Raniero Gnoli: differenze tra le versioni

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*Negli [[Śivasūtra]] la preoccupazione teoretica è del tutto subordinata alla pratica, nel senso che essi non vogliono essere nulla più che brevi accenni ai momenti essenziali della meditazione e teosofia scivaita, che il discepolo mandava a memoria, dopo di averne udito la spiegazione del Maestro. (p. 14)
*[[Somānanda]] ed [[Utpaladeva]] affermano tutto al contrario che tra questi due momenti {{NDR|percezione e rappresentazione}} non c’è differenza di qualità, ma solo di grado. Il momento discorsivo, il pensiero, non è altro se non il naturale svolgimento, l’irraggiamento del primo, in cui risiede già implicito e infuso, così come il pavone, con tutto il variopinto splendore delle sue penne, è tutto presente in potenza nell’uovo. (p. 19)
*{{NDR|Nello [[Shivaismo kashmiro]]}} Le cinque operazioni attribuite dalla tradizione a [[Śiva]], ossia creazione, mantenimento, riassorbimento, grazia ed oscurazione, non sono più naturalisticamente considerate come stadi di una realtà che indipendentemente e fuori dalla nostra coscienza nasca, si evolva e muoia, sì piuttosto come momenti della coscienza o dell’io che attraverso esse come io e coscienza liberamente si esprime. L’io è ad cgniogni momento esse tutte e ad ogni momento crea, mantiene, riassorbe, grazia ed oscura se stesso. Il nascere è anche dissoluzione, e questa un nascere. (p. 24)
*La Luce delle Sacre Scritture non è un’opera di filosofìa ma un manuale di mistica, in cui le concezioni più specialmente filosofiche della scuola sono accennate solo nella misura che possano servire a corroborare i mezzi di realizzazione pratica. (p. 32)