Walter Bonatti: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Walter Bonatti==
 
*A cinquantatré anni dalla conquista del K2, sono state finalmente ripudiate le falsità e le scorrettezze contenute nei punti cruciali della versione ufficiale del capospedizione prof. [[Ardito Desio]]. Si è così ristabilita, in tutta la sua totalità, la vera storia dell'accaduto in quell'impresa nei giorni della vittoria.<ref>''[http://www.repubblica.it/popup/2008/bonatti/bonatti.html Lettera alla Società Geografica Italiana, settembre 2008]'', in ''repubblica.it''.</ref>
*Io chiedo a [[alpinismo|una scalata]] non solamente le difficoltà ma una bellezza di linee. (citato in ''Palla lunga e pedalare'', p. 45)
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*Nessuno dei grandi viaggiatori avventurosi è stato tanto nel mio pensiero quanto Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi. Posso dire che dei maggiori esploratori del passato, dai quali ho tratto sempre ispirazione per le mie mete, è lui che più di tutti ho portato nell'animo durante i miei viaggi nel mondo più arduo e integro. Sulle Alpi e sull'Himalaya, in Alaska, nelle regioni polari, sui Monti della Luna, sul K2 in particolare, è in questo nobile eroe che, pur nella mia limitata condizione, ho potuto identificarmi. Ma ho avuto motivo di riconoscermi in lui anche attraverso le amarezze di un vivere colmo di contraddizioni e di inganni, dove la responsabilità, la coerenza, la dignità e infine, perché no, il successo, che malgrado tutto può giungere anche a chi tanto ha dovuto pagare sulla propria pelle, ostinatamente non sono mai perdonati. (da ''Il magnifico gentiluomo'', prefazione a Mirella Tenderini e Michael Shandrick, ''Vita di un esploratore gentiluomo. Il Duca degli Abruzzi'', p. 5)
*{{NDR|Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi}} Questo magnifico gentiluomo dalle doti più elevate e dagli interessi più degni: l'ultimo di una razza speciale. Ma un rimpianto lascia in me il duca degli Abruzzi: quello di non aver potuto vivere nel suo tempo. Chissà, forse mi sarei trovato nel suo gruppo di guide, legato alla sua corda, sul K2. (''ibidem'', p. 6)
 
{{int2|[http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/sport/bonatti/bonatti/bonatti.html K2, l'ultima parola di Bonatti «Tradito per mezzo secolo»]|da ''La Repubblica'', Cronaca, pag. 15, 8 ottobre 2003}}
 
*Non m'interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos'era la cattiveria, ma ignoravo l'infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull'uso delle bombole, delle maschere, sull'orario del balzo finale alla vetta. Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l'uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l'ora in cui dettero l'assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l'impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari. Ne abbiamo fatto una montagna di merda, coperta di menzogne, perfino la stampa straniera ci chiede "perché?". E tutto questo perché non riusciamo ad essere un paese pulito, dobbiamo strumentalizzare le occasioni, la verità, sporcare gli uomini. L' Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi, dove il sogno di Desio doveva restare immacolato. Dove solo io potevo essere infangato, disprezzato, accusato. Non solo, ma qualsiasi controversia non viene mai affrontata, si preferisce accantonarla, non prendere la responsabilità di una scelta. Mentre oggi agli idoli sportivi imbottiti di droga tutto viene perdonato perché sono l'immagine del paese. E se solo guardo quello che passa in tv mi viene schifo: quelle persone sull'isola, che si fanno riprendere, quella buffonata. Con quale rispetto verso i padri dell'avventura, verso chi ha cercato frontiere e parole nuove come Melville, Jack London e Stanley? Io sul K2 in una notte del '54 sono quasi morto, ma quello che mi ha ucciso è questo mezzo secolo di menzogna. Ho urlato così tanto quella notte nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare [...].
 
==''In terre lontane''==