Jules Renard: differenze tra le versioni

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*I [[seno|seni]] delle donne hanno la forma di grossi soffietti per la polvere insetticida. (19 settembre 1895; Vergani, p. 96)
*L'uomo davvero libero è colui che sa rifiutare un invito a cena senza fornire pretesti.<ref name=moralisti /> (25 novembre 1895)
*Firmerò anch'io la domanda di grazia per [[Oscar Wilde]], a condizione che egli dia la sua parola d'onore di non scrivere più. (6 dicembre 1895; Vergani, p. 98)
*La [[mimosa]] è, tra i fiori, quello che è il [[canarino]] tra gli uccelli. (20 febbraio 1896; Vergani, p. 108)
*Se avessi [[talento]], verrei imitato. Se mi si imitasse, diventerei di moda. Se diventassi di moda, passerei rapidamente di moda. È meglio dunque che io non abbia alcun talento. (21 aprile 1896; Vergani, p. 108)
*Per allontanare il [[temporale]], si possono commettere tutte le vigliaccherie: pregare Dio, o fingere di lavorare, o salvare la mosca che stava per bruciarsi alla fiamma della candela. (6 giugno 1896; Vergani, p. 109)
*Vorrei essere uno di quegli uomini che avevano poche cose da dire e che le hanno dette in poche parole. (9 luglio 1896; Vergani, p. 109)
*Se mi annunciaste la morte della mia bambina che amo tanto, e nelle vostre [[parola|parole]] ce ne fosse una pittoresca, non potrei sentirla senza esserne affascinato. (9 luglio 1896; Vergani, pp. 109-110)
*La [[gloria]] non è più che un genere coloniale. (18 luglio 1896; Vergani, p. 110)
*Se fossi stato amico o parente di [[Paul Verlaine|Verlaine]], lo avrei preso senza dubbio a schiaffi. Umile lettore in mezzo alla folla anonima, io non conosco che l'immortale poeta. La mia gioia è di amarlo, il mio dovere è di assolverlo per il male che ha fatto agli altri. (agosto 1896; Vergani, p. 111)
*La [[lepre]]. Il rumore sottilissimo della foglia che cade la mette all'erta. È presa dall'angoscia come noi, quando nella notte sentiamo scricchiolare i nostri mobili. (settembre 1896; Vergani, p. 111)
[[File:Jules Renard by Vallotton.jpg|thumb|''Jules Renard'' ([[Félix Vallotton|F. Vallaton]], 1898)]]
*Il più grand'uomo è solamente un fanciullo che la vita ha ingannato. (17 ottobre 1896; Vergani, p. 111)
*I [[fonografo|fonografi]] hanno una voce da nonna. (18 novembre 1896; Vergani, p. 114)
*[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], lo leggevo sonnecchiando, e io voglio sopprimere in me tutto ciò che di lui mi faceva sonnecchiare. (16 dicembre 1896; Vergani, p. 117)
*I muri di provincia trasudano rancore. (30 dicembre 1896; Vergani, p. 117)
*E queste donne vecchie, che io ho conosciuto ragazze! Sono dunque così vecchio anch'io? Come hanno fatto ad appassire così? (13 maggio 1897; Vergani, p. 124)
*Gli [[albero|alberi]] sono forse i soli che conoscono a fondo il mistero dell'acqua. (22 maggio 1897; Vergani, p. 124)
*L'uccello non si posa sul rosaio perché c'è una rosa: vi si posa perché ha visto dei pidocchi. (9 giugno 1897; Vergani, p. 126)
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*La paura della [[vita e morte|morte]] fa amare il lavoro che è tutta la [[vita e morte|vita]]. (10 luglio 1897; Vergani, p. 131)
*Se si potesse rileggermi prima di leggermi, mi si amerebbe molto di più. (30 luglio 1897; Vergani, p. 132)
*Le mie battute faranno fortuna, io no. (30 luglio 1897; Vergani, p. 132)
*Dio, che comprende e perdona tutto, rifiuterà di aprirmi la porta del cielo se avrò fatto un errore in francese. (6 settembre 1897; Vergani, p. 132)
*Certi uomini hanno l'aria di essersi [[matrimonio|sposati]] solamente per impedire alle loro mogli di sposarsi con altri. (29 settembre 1897; p. 133)
*Gli ultimi versi di [[Paul Verlaine|Verlaine]]. Non è più una scrittura: è un gioco di dadi fatto con le parole. (1 ottobre 1897; Vergani, p. 133)
*Le attrici sono dispostissime a recitare una parte di donna vecchia ma non una parte di donna matura. (16 novembre 1897; Vergani, p. 133)
*Un cattivo [[libro]] è sempre meglio di una buona commedia. (16 novembre 1897; Vergani, p. 133)
*Non si muore. La [[morte]] è una specie di vita covata. (23 dicembre 1897; Vergani, p. 135)
*Le [[ruga|rughe]] non sono che dei sorrisi largamente incisi. (25 dicembre 1897; Vergani, p. 135)