Nico Perrone: differenze tra le versioni

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[[File:FotoNicoPerrone.GIF|thumb|Nico Perrone nel 2007]]
'''Nico Perrone''' (1935 – vivente), saggista, storico, docente universitario e giornalista italiano.
 
==Citazioni di Nico Perrone==
*Far valere le ragioni della politica internazionale del proprio paese in una prospettiva di medio termine, specialmente quando quelle ragioni non sono perfettamente allineate con le direttrici di marcia delle massime potenze, è compito davvero difficile da realizzare, e da mantenere a lungo. Se guardiamo alla politica dell'[[Italia]] verso i paesi arabi, vedremo che con [[Giulio Andreotti|Andreotti]] si è trattato appunto di questo. Se guardiamo ai nostri rapporti con la potenza sovietica e i paesi satelliti, varranno le stesse considerazioni. Se guardiamo alla nostra politica all'interno delle organizzazioni europee, con Andreotti ritroviamo le stesse direttrici di marcia. Se guardiamo alle grandi relazioni di affari internazionali, ancora di questo si è trattato. Se guardiamo poi al ruolo internazionale dell'Italia nella sua dimensione complessiva, a opera di Andreotti esso è stato da protagonista. (citato inda [[Giacomo Annibaldis]], ''La Gazzetta del Mezzogiorno'', 8 maggio 2013)
 
==''Alcide De Gasperi''==
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*Apprezzato all'estero, soprattutto a Parigi, in patria dava fastidio e poco a poco venne messo in un canto, soprattutto da quando denunciò l'opacità dell'"affare Moro" e mise alla gogna i "professionisti dell'antimafia" [...]. Fu investito da un uragano d'invettive. Non era un moralista. Era una persona perbene. Non aveva bisogno di codici etici per tenere la schiena dritta. ([[Aldo A. Mola]], ''Il Giornale del Piemonte'', 29 marzo 2015)
*È pieno di "cose" questo agile e apparentemente esile La profezia di Sciascia di Nico Perrone. In realtà, l'aspetto, il formato non deve trarre in inganno: non è affatto esile, tutt'altro; è robusto e, appunto, pieno di "cose", "argomenti": idee, opinioni che non saranno (anzi, sicuramente, dati i tempi che si vivono) maggioritarie e dominanti; ma sono il lievito di quel pensiero destinato a durare; e alla fine, "vincere". È un baedeker da compulsare, dopo averlo letto, scegliendo magari un brano a caso, con la certezza che un "caso" non sarà mai, se l'occhio indugerà in quel particolare brano: che le coincidenze hanno una loro logica, pur sfuggente, a volte. ([[Valter Vecellio]], ''L'opinione'', 8 aprile 2015)
*nel 1987 Sciascia scrisse un famoso articolo: “I professionisti dell'antimafia”dell’antimafia”, che provocò una polemica furibonda nella quale fu investito da dissensi ed autentici insulti,soprattutto da parte di ''Repubblica'', ma anche di altre testate e difeso dal solo ''Corriere'' che aveva pubblicato il pezzo. La storia è oggi ricostruita puntualmente, anche sulla base di quattro lettere inedite di Sciascia, da Nico Perrone […] che ricorda come il titolo, per la verità, era ingannevole: non lo aveva scelto l'autorel’autore, ma era, come di consueto, un redazionale. ([[Aldo Giannuli]], ''aldogiannuli.it'', 26 aprile 2015)
*il delizioso librino di Nico Perrone, La profezia di Sciascia, proposto da Archinto, che raccoglie pure una conversazione con lo scrittore del 1978, "durata due intere giornate", alla quale s'aggiungono quattro lettere inedite che Sciascia scrisse a Perrone tra il luglio del 1988 e il gennaio del 1989. ([[Massimo Onofri]], ''Avvenire'', 26 agosto 2015)
*il libretto di Nico Perrone [...] fa seguito a una sua densa introduzione sul profilo politico dello scrittore. (Massimo Raffaelli, ''il manifesto'', "Alias", 20 settembre 2015)
*Una lunga riflessione sulla figura dell'intellettualedell’intellettuale impegnato attivamente precede la conversazione con lui, frutto di minuziosi appunti, a Roma, nell'autunnonell’autunno del 1978. Le idee sono espresse da Sciascia con risposte decise e fulminee. Seguono quattro lettere dello scrittore che esplorano la situazione del tempo con riferimenti precisi al caso Mattei e alla scomparsa di Mauro De Mauro. È una chicca, questo piccolo libro, da leggere per ricordare, per riflettere su un passato non tanto lontano quasi dimenticato. (Anna Grazia D'OriaD’Oria, ''L'immaginazioneL’immaginazione'', n. 290, novembre-dicembre 2015)
*una conversazione con lo scrittore del 1978 e quattro lettere inedite che Sciascia scrisse all'americanistaall’americanista Perrone in un periodo cruciale della sua vita (luglio 1988 - gennaio 1989) quando fu sotto attacco per l'articolol’articolo sui ''Professionisti dell'antimafiadell’antimafia'' da parte di un largo fronte di intellettuali e politici, che si spinse fino al dileggio e all'infamiaall’infamia, e lo scosse profondamente accelerando il male che lo avrebbe portato alla morte. (Antonio Motta, ''L'attaccoL’attacco'', 22 dicembre 2015)
 
==''L'inventore del trasformismo''==
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==''Progetto di un impero''==
===[[Incipit]]===
A proclamare l'egemonial’egemonia di uno stato su un continente intero, non ci aveva provato nessuno. Lo fece per la prima volta il presidente degli Stati Uniti d'Americad’America, James Monroe, con un messaggio solenne. Egli prese l'occasionel’occasione, nel 1823, dell'inaugurazionedell’inaugurazione della sessione annuale del Congresso. Per consuetudine, quello era l'attol’atto rituale per l'apertural’apertura dei lavori dei due rami del parlamento. Per consuetudine, esso consisteva nell'annuncionell’annuncio del programma legislativo con l'indicazionel’indicazione a grandi linee delle attività da svolgere. Ma niente di più. Mai. Quella volta invece, Monroe andò molto al di là, e sorprese tutti, in America e all'esteroall’estero; per meglio dire, fuori dei confini degli Stati Uniti la sorpresa venne soltanto quando si riuscì a capire bene il significato profondo delle parole del presidente. Mettendo da parte gli usi diplomatici, il discorso non contenne nessuna di quelle espressioni di convenienza nei confronti degli altri Stati, che facevano parte delle consuetudini internazionali.
===Citazioni===
*Un linguaggio, come si vede, molto esplicito e duro: erano istruzioni al fine di far rappresentare – per la prima volta nei confronti di una grande potenza riconosciuta come tale – che ormai anche gli Stati Uniti si consideravano alla stregua di una potenza, e volevano essere riconosciuti in tale ruolo. Essi facevano dipendere dal riconoscimento di quella loro caratteristica niente meno che «la pace del mondo». La dottrina di Monroe era ancora di là da venire, ma intanto si era voluto già rendere nota alle grandi potenze la personalità forte e decisa degli Stati Uniti nelle relazioni internazionali. (p. 21)
*Nel 1822 gli Stati Uniti – anche questa fu una lungi- mirante iniziativa diplomatica di Adams – furono il primo Stato a riconoscere alcune repubbliche dell'Americadell’America latina che si erano data l'indipendenzal’indipendenza. (p. 37)
*Il messaggio fu il primo atto di una storia che sarà molto lunga, senza mai sfumature; che da parte di Washington sarà ritenuta a lungo incompiuta. Una storia piena di significato nazionale, fondata su fatti concreti. Eppure fu una storia piena di significato ideale: anche se l'interessel’interesse – a guardarlo nella prospettiva storica – era quello di un paese solo. (p. 55)
===[[Explicit]]===
Dopo sarebbero venuti la potenza delle armi, il potere economico, la tecnologia, e soprattutto il saper elevare a dogma di respiro mondiale i propri interessi e il proprio sistema economico-politico. Tutto questo soltanto in parte c'erac’era fin dal principio; nella parte maggiore l'Americal’America se l'èl’è saputo costruire, anche andandoselo a prendere altrove. E dopo, ha saputo imporlo come un valore di carattere universale. Si può concludere che a proclamare un'egemoniaun’egemonia di quelle dimensioni, nessun'altranessun’altra potenza ci ha più provato. Ma dopo vaste ferite, Washington ha ormai smesso d'invocared’invocare la dottrina di Monroe. Era durata per quasi due secoli.
===Citazioni su ''Progetto di un impero''===
*una ricerca incoraggiata da [[Fernand Braudel]] (che ne aveva scritto in ''Civilisation matérielle, économie et capitalisme'', nel 1979), il cui fulcro è sostanziato da una documentazione amplissima. […] Monroe fu tempestivo, a quarant'anniquarant’anni dalla vittoria nella guerra d'indipendenzad’indipendenza, nell'impedirenell’impedire il ritorno dell'egemoniadell’egemonia spagnola. […] dopo l'enunciazionel’enunciazione del famoso discorso si consolidò una prospettiva che ha portato alla preminenza americana sull'emisferosull’emisfero occidentale. […] Perrone ha unito alla descrizione del contesto anche una certosina ricostruzione della reazione sorprendente degli indici delle borse di Londra e Parigi, dove gli operatori del tempo ebbero la lucidità di presagire la rilevanza del cambiamento in atto. (''Il Foglio'', 20 settembre 2013)
*Un messaggio sulle cui premesse ideologiche e proiezione geopolitica Perrone offre uno studio di rilievo […]. Le anaisi di Nico Perone, capace di usare vecchi listini di borsa come straordinari documenti storici, indicano infatti l'immediatal’immediata rivalutazione dei titoli sudamericani e il contemporaneo crollo di quelli portoghesi e soprattutto spagnoli […]. Una documentazione storicamente disattesa che consente a Perrone di leggere l'originel’origine della curva geopolitica discendente dell'Europadell’Europa e ascendente degli Stati Uniti. (Paolo Simoncelli, ''Avvenire'', 19 ottobre 2013)
 
==Bibliografia==
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*Nico Perrone, ''Obiettivo Mattei. Petrolio, Stati Uniti e politica dell'ENI'', Gamberetti, Roma, 1995. ISBN 8-87990-010-2
*Nico Perrone, ''Progetto di un impero. 1823. L'annuncio dell'egemonia americana infiamma la borsa'', La Città del Sole, Napoli, 2013. ISSN 9-788882-923105
 
 
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