Nikolaj Vasil'evič Gogol': differenze tra le versioni

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'''Nikolaj Vasil'evič Gogol'''' (1809 – 1852), scrittore e drammaturgo ucraino.
 
== Citazioni di Nikolaj Vasil'evič Gogol' ==
*Cos'è tutto ciò che ho scritto fin oggi? Mi sembra di scartabellare un vecchio quaderno di scuola dove in una pagina noti negligenza, in un'altra impazienza e abborracciature; la mano timida e incerta del principiante, e il modo di fare ardito dell'insolente... È ormai tempo di accingersi a lavorare sul serio. Oh, quale meraviglioso significato hanno avuto tutte le circostanze e le vicissitudini della mia vita! Quale via di salvazione sono state per me le amarezze e le avversità... La mia lontananza attuale dalla patria è voluta dall'alto, da quella stessa sublime provvidenza che tutto mi concede per la mia educazione. ''Questa è una grande svolta ''[perelom]'', una grande epoca della mia vita''. (da una lettera a Zukovskij del 16 giugno 1836; citato in Leone Pacini Savoj, introduzione a Gogol' 2004, p. 59)
*Da tempo avevo il sospetto che i [[Cane|cani]] fossero più intelligenti degli uomini; ed ero perfino convinto che potessero parlare, ma che, soltanto, ci fosse in loro una specie di cocciutaggine. Sono dei grandi politiconi: osservano ogni cosa, non perdono una sola mossa di una persona. (da ''Il diario di un pazzo'', in ''I racconti degli «Arabeschi»'', p. 86)
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*«O mia sovrana!» esclamò Andrea, pieno di ogni esuberanza, di cuore, di spirito e di ogni sorta «di che hai bisogno? che vuoi? Non hai che a dirmelo. Assegnami il compito più impossibile che mai sia al mondo, e io correrò ad eseguirlo. Dimmi di fare quello che supera le forze di ogni uomo, e io lo farò, io andrò incontro alla mia rovina. Perirò, sì, perirò! e perire per te, lo giuro per la Croce santa, è per me così dolce... Ma non sono capace di dire quanto!»
*E non vide innanzi a sé altro che il solo suo terribile padre.<br>«Ebbene, che abbiamo da fare adesso?» disse Taras guardandolo fisso negli occhi. «Di' figliuolo, ti hanno aiutato i ''Ljachi''?»<br>Andrea non rispose.<br>«Tradire così! tradire la Fede? tradire i tuoi? Fermati qui, scendi da cavallo!»<br>Tutto umile, come un bambino, si lasciò andare giù da cavallo e si fermò, né vivo né morto, innanzi a Taras.<br>«Sta lì e non ti muovere! Io ti misi al mondo, io ti ucciderò» disse Taras, e, fatto un passo indietro si tolse di spalla il fucile.<br>Bianco come un cencio di tela fine, era lì Andrea; si vedeva che egli muoveva pian piano le labbra e pronunziava un nome; ma non era il nome della patria, o della madre o del fratello: era il nome della bellissima polacca. Taras sparò.<br>Come una spiga di grano recisa dalla falce, come un tenero agnello che ha sentito sotto il cuore il ferro mortale, egli chinò la testa e rotolò nell'erba senza dire una parola.
 
{{NDR|Nikolaj Vasilevič Gogol, ''Taras Bul'ba'', traduzione di Nicola Festa, Biblioteca Moderna Mondadori, 1954}}
 
==''Tutti i racconti''==
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==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|Taras Bul'ba|''Taras Bul'ba''|(1835)}}
{{Pedia|Le anime morte|''Le anime morte''|(1842)}}
 
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[[Categoria:Drammaturghi|Gogol, Nikolaj]]
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