Jules Renard: differenze tra le versioni

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*Il pensiero di avere [[trentenne|trent'anni]] mi sfianca. Ho dietro a me tutta una vita morta. Davanti a me un'esistenza opaca nella quale non prevedo niente. Mi sento vecchio, e triste come un vecchio. (29 maggio 1894; Vergani, p. 76)
*La mia letteratura è un continuo tentativo di rettificare quel che provo nella vita, come qualcuno che consulta febbrilmente un libro per sapere cosa bisogna fare per rianimare l'annegato sdraiato sulla riva. (30 maggio 1894; Vergani, p. 77)
*Tutti gli animali parlano, meno il [[pappagallo]] che «sa parlare». (14 giugno 1894; Vergani, p. 77)
*Nel momento in cui il condannato ha la testa infilata nella ghigliottina, ci dovrebbe essere un silenzio prima che la lama cada. Una guardia repubblicana dovrebbe uscire dai ranghi e consegnare al carnefice una busta. Il carnefice dovrebbe dire al condannato: «È la tua grazia!» e nel medesimo momento dovrebbe far cadere la lama. Il condannato morirebbe così pienamente felice. (22 giugno 1894; Vergani, p. 77)
*Piccole [[nuvola|nuvole]] bianche salgono laggiù come se si tosasse la lana sulla schiena delle colline. (1 luglio 1894; Vergani, p. 77)
*Per aver [[successo]] bisogna aggiungere acqua al proprio vino, finché non c'è più vino. (3 luglio 1894)
*HoLa ilmano cervelloche come[[scrivere|scrive]] unadeve nocecercare frescadi eignorare aspettosempre una martellatal'occhio che deve aprirlolegge. (237 luglio 1894; Vergani, p. 7978)
*Ho il [[cervello]] come una noce fresca e aspetto una martellata che deve aprirlo. (23 luglio 1894; Vergani, p. 79)
*Davanti alla stupidità dei [[pittore|pittori]] si ha voglia di imparare a disegnare prima di morire. (23 luglio 1894; Vergani, p. 79)
*Io sono un orologio il cui pendolo oscilla senza stancarsi dall'orgoglio all'umiltà: ma, solido sulle mie gambe mantengo l'equilibrio e resto in piedi. (3 novembre 1894; Vergani, pp. 81-82)
*Non si può guarire del mal dello [[scrivere]] se non ammalandosi veramente, mortalmente, e morendo. (13 febbraio 1895; Vergani, p. 89)
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*Ritorno a [[Parigi]]. Parigi ha un odore di carrozze da piazza. (19 luglio 1895; Vergani, p. 95)
*Tutta la nostra [[critica]] è l'arte di rimproverare agli altri di non avere le qualità che noi crediamo di avere. (29 luglio 1895; Vergani, p. 95)
*Allegro come quando [[pioggia|piove]] e si sa che un amico è fuori e se la prende tutta. (10 agosto 1895; Vergani, p. 95)
*Quando si legge la storia di una vita esemplare, come quella di Balzac, si arriva sempre al racconto della morte. E allora, a che giova essere esemplari? (27 agosto 1895; Vergani, p. 96)
*I [[seno|seni]] delle donne hanno la forma di grossi soffietti per la polvere insetticida. (19 settembre 1895; Vergani, p. 96)
*L'uomo davvero libero è colui che sa rifiutare un invito a cena senza fornire pretesti.<ref name=moralisti /> (25 novembre 1895)
*La [[mimosa]] è, tra i fiori, quello che è il [[canarino]] tra gli uccelli. (20 febbraio 1896; Vergani, p. 108)
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===Citazioni su ''Pel di carota''===
*Ogni momento ''Poil de carotte'' mi riappare. Noi viviamo insieme, ma io spero di morire prima di lui.<ref>Da ''Diario 1887-1910'', traduzione di Orio Vergani, 9 settembre 1895, p. 96.</ref> (Jules Renard)
*''Poil de carotte'' è un libro sbagliato, incompleto, composto male, perché mi è venuto fuori a soffi.<ref>Da ''Diario 1887-1910'', traduzione di Orio Vergani, 21 settembre 1894, p. 80.</ref> (Jules Renard)
*Posso dire che, per merito di ''Poil de carotte'', avrò raddoppiato la mia vita.<ref>Da ''Diario 1887-1910'', traduzione di Orio Vergani, 22 febbraio 1894, p. 73.</ref> (Jules Renard)