Gotta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+3
Riga 42:
*Più frequenti poi e poi più ostinati sono i vizii delle articolazioni dei mani e piedi, che sogliono avvenire nella podagra o nella chiragra. Esse raramente si sogliono manifestare ne' castroni, ne' giovanetti prima di usare il coíto e, nelle donne, nelle quali non siensi soppressi i mestrui. Apena cominciano a sentir gl'indizi del male convien usar il salasso; poiché questo mezzo quando è eseguito sollecitamente fin dal principio, spesso rende l'infermo libero dal male per un anno, e talora anche per tutta la vita. Alcuni parimenti, essendosi alimentati di solo latte asinino, si liberarono da questo male per tutta la vita. Alcuni altri, ottenero di star tranquilli per sempre, usando temperanza per un anno intero dal vino, dal vino melato e dalla venere.
 
===[[Giuseppe GianninoGiannini]]===
*Il freddo è la causa rimota della gotta. S'egli lo è di altre morbose affezioni, ed in ispecie delle intermittenti, delle reumatiche, del tetano, noi abbiam veduto quali particolari circostanze determinino questo effetto sia relative alla intensità del freddo, sia alla predisposizione degli individui. Il freddo produce la gotta per la di lui azione annua e quasi perpetua sulle parti in cui risiede la malattia, e per la particolare struttura od ufficio di queste parti. [...] La gotta sarà dunque malattia di quegli individui in cui il freddo avrà siffattamente agito sulle articolazioni degli arti da indurvi un grado notabile, e abituale, di atonia. Tuttavia, per la special natura di questa atonia, e pel modo con cui il freddo ha qui potuto produrla non sarà essa immediatamente e necessariamente seguita dalla gotta; e questa potrà tardare a svilupparsi.
*La gotta ha veduto nascere la Medicina, e ancora le sopravvive. Si tratta presso a poco oggidì la gotta come trattavasi son due mila anni; cioè a dire cogli stessi mezzi e collo stesso scarso successo. La di lei natura è ancor meno conosciuta. Verità umiliante e quasi incredibile, dopo gli sforzi di tanti Uomini, di tanti secoli, di tanti rimedii. Che? Sarà dunque invincibile la malattia?