Peppino De Filippo: differenze tra le versioni

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citazioni da ''Pappagone e non solo''
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* La miseria è il vero copione della comicità. È già tragedia, perciò si ride.<ref name=Pappagone/>
* "Natale in casa Cupiello" non aveva nessun bisogno di un terzo atto. Ma [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] ama la tragedia e il grand-guignol.<ref name=Pappagone>Citato in ''Pappagone e non solo'', a cura di Marco Giusti, Mondadori, 2003.</ref>
* Peppino è un comico. Da guardarsi come un artista di serie B. Magari anche come un mezzo analfabeta che fa teatro in maniera poco dignitosa e poco culturale. Perché, si sa, in Italia c'è ancora il provincialismo, per cui uno si deve vergognare di far ridere. Perché i critici al grande comico preferiranno sempre il grande cane drammatico. Perché ciò che nobilita, ciò che conta, ciò che rende «immortali» è portare in palcoscenico la disperazione, l'angoscia, la miseria, il populismo, la politica... E Peppino, si sa, disprezza la politica. Peppino pensa che la politica è una cosa sporca mentre lui è un uomo pulito...<ref name=Pappagone/>
* Se professionismo significa guadagnarsi da vivere, ero un attore professionista già a dieci anni.<ref name=Pappagone/>