Conoscenza: differenze tra le versioni

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*Che in tutte le cose o minime o, per l'occhio esterno, mutue e imperfettissime ci sia conoscenza, possiamo concluderlo da quanto già detto; giacché, sebbene per difetto di organi o di altre circostanze in alcune cose non vediamo in atto l'intelligenza, e tuttavia in potenza tutto è in tutto, e di conseguenza anche l'intelligenza, la quale concorre con l'anima del mondo e accompagna la divinità stessa che dappertutto è tutta, nella misura dell'effetto che desideriamo osservare nella materia o che provenga dalla materia, concludiamo che una certa partecipazione d'intelligenza, secondo una certa potenza, è in tutte le cose, ma è in atto in alcuni esseri i quali più s'avvicinano a nostra somiglianza, o stanno in somiglianza con noi, o noi a somiglianza con loro, come gli eroi e gli dèi. ([[Giordano Bruno]])
*Come può essere conosciuto Colui dal quale tutto questo è fatto conoscere? (''[[Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad]]'')
*Conoscere è il primo passo verso una soluzione. ([[Vittorio Arrigoni]])
*''Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e canoscenza.'' ([[Dante Alighieri]])
*Da qui l'''impasse'': se il sapere è potere, l'istanza che deve produrre emancipazione, cioè il sapere, è al tempo stesso l'istanza che produce subordinazione e dominio. Ed è per questo che, con un ennesimo salto mortale, l'emancipazione radicale si può avere solo nel non-sapere, nel ritorno al mito e alla favole. L'emancipazione, così, gira a vuoto. Per amore della verità e della realtà, si rinuncia alla verità e alla realtà, ecco il senso della "crisi dei grandi racconti" di legittimazione del sapere. ([[Maurizio Ferraris]])