Susan Sontag: differenze tra le versioni

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'''Susan Sontag''' (1933 – 2004), scrittrice statunitense.
 
*Fa male allora amare. È come accettare di farsi scorticare sapendo che in qualunque momento l'altra persona può andarsene via con la tua pelle. {{da(dai controllare|citazione necessaria|Se''Taccuini saie quali è la fontediari di questaSusan citazioneSontag, inseriscila,1958-67'') grazie.}}
*La [[malattia]] è il lato notturno della vita.
*Le vittime suggeriscono innocenza. E l'innocenza, per mezzo di una logica inflessibile che regola tutte le relazioni dei termini, suggerisce colpa.
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*L'ideologia del capitalismo ci rende tutti conoscitori della libertà – dell'infinita espansione della possibilità.
*La [[depressione]] è la melanconia meno il suo fascino – l'animazione, i parossismi.
*La paura di invecchiare viene nel momento in cui di riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente. {{da(dai controllare|citazione necessaria|Se''Taccuini saie quali è la fontediari di questa citazione,Susan inseriscilaSontag, grazie.}}1958-67'')
*L'interpretazione è la vendetta dell'intelligenza sull'arte.
*La noia non è che il contrario della fascinazione: entrambe dipendono dall'essere al di fuori piuttosto che dentro una situazione, e l'una conduce all'altra.
*Leggere e ascoltare [[musica]]: trionfi del mio uscire da me stessa. (da ''Pellegrinaggio'', Archinto, Milano, 2004, traduzione a cura di Paolo Dilonardo)
*Solo adesso mi sto rendendo conto di quanto mi sento in colpa d'essere omosessuale. Con H. ero convinta che la cosa non mi turbasse, ma mentivo a me stessa. Ho fatto in modo che gli altri (per esempio Annette) credessero che il mio vizio fosse H., e che se non fosse per lei non sarei omosessuale, o almeno non prevalentemente. {{da(dai controllare|citazione necessaria|Se''Taccuini saie quali è la fontediari di questa citazione,Susan inseriscilaSontag, grazie.}}1958-67'')
*Strano che non avessi mai pensato di andare in una biblioteca. Dovevo acquistarli, vederli in fila lungo una parete della mia minuscola camera da letto. Le mie divinità familiari. Le mie navicelle spaziali. (da ''Pellegrinaggio'')