Terry Goodkind: differenze tra le versioni

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* Il male non pensa di sedurci svelando la terribile verità dei suoi empi intenti: preferisce, invece, presentarsi al nostro cospetto abbigliato con i vestiti diafani della virtù, sussurrandoci dolci menzogne intese a sedurci fino a trascinarci nel letto oscuro delle nostre tombe. ('''Dal diario di Koloblicin''')
* L'uomo di cui ho più paura è quello che predica la virtù e una vita migliore e poi usa le buone intenzioni della gente per nascondere la luce della verità ai loro occhi. ('''Tom''' a Jennsen Rahl)
* Tu non mi ami, Sebastian. Non hai la minima idea di cosa significhi amare. Tu non puoi amare niente o nessuno se prima non ami la tua esistenza. L'amore nasce solo dal rispetto della tua vita. Se ami te stesso, la tua vita, allora potrai amare qualcuno che potrà migliorarla, condividerla con te e renderla più piacevole. Quando ti odi e pensi di essere malvagio, allora puoi solo odiare, puoi solo sfiorare il guscio dell'amore, un desiderio per qualcosa di buono, ma che è fondato solo sull'odio. Il tuo desiderio corrotto, Sebastian, storpia il concetto di amore. Mi volevi solo per giustificare il tuo odio e per essere la tua compagna nel disprezzo. Per amare qualcuno veramente, Sebastian, devi godere della sua esistenza perché questa ti rende la vita fantastica. Se pensi che l'esistenza sia corrotta, allora sei chiuso fuori da questo genere di relazioni e da ciò che è l'amore. ('''Jennsen Rahl''' a Sebastian)
* Sei così privo di umanità che mi riesce difficile odiarti, Sebastian, tranne che nel modo in cui si può odiare una fogna a cielo aperto. ('''Jennsen Rahl''' a Sebastian)
* Tu, Jennsen Rahl, sei la persona più pericolosa al mondo, perché, come ogni Rahl privo del dono, potresti generare un mondo senza magia. ('''Richard Rahl''' a Jennsen Rahl)
* È giusto essere arrabbiati per la sofferenza di un determinato gruppo di persone, ma non si deve farlo perché si possiedono delle caratteristiche comuni con loro. Questo è il modo di pensare di coloro che hanno pregiudizi: si attribuisce un prestigio particolare od una colpa a tutti quelli che hanno un tratto in comune. ('''Richard Rahl''' a Jennsen Rahl)