Carmine Crocco: differenze tra le versioni
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==Citazioni su Carmine Crocco==
*Alto della persona 1,75 cm, robusto, svelto, con occhio indagatore, sospettoso, attento. Non vi è nel suo corpo di straordinario che la grandezza e la sporgenza dei seni frontali e delle arcate orbitali, e un cranio rispetto alla statura non molto grande (55 cm di circonferenza massima). La circonferenza toracica è di 92 cm, la persona è ancora dritta e resistente, dopo una vita agitata, piena di stenti, di sofferenze, di timori e di pericoli; è una intelligenza non ricca al certo, né libera da superstizioni (porta il rosario al collo, amuleti), ma chiara, ordinata e sicura. Non è andato a scuola, ma nella sua vita di pastore, un po' da sé, un po' aiutato, imparò a leggere e scrivere, in tal modo da poter esprimere i suoi pensieri sulla carta e facendosi comprendere molto bene [...].
*Andavo a dire al re Francesco II che non vi hanno che miserabili e scellerati per difenderlo, che Crocco è un sacripante e Langlois un bruto. ([[José Borjes]])
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*Delle sue gesta passate non restano che le memorie di un ladro feroce, di un assassino volgare. ([[Basilide Del Zio]])
*Il Crocco a differenza di altri capibanda, che infestarono la Sicilia, le Calabrie e l'Abruzzo, nelle numerose sue escursioni, dà la prova di una logica tattica di un concetto chiaro ed ordinato nel disporre il piano delle operazioni nella piccola guerra. All'opposto degli altri, che sogliono sbandarsi paurosamente all'arrivo della truppa, egli ne accetta spesso il combattimento in aperta campagna e sa trincerarsi in posizioni favorevoli. "Attaccato alla baionetta" resiste all'urto e risponde col "contr'assalto". Qualche volta ricorre allo stratagemma militare; fa' saltare ponti per interrompere la strada, taglia fili telegrafici per interrompere le comunicazioni. Quale capitano della sua masnada, ebbe la potenza di infondere il coraggio nell'animo dei suoi; sopperì con la forza della sua autorità a difetti di armamento; d'istruzione e di disciplina. (Eugenio Massa, ''Gli ultimi briganti della Basilicata'', Melfi, 1903)
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