Ronald Laing: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m r2.7.3) (Bot: Aggiungo tr:R. D. Laing
Carlog3 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 7:
*NATASHA : papà mi abbottoneresti questo bottone, perché quando lo sbottono io finisce sempre che si abbottona. (da ''Conversando con i miei bambini'', p. 75)
*Se la specie umana sopravviverà, gli uomini del futuro considereranno la nostra epoca illuminata, immagino come un vero e proprio secolo d'oscurantismo. Saranno indubbiamente capaci di apprezzare l'ironia di questa situazione in modo più divertente di noi. È di noi che rideranno. Sapranno che ciò che noi chiamiamo [[schizofrenia]] era una delle forme sotto cui – spesso per il tramite di gente del tutto ordinaria – la luce ha cominciato a filtrare attraverso le fessure delle nostre menti chiuse. La [[follia]] non è necessariamente un crollo (''breakdown''); essa può essere anche una apertura (''breakthrough'')... L'individuo che fa l'esperienza trascendentale della perdita dell'ego può e non può perdere l'equilibrio, in diversi modi. Può allora essere considerato come pazzo. Ma essere pazzo non è necessariamente essere malato, anche se nel nostro mondo i due termini sono diventati complementari... Dal punto di partenza della nostra pseudosalute mentale tutto è equivoco. Questa salute non è una vera salute. La [[pazzia]] dei nostri pazienti è un prodotto della distruzione che imponiamo a loro e che essi impongono a se stessi. Nessuno immagini che ci imbattiamo nella vera pazia, cosí come non siamo veramente sani di mente. La pazzia con cui abbiamo a che fare è un grossolano travestimento, una falsa apparenza, una grottesca caricatura di ciò che potrebbe essere la guarigione naturale da questa strana integrazione. La vera salute mentale implica in un modo o nell'altro la dissoluzione dell'ego normale... (da ''La politica dell'esperienza''; citato in Gilles Deleuze e Félix Guattari, ''[[L'Anti-Edipo]]'', traduzione di Alessandro Fontana, Einaudi, 2002, p. 147)
 
==={{intestazione|''L'Io diviso'', 1960}}===
*La fenomenologia esistenziale tenta di caratterizzare la natura dell'esperienza della persona del suo mondo e sé stesso. Non è propriamente un tentativo di definire particolari oggetti della sua esperienza come fissare tutte le esperienze particolari all'interno del contesto dell'intero essere-nel-suo-mondo. Le cose folli dette e fatte dallo schizofrenico resteranno essenzialmente un libro chiuso, se non si comprende il loro contesto esistenziale. Nel descrivere un modo di diventare matto, devo cercare di mostrare che vi è una transizione comprensibile dal sano modo schizoide di essere-nel-mondo verso un modo psicotico di essere-nel-mondo. Circoscrivendo i termini ''schizoide'' e ''schizofrenico'' per le condizioni rispettivamente di sano e psicotico, non userò, naturalmente, questi termini nel loro solito quadro clinico psichiatrico di riferimento, ma in modo fenomenologico ed esistenziale. (Cap. 1 : ''Fondamenti esistenziali-fenomenologici per la scienza delle persone'')
 
==={{intestazione|''La politica dell'esperienza'', 1967}}===
* Anche i fatti diventano immaginari senza un modo adeguato di vedere "i fatti". Non abbiamo bisogno di tante teorie ma dell'esperienza, madre di ogni teoria. Non restiamo soddisfatti con la fede, nel senso di una ipotesi non plausibile irrazionalmente presa come punto di riferimento: noi chiediamo all'esperienza l'"evidenza". <br> Possiamo vedere il comportamento delle altre persone, ma non la loro esperienza. Ciò ha portato alcune persone a focalizzarsi sul fatto che la psicologia non ha nulla a che fare con l'esperienza della persona, ma solo con il suo comportamento. <br> Il comportamento dell'altra persona è una delle mie esperienze. Il mio comportamento è un'esperienza dell'altro. Il compito della fenomenologia sociale è quello di relazionare la mia esperienza del comportamento dell'altro all'esperienza dell'altro riguardo al mio comportamento. Essa si occupa della relazione tra esperienza ed esperienza: il vero oggetto di studio è l'<i>inter-esperienza</i>. {{cita web| titolo=Cap. 1 : Experience as evidence |url=http://www.marxists.org/reference/subject/philosophy/works/en/laing.htm | accesso=04-02-2013| lingua=en}}
 
*Io non posso fare esperienza della tua esperienza. Tu non puoi fare esperienza della mia esperienza. Siamo entrambi persone invisibili. Ogni uomo è invisibile all'altro. Esperienza questa che si è soliti chiamare Anima. L'esperienza come invisibilità dell'uomo per l'uomo è allo stesso tempo la sola evidenza. Solo l'esperienza è evidente. L'esperienza è la sola evidenza. La psicologia è il <i>logos</i> dell'esperienza. La psicologia è la struttura dell'evidenza, e perciò la psicologia è la scienza delle scienze. (Cap.1 : ''Esperienza come evidenza'')
 
* Io ti vedo e tu mi vedi. Io esperimento te e tu esperimenti me. Io vedo il tuo comportamento. Tu vedi il mio comportamento. Ma io non ho nessuna possibilità di vedere, né mai vedrò la tua ''esperienza'' di me. Proprio come tu non puoi "vedere" la mia esperienza di te. La mia esperienza di te non è "dentro" me. Essa è semplicemente te, come io ti sperimento. E io non sperimento te dentro me. Allo stesso modo, considero che tu non sperimenti me dentro te. <br> La "mia esperienza di te" è di fatto un altro diverso modo di dire "te-come-io-ti-sperimento", e la "tua esperienza di me" equivale a "me-come-tu-mi-sperimenti". La tua esperienza di me non è dentro te e la mia esperienza di te non è dentro me, ma ''la tua esperienza di me mi è invisibile e la mia esperienza di te ti è invisibile.'' (Cap. 1 : ''Esperienza come evidenza'')
 
* La fenomenologia sociale è la scienza della mia e altrui ''esperienza''. Essa si occupa della relazione tra la mia esperienza di te e la tua esperienza di me. Vale a dire dell'<i>inter-esperienza</i>. Inoltre riguarda il tuo e il mio comportamento ''come io lo sperimento'', e il tuo e il mio comportamento come tu lo sperimenti. (Cap. 1 : ''Esperienza come evidenza'')
 
* L'alienazione, a cui oggi siamo destinati, è stata raggiunta solo tramite l'oltraggiosa violenza perpetrata da esseri umani ai danni di altri esseri umani. (pag. 3 dell'Introduzione)
 
* La società sopravvaluta il suo uomo normale. Educa i bambini a perdere la loro propria natura e a diventare assurdi e dunque normali. Le persone normali hanno ucciso forse 100.000.000 di uomini normali negli ultimi cinquant'anni. (pag. 28)
 
* Molto prima che possa avvenire una guerra nucleare, abbiamo prima dovuto permettere la devastazione della nostra sanità mentale. Iniziando dai bambini. &Egrave; imperativo farlo in tempo. Senza il più completo e rapido lavaggio del cervello, le loro sporche menti scoprirebbero i nostri sporchi trucchi. I bambini [in quanto tali] non sono ancora folli, ma li faremo diventare imbecilli come noi, con un alto Q.I. se possibile. <br> Fin dalla nascita, quando il bebé, all'età della pietra, si viene a trovare davanti alla madre del XX secolo, è soggetto a queste forze violente, chiamate amore, così come fu per la madre e il padre, per i genitori dei loro genitori prima di loro. Queste forze riguardano principalmente la più distruttiva delle sue potenzialità, impresa questa pienamente riuscita. (pag. 58)
 
* Non esiste una "condizione" tale che si possa definire "schizofrenia," in quanto l'etichetta è un fatto sociale e il fatto sociale un ''evento politico''. (pag. 121)
 
*Oggi pochi libri sono consentiti. Sono forse possibili un nero su tela, il silenzio sullo schermo, un foglio di carta bianca immacolato. Vi è un tenue legame dell'effettiva "realtà" sociale. Intorno a noi si trovano pseudo-eventi che ordiniamo con la falsa consapevolezza abituata a vedere questi eventi come reali e veri, oltre che belli. Nell'attuale società umana la verità è riscontrabile meno in ciò che le cose sono che in quelle che non sono. Le nostre realtà sociali sono così brutte, se viste alla luce della verità bandita, e la bellezza non è quasi più possibile se non come menzogna. Che cosa dobbiamo fare — noi che siamo ancora per metà vivi nel cuore spesso fibrillante di un senescente capitalismo — se non riflettere la decadenza che ci circonda fuori e dentro noi, se non cantare le nostre tristi e amare canzoni di disillusione e sconfitta? Il bisogno del presente, il fallimento del passato, è lo stesso: fornire un completo resoconto umano auto-cosciente e auto-critico dell'uomo. (pag. 1 dell'Introduzione)
 
* Siamo assasini e prostitute — non importa a quale cultura, società, classe, nazione, apparteniamo; non importa quanto ci consideriamo normali, morali o maturi. <br> L'umanità è estraniata dalle sue autentiche possibilità. Questa visione fondamentale ci impedisce di assumere un giudizio inequivocabile sulla sanità del senso comune o sulla follia dei cosiddetti pazzi. … La nostra alienazione si spinge alle radici. La realizzazione di ciò è il trampolino necessario per ogni seria riflessione su ogni aspetto dell'odierna vita inter-personale. (pag. 1 dell'Introduzione)
 
* Stiamo di fatto distruggendoci con la violenza che si maschera di amore. Sono uno specialista — Dio mi aiuti! — di casi che avvengono in uno spazio e in un tempo interiori, di esperienze chiamate pensieri, immagini, fantasticherie, sogni, visioni, allucinazioni, sogni di memorie, memorie di sogni, memorie di visioni, sogni di allucinazioni, rifrazioni di rifrazioni di rifrazioni di quelle originarie Alfa e Omega di esperienza e realtà, quella stessa Realtà su cui repressione, diniego, separazione, proiezione, falsificazione e generale dissacrazione e profanazione, la nostra civiltà come nessun'altra è fondata. (pag. 58)
 
* Un bambino nato oggi nel Regno Unito ha più di dieci possibilità di essere ammesso in un'ospedale psichiatrico che all'università... Ciò può essere preso come un'indicazione sul fatto che stiamo in effetti facendoli piuttosto impazzire che educarli in modo appropriato. Forse è il nostro modo di educarli che li fà impazzire. (pag. 104)
 
*Viviamo in un periodo della storia dove i cambiamenti sono talmente veloci che iniziamo a vedere il presente solo quando è già passato. (pag. 1 dell'Introduzione)
 
===Senza fonte===
{{Senza fonte}}
Line 33 ⟶ 64:
*R.D. Laing, ''Mi ami? Nuove situazioni intrapsichiche e interpersonali'', Einaudi, Torino, 1978-1992, titolo originale in lingua inglese ''Do you love me?'' (1976), traduzione di Floriana Bossi, ISBN 88-06-12865-5
*R.D. Laing, ''Conversando con i miei bambini'', Einaudi, Torino, 1978, prefazione Stefano Mistura; titolo originale ''Conversation with children''; ISBN 88-06-15372-2
*Ronald David Laing, ''The Divided Self'', 1960
*Ronald David Laing, ''The Politics of Experience'', 1967
 
==Altri progetti==