Giovannino Guareschi: differenze tra le versioni

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*Molte definizioni sono state date dell'[[umorismo]]: per me la più giusta sembra quella dovuta a un illustre personaggio piuttosto francese di cui non ricordo il nome: "Non esiste l'umorismo – esistono degli umoristi". E per me l'umorista è chi sa vedere l'oggi con l'occhio di domani. Questa mia definizione potrebbe trarre in inganno qualcuno e indurlo a credere che il motto dell'umorista si identifichi con uno dei più noti slogan correnti, quello che dice: "Fate che domani i nipoti non ridano di voi". Il motto dell'umorista è sostanzialmente diverso in quanto dice: "Fa' che domani tu non debba ridere di te stesso: ridi oggi". Domani è troppo tardi. (estratto da una conferenza a Lugano, 29 marzo 1951; citato in G. Conti, ''Giovannino Guareschi, biografia di uno scrittore'', Rizzoli)
*Le più grandi sciagure dell'umanità sono state originate da chi ha voluto semplificare la vita ''pianificando'' il mondo. (da ''Chi sogna nuovi gerani?'', Rizzoli, 1993, p. 221)
* ''Libertà è docunque vive un uomo che si sente libero''. Libertà significa coscienza della propria personalità e dei propri doveri: ciò non può piacere al vile che ha il terrore d'assumersi delle responsabilità e di agire in modo consono alla propria responsabilità. Libertà significa lotta, fede, sacrifici, fatica, studio, lavoro illuminato dall'intelligenza e da un fine: ciò non può piacere all'inetto. Libertà significa rispetto di sé, degli altri e delle leggi basilari che regolano il vivere secondo Dio e secondo la civiltà. Ciò non può piacere al vile che desidera soltanto sottrarsi al dominio della sua ''coscienza personale'' per adeguarsi alla ''coscienza collettiva''. ''Amerai il prossimo tuo come te stesso'': se questa è la legge, è dovere di ognuno amare se stesso. Non si deve disprezzare il dono meraviglioso che Dio ci ha dato: Egli ci ha dato una personalità e una coscienza alle quali non dovremo rinunciare. Sul letto di morte, ci troveremo soli a rispondere a Dio delle nostre azioni. (da ''Chi sogna nuovi gerani?'', Rizzoli, 1993, p. 489)
*E così, io ti dico che, per distribuire la ricchezza, bisogna prima crearla. (da ''Chi sogna nuovi gerani?'', Rizzoli, 1993, p. 540)
*Io sono grato alla Provvidenza dei miei malanni: la sofferenza è un acido che avvelena i muscoli e le ossa, ma ripulisce l'anima e si vede tutto con altri occhi. (da ''Chi sogna nuovi gerani?'', Rizzoli, 1993, p. 220)