Zen e la cultura giapponese'', Adelphi, 2014.
*Daisetz T. Suzuki, ''Saggi sul Buddhismo Zen'', Vol. 1'', Edizioni Mediterranee, 2013.
 
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