Michael Jordan: differenze tra le versioni
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*{{NDR|Durante la conferenza stampa del primo ritiro, riferito alla morte del padre}} Indubbiamente mi ha fatto riflettere sulle incertezze della vita, ma la decisione di abbandonare la professione di cestista è legata ad altre considerazioni: nella vita sportiva arriva un momento in cui ognuno deve smettere di giocare. O si fa la scelta da soli, o la fa qualcun altro, magari la stampa o il presidente di una società. Io ho la fortuna di averla presa autonomamente. Non è stato facile, mi rendo conto che non c' è molta gente che opta di andarsene proprio al momento del massimo successo, ma io non rimpiango nulla.<ref group="fonte" name=ritiro/>
* {{NDR|18 febbraio 1999, due anni prima del suo ritorno in NBA con i Washington Wizards}} Sono in pensione al 99,9%. Naturalmente, resta sempre quello 0,1%...
*Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.<ref group="fonte">Citato in Stefano Valenti, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/04/27/jordan-il-presidente-peggiore-di-sempre.html Jordan, il presidente peggiore di sempre]'', ''la Repubblica'', 27 aprile 2012.</ref>
*Nella [[National Basketball Association|Nba]] di oggi, meno fisica e con queste regole, andrei in lunetta spesso e potrei segnare 100 punti in una partita.<ref group="fonte" name=cento/>
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*Senza [[Julius Erving|Doctor J]] non sarebbe mai esistito MJ.<ref group="fonte">Citato in Roberto De Ponti, ''[http://archiviostorico.corriere.it/2009/giugno/02/basket_spettacolo_Doctor_ricetta_Segnare_co_9_090602075.shtml Il basket spettacolo di Doctor J «La ricetta? Segnare meno punti»]'', ''Corriere della Sera'', 2 giugno 2009.</ref>
*So bene di essere nero, ma mi piacerebbe essere visto come persona, e questo è il desiderio di ognuno.
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*{{NDR|In occasione del secondo ed ultimo ritorno}} Torno per amore di questo sport. Perché non m'importa di rovinare l'immagine di quanto ho fatto finora, perché quello che ho vinto non me lo può togliere nessuno. Torno per insegnare ai giovani che mi circondano quello che serve per diventare vincenti. Non devo dimostrare niente a nessuno. Quando sento che la gente fa la fila per venire a vedermi, mi carico e mi esalto. Sento che le gambe stanno tornando. Sento che posso essere quello che ero. Solo con qualche anno in più.<ref group="fonte">Citato in Riccardo Romani, ''[http://archiviostorico.corriere.it/2001/ottobre/29/Jordan_ritorno_mille_miliardi_co_0_0110292123.shtml Jordan, un ritorno da mille miliardi]'', ''Corriere della Sera'', 29 ottobre 2001.</ref>
*Vero, sono un tifoso di [[Valentino Rossi|Valentino]]. Lui è esattamente ciò di cui questo sport ha bisogno. Porta entusiasmo e possiede una grandissima carica di energia. Ogni volta che ci troviamo nello stesso circuito è un piacere incontrarlo e passare del tempo con lui. È un vero campione, ce l'ha nel sangue.<ref group="fonte" name=successore/>
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[[Immagine:Jordan Lipofsky.jpg|thumb|right|Michael Jordan]]
*Non ho mai badato alle conseguenze dello sbagliare un tiro importante. Perché? Perché, quando pensi alle conseguenze pensi sempre ad un risultato negativo.
*Posso accettare la sconfitta, tutti falliscono in qualcosa. Ma non posso accettare di rinunciare a provarci.
*Ci sono molte squadre, in ogni sport, che hanno grandi giocatori ma non vincono mai titoli. La maggior parte delle volte quei giocatori non sono disposti a sacrificarsi per il bene della squadra. La cosa divertente è che, alla fine, la scarsa disponibilità al sacrificio rende più difficile raggiungere gli obiettivi personali. È mia convinzione profonda che se si pensa e si ha successo come una squadra, i riconoscimenti individuali verranno da sé. Il talento fa vincere le partite, l'intelligenza e il lavoro di squadra fanno vincere un campionato.<ref group="fonte">Citato in David Bolchover e Chris Brady, ''Il manager come allenatore. Gestire il team in azienda'', ''Pearson Italia S.p.a.'', 2007, [http://books.google.it/books?id=EfCWZvBDx_gC&pg=PA130 p. 130], ISBN 8871923952.</ref>
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*Ci ho giocato contro un sacco di volte e spesso sembra un po' addormentato, diciamo pure assente dal gioco. In realtà, Michael vigila. Quando avverte l'attimo giusto, si sveglia: a quel punto, qualsiasi cosa cerchi di fare, non è possibile fermarlo. ([[Sam Cassell]])
*Credo che Michael abbia imparato molto da me, e che lo abbia poi sviluppato. Vederlo giocare mi piaceva moltissimo, ed eravamo amici. Comunque il compito di ogni nuova generazione è di superare quella precedente. Se i giovani non vanno oltre quello che i "vecchi" hanno raggiunto, allora vuol dire che il sistema non sta funzionando. ([[Julius Erving]])
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*Ti sembra di poterlo controllare, ma un attimo dopo è troppo lontano perché tu possa fare qualcosa. Le sue finte sono sempre micidiali. Non gli importa un accidente dell'età. E quando ti sta addosso, ti manca il respiro. ([[Latrell Sprewell]])
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*''[[Space Jam]]'' (1996)
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