Aldo Grasso: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su ''[[NCIS - Unità anticrimine]]''}} La serie ha questo di singolare: non raggiunge mai vette eccelse di scrittura anche se lo standard professionale rimane alto; a differenza di «Jag» mescola un po' i generi (i morti parlano come proiezione dei vivi) e al dramma si unisce una buona dose di umorismo, per raccontare le dinamiche spesso complesse di una squadra investigativa costretta a operare in condizioni di stress (nei rapporti interpersonali, tuttavia, si notano alcuni cedimenti); i temi trattati sono sempre molto interessanti. Tocca infatti alla serialità introdurre nell'immaginario popolare argomenti che forse in passato sono stati sottovalutati.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/28/Ncis_Nessuna_Vetta_Standard_Alto_co_9_070328105.shtml Ncis, Nessuna Vetta ma Standard Alto]'', ''Corriere della Sera'', 28 marzo 2007, p.47.</ref>
*La [[televisione]] ha assunto il pollaio come modello di civiltà.<ref>Da ''Al paese dei Berlusconi'', Garzanti, 1993.</ref>
*La [[Televisione|tv]] premia, indifferentemente, chi la venera come chi la irride. Basta saperla servire.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/2010/maggio/01/Perche_premia_Piero_Chiambretti_co_9_100501092.shtml Perché la tv premia Piero Chiambretti]'', ''Corriere della seraSera'', 1 maggio 2010., {{c|Da controllare}}p.69.</ref>
*Lo spettacolo sportivo si dimostra ancora una sede particolarmente adatta per inscenare i drammi formali che assillano i sogni di una comunità, perché ogni singola gara rappresenta un paradigma, più o meno riuscito, che serve a regolare e conciliare le molte contraddizioni che attraversano la società in cui viviamo. Succede però che ora, specie con la Tv, lo sport rimanga sovente vittima della sua stessa messa in scena, del suo simulacro.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/1999/gennaio/31/Tadini_rilancia_eleganza_Gianni_Clerici_co_0_9901312861.shtml Tadini rilancia l'eleganza di Gianni Clerici]'', ''Corriere della sera'', 31 gennaio 1999, p. 30.</ref>
*Lo sviluppo delle telecomunicazioni ha creato un mondo mediato e iperconnesso e ha costretto noi che lo abitiamo a fare i conti con confini non più locali, ma globali, cambiando anche le regole con cui definiamo il nostro senso di appartenenza a una comunità. Per ora, questa appartenenza si manifesta specialmente attraverso la sofferenza e l'orrore. Una sterminata comunità mediale tenuta insieme dallo spavento.<ref>Da ''[http://archiviostorico.corriere.it/2010/aprile/29/dal_Vulcano_alla_Macchia_marina_co_9_100429089.shtml Dal Vulcano alla Macchia marina Uniti dalle Tragedie (Mediatiche)]'', ''Corriere della sera'', 29 aprile 2010, p. 42.</ref>