Stefano Tacconi: differenze tra le versioni

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*In questi anni se ne sono sentite tante, troppe sulla [[strage dell'Heysel|notte dell'Heysel]]. C'è chi ci ha voluto speculare. Hanno scritto e detto che Platini non doveva esultare dopo il rigore. Ma guardate bene l'espressione sul volto di Michel: non è gioia, quello è uno sfogo di rabbia. Altre volte hanno criticato quei miei quattro o cinque compagni che hanno festeggiato a fine gara. Pazzesco. Dico: nessuno vuol capire che un calciatore è un uomo come un altro. In quel momento la sua reazione può essere di qualunque tipo, compreso lo sfogo. Semmai sarebbe meglio parlare dei calciatori del Liverpool, che a fine partita sono andati sotto la curva dei loro tifosi per applaudire. Andate a vedervi le riprese Tv per rendervene conto. Spero non sapessero cosa fosse effettivamente accaduto, anche se la cosa mi sembra strana. Noi sapevamo tutto ed eravamo a pochi metri da loro. Forse è il comportamento degli inglesi, gente che se ne frega di tutto. Morte compresa. [...] A proposito chi dice che abbiamo esultato per la vittoria, si ricordi che la Coppa dei Campioni non ce l'hanno consegnata in campo, ma dentro una cassa di legno, proprio come fosse una bara.<ref>Da un'[http://www.asromaultras.org/stilejuverivelaztacconi95.jpg intervista] del 1995 al ''Guerin Sportivo''; citato in Francesco Caremani, ''Le verità sull'Heysel. Cronaca di una strage annunciata'', Taylor & Francis, 2003, [http://books.google.it/books?id=S6ta_UvwS5IC&pg=PA135&lpg=PA136 pp. 136-137]. ISBN 8887676232</ref>
*La Juventus non deve temere nessuno, devono essere gli avversari a temerla. Lo impone il nome, il peso della maglia bianconera non ha eguali nel mondo.<ref name=juve/>
*Noi della Juventus sapevamo che all'[[Strage dell'Heysel|Heysel]] c'erano stati dei morti laggiù nel settore Z. A dircelo erano stati i tanti, tantissimi tifosi che erano giunti nello spogliatoio per farsi medicare subito dopo l'aggressione degli hooligans inglesi. Una scena che non dimenticherò mai e che, come ha detto il mio compagno [[Michel Platini|Platini]], ha cambiato il nostro modo di vedere il calcio. C'era gente insanguinata ovunque, sul volto, lungo il corpo. Molti avevano perso le scarpe, altre i giubbotti. Fummo noi giocatori a dar loro i vestiti, i k-way e le scarpe per proteggerli dal freddo. Non so se i brividi di quei tifosi dipendessero dalla paura o dalla temperatura. I loro sguardi disperati non li ho più cancellati. È difficile spiegare esattamente lo stato d'animo in quegli attimi. Mi ricordo i tifosi terrorizzati: "Assassini, assassini: ci stanno uccidendo tutti" gridavano spaventati. Mi ricordo il nostro medico La Neve, che correva da un tifoso all'altro per le prime cure. Molti di loro piangevano, altri urlavano e singhiozzavano. Noi giocatori decidemmo che quella gara non si doveva giocare. Andammo perciò sotto la doccia ed eravamo ormai tutti vestiti quando un ufficiale delle forze armate entrò nello spogliatoio chiedendoci di giocare per motivi di sicurezza. Nessuno aveva voglia di scendere in campo. [[Giovanni Trapattoni|Trapattoni]] non ci disse nulla, non ci spiegò nessuno schema come solitamente accadeva. Basta: dovevamo giocare per evitare un'ulteriore disgrazia, ma del fatto tecnico non ci interessava nulla.<ref>Da un'[http://www.asromaultras.org/stilejuverivelaztacconi95.jpg intervista] del 1995 al ''Guerin Sportivo''; citato in Francesco Caremani, ''Le verità sull'Heysel. Cronaca di una strage annunciata'', Taylor & Francis, 2003, [http://books.google.it/books?id=S6ta_UvwS5IC&pg=PA135&lpg=PA135 pp. 135-136]. ISBN 8887676232</ref>
 
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