Sandro Veronesi: differenze tra le versioni

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*Predicò con vigore – Iddio colpirà –, scatenò terrore e devozione – Iddio castigherà –, si agitò e si inginocchiò – solo [[Maria]] può salvarci –, producendosi in una di quelle prestazioni di eloquenza celeste che erano rinomate tra le quattordici o quindici – quella mattina sedici – vecchie. (da ''Brucia Troia'', Bompiani, 2007)
*Si mette a giocare, ed è come se la sua persona - quelle spoglie mortali che lo rendono cosi biologicamente simile a tutti noi - sparisse. Al suo posto c'è il Tennis. C'è la stessa ragion d'essere di questo sport nobilissimo e ricco di padri gloriosi, al quale però è mancata per oltre un secolo una vera, definitiva incarnazione. Adesso c'è, ed è lui, e io lo sto vedendo per la prima volta dal vivo.<ref name=roger/>
*Tema: perché, tu che hai sempre creduto in Del Piero, hai sempre creduto in Del Piero? Svolgimento: io ho sempre creduto in Del Piero per un gran numero di ragioni. Così su due piedi me ne vengono in mente 61. [...] Ce ne sarebbero molte altre, ma mentre svolgevo il tema è venuta in mente una domanda anche a me, piuttosto urgente: come hai fatto, tu che non hai creduto in Del Piero, a non credere in Del Piero?<ref>Da ''[http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/novembre/12/CREDERE_ALE_ga_10_081112002.shtml Credere in Ale]'', ''Gazzetta dello Sport'', 12 novembre 2008.</ref>
*Tu lo guardi giocare e vedi il Tennis in purezza, così come nessun manuale, nessun maestro, nessun campione e anche nessun fuoriclasse della storia ha mai potuto fare. È nato cent'anni dopo l'invenzione del suo sport, eppure l'ha inventato lui - e questo la gente lo sente, lo capisce. Il pubblico non fa il tifo per lui, lo adora. «''Roger, sei un Dio!''», gli grida una voce coatta dagli spalti del centrale. Il coatto ha ragione: se gli sport hanno i loro dei, Federer è il Dio del tennis. È molto semplice, in fondo. È la cosa più semplice del mondo. È una vera divinità.<ref name=roger/>