Raniero Gnoli: differenze tra le versioni

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'''Raniero Gnoli''' (1930 – vivente), orientalista e storico delle religioni italiano.
 
==Citazioni di Raniero Gnoli==
*Nel [[Trika]] il dio [[Shiva|Śiva]] si presenta per lo più nell'ipostasi di [[Bhairava]] [...] Il ''[[Vijñānabhairava Tantra|Vijñānabhairava]]'', da questo punto di vista, è quel testo che tratta di Bhairava, che tende a Bhairava attraverso la conoscenza (''vijñāna''). (dall'introduzione a ''Vijñānabhairava. La conoscenza del tremendo'', 2002, p. 16)
*I ''[[mantra]]'', come espressioni linguistiche aconvenzionali, possono essere paragonati, da un lato, ai gridi degli animali, alle interiezioni o alle intonazioni della voce [...], e dall'altro canto al linguaggio poetico, che, sebbene si basi sul linguaggio partico e quindi convenzionale, non si esaurisce tuttavia in esso. (dall'introduzione a ''Vijñānabhairava. La conoscenza del tremendo'', 2002, p. 23)
 
{{int|Introduzione a [[Abhinavagupta]], ''Luce delle scritture (Tantraloka)''|a cura di Raniero Gnoli, UTET, edizione elettronica De Agostini, 2013.}}
*La Luce delle Sacre Scritture ([[Tantrāloka]]), che qui presentiamo per la prima volta tradotta dall’originale sanscrito, è l’opera religiosa di gran lunga più importante di uno dei massimi pensatori dell’India, [[Abhinavagupta]], vissuto in Kashmir tra il X e l'XI secolo d. C.
*I [[tantra]] di non importa che scuola possono già da questo punto di vista dividersi in due categorie, cioè quelli che danno maggiore importanza ai poteri supernormali sopraccennati – veri e propri rituali magici, diretti non alla soppressione, ma all’esaudimento dei desideri individui – e quelli che trattano principalmente della liberazione finale. (p. 10)
*Negli [[Śivasūtra]] la preoccupazione teoretica è del tutto subordinata alla pratica, nel senso che essi non vogliono essere nulla più che brevi accenni ai momenti essenziali della meditazione e teosofia scivaita, che il discepolo mandava a memoria, dopo di averne udito la spiegazione del Maestro. (p. 14)
*[[Somānanda]] ed [[Utpaladeva]] affermano tutto al contrario che tra questi due momenti {{NDR|percezione e rappresentazione}} non c’è differenza di qualità, ma solo di grado. Il momento discorsivo, il pensiero, non è altro se non il naturale svolgimento, l’irraggiamento del primo, in cui risiede già implicito e infuso, così come il pavone, con tutto il variopinto splendore delle sue penne, è tutto presente in potenza nell’uovo. (p. 19)
*{{NDR|Nello [[Shivaismo kashmiro]]}} Le cinque operazioni attribuite dalla tradizione a [[Śiva]], ossia creazione, mantenimento, riassorbimento, grazia ed oscurazione, non sono più naturalisticamente considerate come stadi di una realtà che indipendentemente e fuori dalla nostra coscienza nasca, si evolva e muoia, sì piuttosto come momenti della coscienza o dell’io che attraverso esse come io e coscienza liberamente si esprime. L’io è ad cgni momento esse tutte e ad ogni momento crea, mantiene, riassorbe, grazia ed oscura se stesso. Il nascere è anche dissoluzione, e questa un nascere. (p. 24)
*La Luce delle Sacre Scritture non è un’opera di filosofìa ma un manuale di mistica, in cui le concezioni più specialmente filosofiche della scuola sono accennate solo nella misura che possano servire a corroborare i mezzi di realizzazione pratica. (p. 32)
 
==Bibliografia==
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[[Categoria:Orientalisti italiani|Gnoli, Raniero]]
[[Categoria:Storici delle religioni italiani|Gnoli, Raniero]]