Filippo Turati: differenze tra le versioni

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*La ferocia dei [[Moralismo|moralisti]] [...] è superata soltanto dalla loro profonda [[stupidità]]! (11 febbraio 1907, da ''Da Pelloux a Mussolini. Dai discorsi parlamentari, 1896-1923'')
*La sacra immortale [[libertà]]: per essa il socialismo vivrà, senza essa non sarà. (dal discorso ''Contro la violenza'', Milano, 3 aprile 1921)
*Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte. (dal discorso ''Controalla laCamera violenza''dei Deputati, MilanoRoma, 315 aprileluglio 19211923){{c}} <!--Dopo la citazione vi era l'indicazione ''ibidem'', e la fonte della citazione che precedeva questa era, appunto, "dal discorso ''Contro la violenza'', Milano, 3 aprile 1921"-->
*Le [[carceri]] italiane rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuta: noi crediamo di aver abolito la tortura, ma i nostri reclusori sono essi stessi un sistema di [[tortura]]; noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte dal codice penale comune, ma la pena di morte che ammanniscono, goccia a goccia, le nostre galere è meno pietosa di quella che era data per mano del carnefice. Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori.<ref>Discorso di Filippo Turati alla Camera del 18 marzo 1904; citato da [[Walter Verini]] in ''Camera dei deputati della Repubblica Italiani – XVII Leglislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – [http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=17&sezione=assemblea&tipoDoc=pdf&idseduta=046 Seduta n. 46 del 4 luglio 2013] – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferranti ed altri; Costa: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (A.C. 331-927-A).''. Roma, 4 luglio 2013.</ref>
*Ond'è che quand'anche voi aveste impiantato il partito comunista e organizzati i Soviety in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualche cosa che sia veramente rivoluzionario, qualcosa che rimanga come elemento di società nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto – ma lo farete con convinzione, perché siete onesti – a ripercorrere completamente la nostra via, la via dei social-traditori di una volta; e dovrete farlo perché essa è la via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nucleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe. (dal discorso tenuto in occasione della scissione dei comunisti al XVII Congresso del PSI di Livorno, 19 gennaio 1921)