Callimaco: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Venus-kallimah pushkin.jpg|thumb|''Venere e la mela'' di Callimaco]]
'''Callimaco''' (310 a.C. circa – 240 a.C. circa), poeta greco.
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* Dorme un sonno sacro; non dire che i buoni muoiono. <br>
(''Epigrammi'', VII ''Epitafio di Saone'')
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* Odio il poema ciclico, né mi piace la via <br>
che porta molti qua e là;<br>
odio anche l'amasio di tutti, né alla fontana pubblica<br>
bevo: disprezzo tutte le cose popolari. <br> (''Epigrammi'', XXVIII, vv. 1-4).
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* Andate in malora, funesta stirpe dell'Invidia; e in futuro secondo l'abilità, <br>
non con la pertica persiana, giudicate l'arte! <br>
E non andate in cerca di un canto altisonante <br>
che da me nasca: tuonare non spetta a me, ma a Zeus! <br> (''Aitia'', fr. 1 Pf., vv. 17-20).
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* Grande libro, grande malanno! <br> (Fr. 368 Pf.).
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* Sì, sì, costruisci la tua casa, cane, cane che sei, ché d'ora in poi il tuo banchetto non avrà più fine! <br> (''Inno a Demetra'', vv. 64-65).
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* Alle vergini spose in odio è forse <br>
Venere? Forse a' genitor la gioia <br>
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Se me giovin gli Dei, gemono guai. <br>
(Fr. 110 Pf., trad. Ugo Foscolo).
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