Ṛgveda Saṃhitā: differenze tra le versioni

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*In quel tempo non vi era l'essere, non vi era il non-essere. Non vi era lo spazio né, al di là, il firmamento. Qual era il contenuto? Dov'era? Sotto la custodia di chi? Che era l'acqua profonda, l'acqua senza fondo?<br />In quel tempo non v'era la morte né la non-morte, nessun segno che distinguesse la notte dal giorno. L'Uno respirava sereno, autosufficiente, senza null'altro che esistesse.<br />In origine fu tenebra nascosta nella tenebra, tutto ciò che si vedeva era l'onda indistinta. Avvolto nel caos, il Divenente, l'Uno, pulsava per suo stesso fervore.<br />Per primo si sviluppò il Desiderio, che fu il primo germe del Pensiero. Cercando con riflessione nelle loro anime, i Saggi trovarono nel non-essere il legame dell'essere. Il balenare che illuminò il buio abissale e il caos fu in alto? Fu in basso? Chi potrà dirlo mai? (''X, 129'')
 
==Bibliografia==
 
''La saggezza indiana'', a cura di Gabriele Mandel, Rusconi, 1999.
 
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