Nico Perrone: differenze tra le versioni

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Il problema petrolifero allora poteva apparire di non grande sviluppo [...]. In prospettiva esso si rivelerà di primo piano per l'ascesa dell'Italia a potenza economica, e quella difesa attuata da De Gasperi varrà a bilanciare, in parte, una politica che si era sviluppata "sotto un dominio pieno e incontrollato".
===Citazioni su ''De Gasperi e l'America''===
*Se il libro fosse un articolo di giornale (e per certi aspetti è effettivamente il più lungo editoriale del Manifesto che io abbia mai letto) queste tesi avrebbero una loro attraente carica polemica. Ma Perrone è uno storico, e per convincere il lettore del buon fondamento delle sue convinzioni ha fatto lunghe ricerche negli archivi italiani e degli Stati Uniti, ha confrontato e integrato i documenti americani con quelli che rimangono negli archivi personali dei maggiori uomini politici del tempo, da Truman a Acheson. Tutto, quindi, è verificato, accertato, documentato. Peccato che nel comporre un così ricco mosaico egli abbia collocato sullo stesso piano documenti di valore profondamente diverso e ne abbia dato una lettura fortemente personale. Se un documento della Cia, il 10 aprile 1948, constata che “il governo De Gasperi è stato rispondente agli obiettivi degli Stati Uniti nel perseguimento delle sue politiche interna ed estera”, questo non significa che il leader democristiano abbia obbedito a pressioni americane. Se Kennan, in un famoso documento del 15 marzo 1948, si chiede che cosa accadrebbe il giorno in cui il governo italiano mettesse al bando il Pci, non bisogna confondere un esercizio a tavolino con una linea politica. Se Tarchiani, ambasciatore italiano a Washington, prospetta ad Acheson la possibilità di un nuovo viaggio negli Stati Uniti e il segretario di Stato si riserva di pensarci, questo non significa che egli “prenda le distanze”. Se Taviani, in una conversazione con l'autore, riconosce che i partigiani democratici, in Friuli, consegnarono le armi ai carabinieri soltanto dopo le elezioni dell'aprile 1948, questo non significa che le radici di Gladio vadano ricercate nell'immediato dopoguerra. Significa più semplicemente che per molto tempo, dopo la fine del conflitto, l'incubo dei friulani furono Tito e le sue milizie. ([[Sergio Romano]])
*Toccò a [[Franklin D. Roosevelt|Roosevelt]], [[Winston Churchill|Churchill]], [[Stalin]]. Doveva toccare anche a De Gasperi. Mentre gli storici inglesi continuano a scalpellare il monumento di Churchill e il generale Volkogonov non smette di rileggere criticamente la vita dei fondatori dello stato sovietico, Nico Perrone, docente di storia americana e collaboratore del ''manifesto'', pubblica presso l'editore Sellerio di Palermo un libro fortemente "revisionista" su ''De Gasperi e l'America''. [...] Perrone ci precipita all'indietro negli anni in cui De Gasperi era "lacchè degli Stati Uniti", Scelba era il suo "ministro della polizia", [[Giuseppe Saragat|Saragat]] rompeva l'unità socialista con i soldi degli americani e Pacciardi cacciava i comunisti dagli opifici militari per obbedire agli ordini della CIA. Le tesi del libro sono sostanzialmente queste. Non è vero che gli americani abbiano assistito l'Italia per aiutarla a consolidare il suo regime democratico: lo hanno fatto per creare nel paese, con la collaborazione dei loro clienti, un duro fronte anticomunista. [...] Perrone è uno storico, e per convincere il lettore del buon fondamento delle sue convinzioni ha fatto lunghe ricerche negli archivi italiani e degli Stati Uniti, ha confrontato e integrato i documenti americani con quelli che rimangono negli archivi personali dei maggiori uomini politici del tempo, da [[Harry S. Truman|Truman]] a [[Dean Acheson|Acheson]]. ([[Sergio Romano]])
 
==''Economia pubblica rimossa''==
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===[[Explicit]]===
Dopo il messaggio del presidente Monroe, nella prospettiva che all'egemonia spagnola debba sostituirsi nell'America latina quella degli Stati Uniti [...], la corsa al rialzo dei titoli sudamericani rispecchia proprio la fiducia riposta in tali paesi – una volto sotto la protezione degli Stati Uniti – come terre ricche di "immense risorse" da sfruttare, come mercati da riservare a nuovi operatori commerciali (la cui cerchia si vuole contenere quanto più possibile), come zone d'influenza – non più di dominio coloniale – di un nuovo sistema politico ed economico.
 
==''La profezia di Sciascia. Una conversazione e quattro lettere''==
===[[Incipit]]===
Leonardo Sciascia nel 1978 è un punto di riferimento molto importante della cultura e della politica italiana. Scrittore di fama conteso dagli editori, amato anche all’estero, specialmente in Francia dove c’è tanta attenzione per il nuovo che viene dalla letteratura italiana. E inoltre egli è un’espressione della Sicilia, per la quale ci sono tante ragioni d’interesse culturale. Accanto al suo valore di scrittore e alla vasta diffusione dei suoi libri, Sciascia ha conquistato una posizione di grande rilievo anche nel dibattito politico.
===Citazioni===
*Sciascia in poche parole ha colto il nodo. Con la rincorsa del potere a fianco della Dc, il Pci cambia la propria natura. p. 25
*Ma è davvero una svolta politica la candidatura di Leonardo Sciascia nel Partito radicale? A meglio considerare la questione, dopo tanti anni, quella può essere ritenuta piuttosto la sofferta constatazione della svolta che si sta consumando nel Pci. p. 33
*Quanto pesi sulla vita di un uomo l’intensa persecuzione di una parte importante della stampa, accompagnandolo quasi fino alla morte, non si può dimostrarlo. Per stare alla cronologia esteriore dei fatti, la salute di Sciascia sul finire del 1988 vede aggravarsi una situazione già compromessa; o meglio, allora la sua malattia si manifesta in un modo che non è più reversibile. p. 55
===[[Explicit]]===
Alla “futura memoria” lo scrittore affida le pagine che maggiormente hanno pesato su di lui. Nel libro egli pubblica infatti non solo l’articolo suo, ma anche ma anche la sua replica ferma e civile. Quella campagna produrrà anche un risultato postumo: quello di oscurare Leonardo Sciascia per più per più di vent’anni. Alle sue opere, alle sue parole mai più verrà riconosciuto il vero valore.
===Citazioni su ''La profezia di Sciascia''===
*Nella conversazione romana, Sciascia – descritto magistralmente dal suo interlocutore – si mette a nudo, soppesando tuttavia ciò che dice. E di certo non si limita a rispondere sui temi scottanti della politica e del suo impegno e “disimpegno”. Parla del potere delle donne in Sicilia, ma anche del tempo amaro delle nuove generazioni, con parole preveggenti; chiarisce perché rinuncia ai grandi premi letterari. (Giacomo Annibaldis, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 24 febbraio 2015)
*Un intellettuale libero, raccontato attraverso un epistolario inedito e i retroscena dell’intervista che rilasciò a “il manifesto”. (Michele De Feudis, “Corriere del Mezzogiorno”, 26 febbraio 2015)
*Documenti illuminanti sul pensiero di un autore spesso travisato. (Antonio Carioti, “Corriere della sera”, 9 marzo 2015)
*Apprezzato all’estero, soprattutto a Parigi, in patria dava fastidio e poco a poco venne messo in un canto, soprattutto da quando denunciò l’opacità dell’“affare Moro” e mise alla gogna i “professionisti dell’antimafia” […]. Fu investito da un uragano d’invettive. Non era un moralista. Era una persona perbene. Non aveva bisogno di codici etici per tenere la schiena dritta. ([[Aldo A. Mola]], “Giornale del Piemonte”, 29 marzo 2015)
*È pieno di “cose” questo agile e apparentemente esile La profezia di Sciascia di Nico Perrone. In realtà, l’aspetto, il formato non deve trarre in inganno: non è affatto esile, tutt’altro; è robusto e, appunto, pieno di “cose”, “argomenti”: idee, opinioni che non saranno (anzi, sicuramente, dati i tempi che si vivono) maggioritarie e dominanti; ma sono il lievito di quel pensiero destinato a durare; e alla fine, “vincere”. È un baedeker da compulsare, dopo averlo letto, scegliendo magari un brano a caso, con la certezza che un “caso” non sarà mai, se l’occhio indugerà in quel particolare brano: che le coincidenze hanno una loro logica, pur sfuggente, a volte. ([[Valter Vecellio]], “L’opinione”, 8 aprile 2015)
*il delizioso librino di Nico Perrone, La profezia di Sciascia, proposto da Archinto, che raccoglie pure una conversazione con lo scrittore del 1978, “durata due intere giornate”, alla quale s’aggiungono quattro lettere inedite che Sciascia scrisse a Perrone tra il luglio del 1988 e il gennaio del 1989. ([[Massimo Onofri]], “Avvenire”, 26 agosto 2015)
*il libretto di Nico Perrone […] fa seguito a una sua densa introduzione sul profilo politico dello scrittore. (Massimo Raffaelli, “il manifesto”, “Alias”, 20 settembre 2015)
 
==''Il segno della DC''==
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*Nico Perrone, ''Enrico Mattei'', Bologna, Il Mulino, 2001. ISBN 88-15-07913-0
*Nico Perrone, ''Il dissesto programmato. Le partecipazioni statali nel sistema di consenso democristiano'', Dedalo, Bari, 1991. ISBN 88-220-6115-2
*Nico Perrone, ''Il manifesto dell'imperialismo americano nelle borse di Londra e Parigi'', in ''Belfagor'', Firenze, Olschi, 31 maggio 1977 (XXXII), pp. 321 ss..
*Nico Perrone, ''IlLa segnoprofezia delladi DCSciascia'', DedaloArchinto, BariMilano, 20022015. ISBN 88-220-6253-1
*Nico Perrone, ''Il segno della DC'', Dedalo, Bari, 2002. ISBN 88-220-6253 978-88-7768-676-3-1
*Nico Perrone, ''Il truglio. Infami, delatori e pentiti nel Regno di Napoli'', Sellerio, Palermo, 2000. ISBN 88-389-1023-3
*Nico Perrone, ''James Monroe. Il manifesto dell'imperialismo'', Manifestolibri, Roma, 1996. ISBN 88-7285-110-6