Erich Fromm: differenze tra le versioni
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*Rinunciare alla spontaneità e all'individualità significa soffocare la vita.
*In ogni attività spontanea l'individuo abbraccia il mondo. Non solo il suo io individuale resta intatto, ma si rafforza e si consolida. Infatti l'io è tanto forte quanto attivo.
*Solo le qualità che sorgono dalla nostra attività spontanea danno forza all'io e formano per tanto la base della sua integrità. L'incapacità di agire spontaneamente, di esprimere quel che veramente si sente e si pensa,
*Se l'individuo realizza il suo io mediante l'attività spontanea, e in questo modo si mette in rapporto con il mondo, cessa di essere un atomo isolato; sia lui che diventano parti di un tutto organico; egli occupa il suo giusto posto, e così i dubbi su se stesso e sul significato della vita; quando egli riesce a vivere non in modo coatto, né da un automa, ma spontaneamente, essi scompaiono. Ha coscienza di sé come un individuo attivo e creativo e riconosce che c'è un solo significato della vita: l'atto stesso di vivere.
*Affermare che l'uomo non deve essere soggetto a qualche cosa di superiore a lui non significa negare la dignità degli ideali. Ci costringe però ad un'analisi critica di che cosa è un ideale. Oggigiorno si dà di solito per scontato che un ideale è un qualsiasi fine il cui perseguimento bon implichi un guadagno materiale, una qualsiasi cosa per la quale una persona sia pronta a sacrificare dei fini egoistici. Questo è un concetto puramente psicologico, e anzi relativistico, dell'ideale. Da questo punto soggettivistico un fascista, che è mosso da un desiderio di subbordinarsi a un potere, e nello stesso tempo di sopraffare gli altri, ha un ideale proprio come lo ha l'uomo che si batte per l'eguaglianza e per le libertà umane. Su qusta base il problema degli ideali non può in alcun modo essere risolto.
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