Massimo Corsale: differenze tra le versioni

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*Il totalitarismo è un regime del nostro tempo, come è stato definito da [[Domenico Fisichella|Fisichella]]. Le caratteristiche per le quali lo si può considerare un regime del nostro tempo sono eminentemente due: innanzitutto il suo rapporto con la [[società di massa]], e in secondo luogo il suo rapporto con una determinata concezione della politica che a sua volta si presenta nell'età contemporanea (così come del resto la società di massa). (p. 104)
*Formulando la sua tesi sull'apatia politica delle masse [[Fascismo|fasciste]] [[Hannah Arendt|Arendt]] a sua volta sembrerebbe aver dimenticato di dar conto delle masse prone al totalitarismo di tipo [[Stalin|staliniano]].<br>Ma anche a voler respingere questa parte del discorso di Arendt, non mi pare che l'ossatura della sua teoria ne venga inficiata. Piuttosto, va sottolineato come ella teorizzi la rottura o l'assenza di legami sociali come pre-condizione per l'esistenza della massa. (p. 105)
*{{NDR|[[Gino Germani]]}} Questi condivide la tesi per cui il [[totalitarismo]] sarebbe la forma moderna del regime autoritario. E lo sarebbe perché la socetàsocietà moderna è caratterizzata dal fatto che il controllo sociale non vi funziona in maniera "naturale": è proprio questo il termine impiegato da Germani per indicare la socializzazione primaria, la quale notoriamente del resto ha luogo nella famiglia, ossia all'interno di un contesto in cui i rapporti sono definiti dalla natura (e i ruoli ascrittivi vi daranno vita a legami sociali forti). (p. 107)
*[[Gino Germani|Germani]] introduce un altro concetto, decisivo per la sua analisi del [[totalitarismo]]: quello di ''mobilitazione sociale''. Per ''mobilitazione'' egli intende una forma di mobilità sociale, non importa se orizzontale o verticale (magari le due insieme) ma in ogni caso non attesa e quindi non legittima, e quindi vissuta, da parte dei membri del contesto che la subiscono, come un'invasione, un'usurpazione, qualcosa di destabilizzante. (p. 107)
*Per completare il nostro modello di [[totalitarismo]] si può integrare [...] la teoria di [[Gino Germani|Germani]] con la proposta di [[Pierre Bourdieu|Bourdieu]] di distinguere il ''consenso'' in ''politico'' e ''sociale'', e quest'ultimo in ''attivo'' e ''passivo''. Il consenso sociale attivo sarebbe quello prestato nei confronti degli equilibri sociali fondamentali, prescindendo dalla condivisione di obiettivi e strategie politiche. (p. 108)