John Fante: differenze tra le versioni

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* Così l'ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere. <br/> E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro. (dalla prefazione)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Full of life''===
Era una casa grande perché eravamo gente con progetti grandiosi. Il primo era già lì, una sporgenza all'altezza del suo punto vita, una cosa dai movimenti sinuosi, striscianti e contorti come un groviglio di serpi. Nelle tranquille ore prima di mezzanotte appoggiavo il mio orecchio su quella zona e sentivo un gorgoglio come da una sorgente, dei gorgoglii, dei risucchi e degli sciabordii.<br>
Dicevo: — Si comporta proprio come il maschio della specie.<br>
— Non necessariamente.<br>
— Nessuna femmina scalcia così tanto.
 
===''Le storie di Arturo Bandini''===
====''Aspetta primavera, Bandini''====
Avanzava, scalciando la neve profonda. Era un uomo disgustato. Si chiamava Svevo Bandini e abitava in quella strada, tre isolati più avanti. Aveva freddo, e le scarpe sfondate. Quella mattina le aveva rattoppate con dei pezzi di cartone di una scatola di pasta. Pasta che non era stata pagata. Ci aveva pensato proprio mentre infilava il cartone nelle scarpe.
 
====''La strada per Los Angeles''====
Ho fatto un sacco di lavori al porto di Los Angeles perché la nostra famiglia era povera e mio padre era morto. Il mio primo lavoro, poco dopo la maturità, fu quello di spalatore di fossi. Di notte non potevo dormire per via del mal di schiena. Stavamo facendo uno scavo in un terreno, non c'era neanche un po' d'ombra, il sole picchiava dall'alto di un cielo senza nuvole, e io giù in quella buca a scavare insieme con due cani da valanga che avevano una vera passione per lo scavo, sempre là a ridere e a raccontarsi barzellette, ridendo e fumando un tabacco puzzolente.
 
====''Chiedi alla polvere''====
(v. sopra)
 
====''Sogni di Bunker Hill''====
Il mio primo impatto con il successo non fu per nulla memorabile. Facevo l'aiuto cameriere alla tavola calda di Marx. L'anno era il 1934. Il luogo, l'incrocio fra la Third e Hill, Los Angeles. Avevo ventun anni, e per me il mondo era delimitato a ovest a Bunker Hill, a est da Los Angeles Street, a sud da Pershing Square e a nord dal Civic Center. Ero un aiuto cameriere veramente unico, con grande verve e molto stile vista la professione, e sebbene fossi terribilmente sottopagato (un dollaro al giorno più i pasti), attiravo una considerevole attenzione quando scivolavo fischiettando di tavolo in tavolo con un vassoio in equilibrio su una mano, strappando sorrisi ai miei clienti.
 
==''La confraternita dell'uva''==
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*John Fante, ''La confraternita del Chianti'' (''The Brotherhood of the Grape'', 1977), traduzione di Francesco Durante, Marcos y Marcos, 1995.
*John Fante, ''La confraternita dell'uva'' (''The Brotherhood of the Grape'', 1977), traduzione di Francesco Durante, prefazione di [[Vinicio Capossela]], Einaudi, 2006.
*John Fante, ''Le storie di Arturo Bandini'', a cura di Emanuele Trevi, Einaudi, Torino, 2011. ISBN 9788806208721
*John Fante, ''Sogni di Bunker Hill'' (''Dreams for Bunker Hill'', 1982), traduzione di Francesco Durante, Einaudi, 2004.