Sabrina Ferilli: differenze tra le versioni

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*Il mio [[sogno]] sarebbe un harem con 15 fidanzati e nessun marito. (citato in Giuseppina Manin, ''"Col partito delle bacchettone non ci sto"'', ''Corriere della Sera'', 9 settembre 1994, p. 35)
*Quando mi raccontano di [[sesso]] nei camper, di stupefacenti, di ammucchiate strane, quasi non ci credo: io il massimo dell'erotismo l'ho fatto appoggiata per terra. (dall'intervista di [[Lietta Tornabuoni]], ''Torna la Bella Italiana'', ''La Stampa'', 2 luglio 1995, p. 17)
*{{NDR|I produttori tedeschi di ''Inka Connection'' (1995)}} Mi hanno riconosciuta e mi hanno voluta. [...] Gli serviva una donna "cazzuta". (dall'intervista di Simonetta Robiony, ''Ferilli, una vamp a Venezia'', ''La Stampa'', 20 giugno 1994, p. 17)
 
{{Intestazione|Intervista di Ottavia Da Re, ''Sabrina Ferilli: La provinciale'', ''Quelliche…ilcinema'', 18 giugno 2006}}
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*La [[bellezza]] non può penalizzare nessuno… l'importante è capire che è una cifra che noi abbiamo e con la quale dobbiamo imparare a fare i conti. Se la bellezza diventa un aspetto fondamentale di una persona è negativa. Se invece la sai gestire diventa un vantaggio. È l'[[intelligenza]] che ci salva, sempre.
*Io amo molto le province. Molto più delle grandi [[città]]. Perché continuano ad essere l'unico posto in cui c'è ancora molto "pathos", un'emozione palpitante che gestisce in maniera più forte la realtà. E siccome io vengo dalla provincia rivendico molto questo aspetto. Credo che la provincia riesca ancora a tutelare dei rapporti emotivi e sentimentali fondamentali. C'è maggiore rispetto per l'individuo.
 
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*Mi hanno riconosciuta e mi hanno voluta: gli serve una donna "cazzuta".
 
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