Dante Alighieri: differenze tra le versioni

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===[[w:Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]===
*Nel mezzo del cammin di nostra [[Vita|vita]] / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita. (Canto I, 1-3)
*Temer si dee di solo quelle cose / c'hanno potenza di fare altrui male / de l'altre no, ché non son paurose. (Canto II, 88-90)
*Per me si va nella città dolente / per me si va nell'etterno dolore / per me si va tra la perduta gente. / Giustizia mosse il mio Alto Fattore / Fecemi la Divina Potestate. / La somma sapienza, il primo amore / Dinnanzi a me non fuor cose create / Se non etterne. / E io etterna duro. / Lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate. (Canto III)
*Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. (Canto III, 51)
*Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare. (Canto III, 95-96, Canto; V, 22-23)
*Caron dimonio, con occhi di bragia, / loro accennando, tutte le raccoglie; / batte col remo qualunque s'adagia. (Canto III, 109-111)
*Amor, ch'al cor gentile ratto s'apprende, / prese costui de la bella persona / che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. / Amor, ch'a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì forte, / che, come vedi, ancor non m'abbandona. / Amor condusse noi ad una morte. / Caina attende chi a vita ci spense. (Canto V, 100-107)
*E quella [Francesca] a me: «Nessun maggior [[Dolore|dolore]] / che ricordarsi del [[Tempo|tempo]] felice / ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore». (Canto V, 121-123)
*Mentre che l'uno spirto questo disse, l'altro piangea, si chè di pietade io venni men così com'io morisse; e caddi come corpo morto cade (Canto V, 139-142)
*Pape Satàn, pape Satàn aleppe! (Canto VII, 1)
*Ecco la fiera con la coda aguzza, / che passa i monti, e rompe i muri e l'armi! / Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza! (Canto XVII, 1-3)
*Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza. (Canto XXVI, 119-121)
:Dante, nell'Inferno, accompagnato dalla sua guida Virgilio, incontra Ulisse, condannato per essersi spinto oltre i limiti del mondo conosciuto segnati dalle Colonne d'Ercole.
:Ulisse giustifica il suo "folle volo" (così definito da Dante stesso nella sua opera) con questa famosa frase: l'uomo, secondo Ulisse, non è stato creato per vivere nell'ignoranza, ma per seguire la virtù e andare alla ricerca della conoscenza, ed elevarsi dalla sfera animale.
*La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a' capelli / del capo ch'elli avea di retro guasto. (Canto XXXIII, 1-3)
*E quindi uscimmo a riveder le stelle. (Canto XXXIV, 139)
* Ahi Pisa vituperio delle genti del bel paese la dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovasi la Capraia e la Gorgona e faccian siepe ad Arno in su la foce, si ch'elli annieghi in te ogne persona! Che' se'l conte Ugolino aveva voce d'aver tradita te de le castella, non dovei tu i figliuoi porre a tal croce...
*Godi, Fiorenza, poiché sei sì grande / Che per mare e per terra batti l'ali / E per l'Inferno tuo nome si spande. (Canto XXVI)
 
===[[w:Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]===
*Noi eravamo lunghesso mare ancora, / come gente che pensa al suo cammino, / che va col cuore e col corpo dimora. (Canto II)
*O dignitosa coscïenza e netta, <br> come t'è picciol fallo rimorso! (Canto III, 8-9)
*State contenti, umana gente, al ''quia''; <br>ché, se potuto aveste veder tutto, <br>mestier non era parturir Maria. (Canto III, 36-39)
*Ché perder tempo a chi più sa più spiace. (Canto III, 78)
*Come le pecorelle escono del chiuso / a una, a due, a tre, e l'altre stanno / timidette atterrando l'occhio e 'l muso; / e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, / addossandosi a lei, s'ella s'arresta, / semplici e quete, e lo 'mperché non sanno. (Canto III, 79-84)
*Biondo era e bello e di gentile aspetto. (Canto III, 107)
*Orribil furon li peccati miei; <br>ma la bontà infinita ha sì gran braccia, <br>che prende ciò che si rivolge a lei. (Canto III, 121-3)
*Per lor maledizione sì non si perde, <br>che non possa tornar, l'etterno amore, <br>mentre che la speranza ha fior del verde. (Canto III, 133-5)
*Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello! (Canto VI, 76-78)
*Ciascun confusamente un bene apprende nel qual si queti l'animo, e disira: per che di giugner lui ciascun contende.
*Ricorditi di me, che son la Pia; / Siena mi fé, disfecemi Maremma: / salsi colui che 'nnanellata pria / disposando m'avea con la sua gemma. (Canto V)
*Era già l'ora che volge il disio / ai navicanti e 'ntenerisce il core / lo dì c'han detto ai dolci amici addio; / e che lo novo peregrin d'amore / punge, se ode squilla di lontano / che paia il giorno pianger che si more; (Canto VIII)
 
===[[w:Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]===
* Apri la mente a quel ch'io ti paleso / e fermalvi entro; ché non fa [[Scienza|scienza]], / sanza lo ritenere, avere inteso.
*Vergine madre figlia del tuo figlio/ Umile e Alta più che creatura/ Termine fisso d'etterno consiglio/Tu se colei che l'umana [[Natura|natura]] nobilitasti sì che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. (Canto XXXIII)
*Dove Sile e Cagnan s'accompagna. (Canto IX)
*Sempre la confusion delle persone / principio fu del mal della cittade. (XVI, 67-68)
*L'aiuola che ci fa tanto feroci, / volgendom' io con li etterni Gemelli, / tutta m'apparve da' colli a le foci; / poscia rivolsi li occhi a li occhi belli. (Canto XXII)
*Non fa [[scienza]] / sanza lo ritenere, avere inteso. (V, 41-42)