Frank Herbert: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*All'inizio, è indispensabile porre ogni cura nello stabilire i più esatti equilibri. Ciò è ben noto ad ogni sorella Bene Gesserit. Così, nell'intraprendere lo studio della vita di Muad'Dib, conviene per prima cosa collocarlo esattamente nel suo tempo: egli nacque nel cinquantasettesimo anno dell'imperatore Paddiscià Shaddam IV. Cura ancora maggiore va usata nel collocare Muad'Dib nel suo giusto luogo: il pianeta Arrakis. Non ci si deve lasciar ingannare dal fatto che egli sia nato su Caladan e vi abbia trascorso i suoi primi quindici anni. Arrakis, il pianeta noto come Dune, è la sua patria, per sempre. (dal «Manuale di Muad'Dib», della Principessa Irulan): (Ed. Nord, p. 3)
*La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l' annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò.
*«Molti uomini hanno provato.» «Hanno provato e hanno fallito?» «Hanno provato e sono morti...» (Reverenda Madre Gaius H. Mohiam,: Ed. Nord)
*La speranza offusca l'osservazione. (Reverenda Madre Gaius H. Mohiam,: Ed. Nord, p. 11)
*Cercar di capire Muad'Dib senza capire i suoi mortali nemici, gli Harkonnen, è come cercar di vedere la Verità senza conoscere il Falso. È come cercar di vedere la Luce senza conoscere la Tenebra. È impossibile. (dal «Manuale di Muad'Dib», della Principessa Irulan): (Ed. Nord, p. 13)
*Così parlò Santa Alia del Coltello: "La Reverenda Madre deve saper combinare l'arte della seduzione di una cortigiana con l'intoccabile maestà di una dea vergine, mantenendo questi due attributi in perfetto equilibrio tra loro finché durano i poteri della sua giovinezza. Poi, una volta tramontate bellezza e giovinezza, lei scoprirà che quel "posto di mezzo" un tempo occupato dalle tensioni che mantenevano l'equilibrio è diventato una fonte di astuzia e d'infinite risorse." (dalle «Cronache familiari di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 21)
*Tu hai letto che Muad'Dib non ebbe compagni di gioco della sua età su Caladan. I pericoli erano troppo grandi. Ma Muad'Dib ebbe dei meravigliosi compagni nei suoi insegnanti. C'era Gurney Halleck, il guerriero menestrello. Canterai anche tu alcune canzoni di Gurney, man mano che avanzerai nella lettura di questo libro. C'era Thufir Hawat, il vecchio Mentat Maestro degli Assassini, il quale faceva paura perfino all'Imperatore Padiscià. C'erano Duncan Idaho, il Maestro di Scherma dei Ginaz; il dottor Wellington Yueh, un nome disonorato dal tradimento ma illuminato dalla sapienza; Lady Jessica, che istruì suo figlio nella Via Bene Gesserit; e, naturalmente, il Duca Leto, le cui qualità di padre sono state per troppo tempo trascurate. (dalla «Storia di Muad'Dib per bambini» della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 26)
*Come affrontare lo studio della figura del padre di Muad'Dib? Un uomo dal cuore caldo e gelido insieme? E tuttavia molti fatti della sua vita ci aiutano: il devoto amore per la sua Lady Bene Gesserit; quello che sognava per suo figlio; la devozione degli uomini che lo servivano. Potete immaginarlo: un uomo intrappolato dal destino, una figura solitaria la cui luce è oscurata dalla gloria del figlio. Ma ci si chiede, tuttavia: Che cos'è il figlio, se non l'estensione del padre? (dalle «Cronache familiari di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 39)
*Con Lady Jessica su Arrakis, il Sistema Bene Gesserit d'impiantare leggende tramite la Missionaria Protectiva diede i suoi frutti. Si era già potuta apprezzare la saggezza che aveva spinto a disseminare nell'universo conosciuto un singolo tema profetico a protezione del Bene Gesserit, ma mai si era vista una combinazione così perfetta tra persona e preparativi. Le leggende profetiche avevano attecchito su Arrakis al punto di conservare intatto ogni simbolo originale (la Reverenda Madre, canto e respondu, e la maggior parte del panoplia propheticus Shri-a). Oggi in generale si ammette che le abilità latenti di Lady Jessica erano state grossolanamente sottovalutate. (da «Un'analisi della crisi di Arrakis», della Principessa Irulan. (Fatto circolare privatamente: B.G. N. AR-81088587))(: Ed. Nord, p. 45)
*Molti hanno ricordato la rapidità con cui Muad'Dib si familiarizzò con le necessità di Arrakis. Le Bene Gesserit, naturalmente, sanno il perché. Agli altri possiamo dire che Muad'Dib imparò rapidamente perché il suo primo addestramento consisteva appunto nel saper imparare. È sconvolgente scoprire quanti ancora non credono di poter imparare e quanti, ancora, credono che imparare sia difficile. Muad'Dib sapeva che ogni esperienza porta in sé una lezione. (dalla «Umanità di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 62)
*Che cosa sostenne Lady Jessica, durante la sua disgrazia? Riflettete su questo proverbio Bene Gesserit, e forse capirete anche voi: "Qualsiasi strada, se seguita fino alla fine, non conduce da nessuna parte. Arrampicati solo un poco sulla [[montagna]], per vedere se è una montagna. Dalla cima, non potresti vedere se è davvero una montagna." (dalle «Cronache familiari di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 65)
*Si dice che il Duca Leto abbia chiuso gli occhi davanti ai pericoli di Arrakis e che si sia precipitato sconsideratamente verso l'abisso. Non sarebbe più giusto affermare che era vissuto così a lungo con i più gravi pericoli da non poter più valutare un cambiamento nella loro intensità? O forse non è possibile che abbia sacrificato deliberatamente se stesso per consentire a suo figlio una vita migliore? Tutto sta a indicare, del resto, che il Duca non era un uomo che si lasciasse ingannare facilmente. (dalle «Cronache familiari di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 72)
*All'ingresso del campo di atterraggio di Arrakeen c'era una scritta rozzamente scolpita, come se fosse stato usato uno strumento rudimentale. Muad'Dib certamente se l'è ripetuta molte volte, a cominciare da quella prima notte su Arrakis, quando fu portato al posto di comando del Duca per assistere alla prima riunione dello stato maggiore. L'iscrizione era una supplica a coloro che lasciavano Arrakis, ma agli occhi di un ragazzo appena sfuggito alla morte acquistava un significato cupo. Diceva: "Oh, tu che sai quanto soffriamo, qui, non dimenticarci nelle tue preghiere." (dal «Manuale di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 77)
 
*Il primo giorno che Muad'Dib percorse la vie di Arrakeen con la famiglia, alcuni di quelli che incontrò lungo la strada, ricordando la leggenda e la profezia, si azzardarono a gridare "Mahdi!". Ma le loro grida erano più una domanda che un'affermazione, poiché essi potevano soltanto sperare che egli fosse colui che era stato annunciato come il Lisan al-Gaib, la Voce di un Altro Mondo. La loro attenzione era stata attirata anche dalla madre, perché avevano sentito dire che era una Bene Gesserit, ed era evidente ai loro occhi che anch'essa era una Lisan al-Gaib. (dal «Manuale di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 91)
*Probabilmente non c'è momento più terribile, nella nostra vita, di quello in cui si scopre che nostro padre è un uomo… in carne e ossa. (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 95)
*Mio padre, l'Imperatore Padiscià, mi prese un giorno per mano, e io capii, grazie agli insegnamenti di mia madre, che era turbato. Mi condusse nella Galleria dei Ritratti, fino all'egoritratto del Duca Leto Atreides. Notai subito la forte rassomiglianza tra i due uomini: mio padre e l'uomo dell'immagine. Tutti e due avevano lo stesso volto sottile ed elegante, dominato dagli stessi occhi gelidi. "Principessa, figlia mia" disse mio padre, "quanto avrei voluto che tu fossi più vecchia quand'è venuto per quest'uomo il momento di scegliersi una moglie!" mio padre aveva settantun anni, a quel tempo, e non sembrava più vecchio dell'uomo del ritratto. Io avevo soltanto quattordici anni, e tuttavia ricordo di aver capito in quell'istante quanto mio padre avrebbe desiderato in segreto che il Duca fosse suo figlio, e quanto odiasse in realtà le necessità politiche che li rendevano nemici. (da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 98)
*La grandezza è un'esperienza transitoria. Ed è inconsistente, legata com'è all'immaginazione umana che crea i miti. La persona che sperimenta la grandezza deve percepire il mito che la circonda. Deve pensare a quanto è proiettato su di lei, e mostrarsi fortemente incline all'ironia. Questo le impedirà di credere anch'essa a quello che pretende di essere. L'ironia le consentirà di agire indipendentemente da se stessa. Se invece non possiede questa qualità, anche una grandezza occasionale può distruggerla. (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 118)
*Non c'è scampo: noi paghiamo la violenza dei nostri antenati. (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 137)
*Lotti coi sogni?<br/>Ti batti con le ombre?<br/>Cammini come dormendo?<br/>Il tempo è scivolato via.<br/>La vita ti è stata rubata.<br/>Indugiavi per delle inezie,<br/>Vittima della tua follia. (Lamento funebre per Jamis sulla Piana dei Morti; dai «Canti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 148)
*Dovrebbe esistere una scienza dell'infelicità. La gente ha bisogno di tempi difficili e di oppressione per sviluppare i propri muscoli psichici. (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 151)
*Arrakis insegna la mentalità del coltello, tagliare ciò che è incompleto, e dire: "Ora è completo perché finisce qui". (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 161)
*Una leggenda racconta che nell'istante in cui il Duca Leto Atreides morì, una meteora attraversò il cielo sul palazzo dei suoi antenati, a Caladan. (dalla «Storia di Muad'Dib per bambini» della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 163)
*O mari di Caladan, <br/>O gente del Duca Leto…<br/>La cittadella di Leto è caduta,<br/>Caduta per sempre… (dai «Canti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 174)
*Quando mio padre, l'Imperatore Padiscià, ebbe notizia della morte del Duca Leto e delle sue circostanze, s'infuriò come non si era mai infuriato prima. Incolpò mia madre e il complotto che l'aveva costretto a mettere sul trono una Bene Gesserit. Incolpò la Gilda e il vecchio, perfido Barone. Incolpò tutti quelli che gli capitavano davanti, non risparmiando neppure me, poiché urlò che anch'io ero una strega, come tutte le altre. E quando cercai di confortarlo, facendogli osservare che tutto questo era stato fatto in base a una vecchia legge di autoconservazione alla quale anche i più antichi governanti obbedivano, mi schernì e mi chiese se io lo giudicavo un debole. Mi accorsi allora che la sua collera non era stata causata dalla morte del Duca, ma da quello che la sua morte implicava per tutta la nobiltà. Nel ripensare a quei momenti sono convinta che anche mio padre doveva avere una parziale precognizione, poiché è certo che la sua stirpe e quella di Muad'Dib avevano antenati comuni. (da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 191)
*Una volta mio padre mi disse che il rispetto per la verità è quasi il fondamento di ogni morale. "Niente esce dal niente" mi disse. Questo è senz'altro un pensiero profondo, quando si pensi fino a qual punto la "verità" può essere instabile. (da «Conversazioni con Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 195)
*Muad'Dib poteva veramente vedere il futuro, ma il suo potere aveva dei limiti. Pensate alla vista: voi avete gli occhi, ma non potete vedere senza la luce. Se vi trovate sul fondo di una valle, non potete vedere oltre i monti. Nello stesso modo Muad'Dib non poteva guardare sempre nel misterioso territorio dell'avvenire. Egli ci dice che una singola, oscura decisione profetica, forse la scelta di una parola invece di un'altra, potrebbe cambiare l'intero futuro. Ci dice anche: "La visione del tempo è immensa, ma, quando l'attraversate, il tempo diventa una porta molto stretta". Egli sempre fuggiva la tentazione di scegliere una via chiara e sicura, e ammoniva: "Questo sentiero conduce ineluttabilmente alla stagnazione". (dal «Risveglio di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 206)
*Che cosa disprezzi? È da questo che ti si conosce veramente. (dal «Manuale di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 217)
*All'età di 15 anni aveva già imparato il silenzio. (dalla «Storia di Muad'Dib per bambini», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 227)
*Siamo venuti da Caladan: un mondo paradisiaco per la nostra forma di vita. Non c'era alcun bisogno su Caladan, di costruire un paradiso fisico, o uno per la mente… lo vedevamo intorno a noi. E il prezzo che abbiamo pagato è il prezzo che gli uomini hanno sempre pagato nell'ottenere un paradiso in questa vita: diventammo rammolliti, perdemmo la nostra tempra. (da «Conversazioni con Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 240)
*Per molta gente è difficile capire la vita familiare dell'Harem Reale, ma io cercherò di darvene una visione condensata. Mio padre, ne sono convinta, aveva un solo, vero amico: il Conte Hasimir Fenring, l'eunuco genetico, uno dei più temibili guerrieri dell'impero. Il Conte, un uomo piccolo, brutto e vivace, presentò un giorno a mio padre una nuova schiava concubina, e io fui mandata da mia madre a spiare la cerimonia. Noi tutte spiavamo mio padre, per proteggerci. Certo, una schiava concubina concessa a mio padre in base all'accordo fra il Bene Gesserit e la Gilda non poteva generare un Successore Reale, ma i loro intrighi continuavano instancabili, ossessionanti e sempre uguali. Mia madre, le mie sorelle e io ci eravamo ormai abituate a evitare i più sottili strumenti di morte. Può sembrare orribile a dirsi, ma non sicura che mio padre fosse del tutto estraneo a questi tentativi di morte. Una Famiglia Reale è diversa dalle altre. Dunque, dicevo, c'era questa nuova schiava concubina, snella, graziosa, rossa di capelli come mio padre. Aveva i muscoli di una danzatrice, e certamente la neuroseduzione faceva parte del suo addestramento. Era in piedi, davanti a mio padre, nuda, e lui la guardò a lungo, prima di dichiarare: "È troppo bella. La riserveremo per un dono". Non avete idea della costernazione che questa sua decisione creò nell'Harem Reale. L'astuzia e l'autocontrollo non erano, forse, minacce mortali per noi tutte? (da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 245)
*Questo adattamento religioso dei Fremen e dunque l'origine di ciò che ora conosciamo come "I Pilastri dell'Universo", di cui i Quizara Tawfid sono i rappresentanti fra noi, con i segni, le prove e le profezie. Ci portano questa fusione mistica di Arrakis, la cui profonda bellezza noi ritroviamo nella commovente musica composta sulle antiche forme, ma contrassegnata da questo nuovo risveglio. Chi non ha ascoltato, senza commuoversi profondamente, l'"Inno al Vecchio"?<br/>Ho calpestato un deserto<br/>Abitato da miraggi ondeggianti.<br/>Vorace di gloria, avido di pericolo,<br/>Ho vagabondato sugli orizzonti di al-Kulab,<br/>Ho visto il tempo livellare le montagne<br/>Nella sua ricerca e nella sua fame di me.<br/>E ho visto i passeri sfrecciare fulminei,<br/>Più arditi di un lupo da preda.<br/>Si sono dispersi nell'albero della mia giovinezza.<br/>Ho sentito lo stormo fra i miei rami<br/>E ho conosciuto i loro becchi e gli artigli! (dal «Risveglio di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 254)
*Profezia e preveggenza. Com'è possibile provarne la verità davanti a domande senza risposta? Considera: in quale misura "l'onda" (come Muad'Dib chiama la sua visione immagine) è vera profezia, e quanto invece il profeta contribuisce a plasmare il futuro perché si adatti alla profezia? Il profeta vede veramente l'avvenire, oppure una linea di frattura, una crepa, un difetto che lui potrebbe spezzare con le decisioni o le parole, come il tagliatore di diamanti spezza una gemma con un colpo di scalpello? (da «Riflessioni personali su Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 260)
*I Fremen erano i supremi maestri della qualità che gli antichi chiamavano "spannungsbogen": l'imposizione volontaria di un indugio fra il desiderio di una cosa e l'atto di procurarsela. (dalla «Saggezza di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 269)
*Mio padre, l'Imperatore Padiscià, aveva settantadue anni e tuttavia non ne dimostrava più di trentacinque, quando meditò la morte del Duca Leto e il ritorno degli Harkonnen su Arrakis. Raramente compariva in pubblico indossando qualcosa di diverso da un'uniforme dei Sardaukar e un elmetto da Burseg, nero, col leone imperiale ricamato in oro. L'uniforme ricordava a tutti la fonte prima del potere. Non era sempre così urtante: quando voleva, sapeva irradiare simpatia e sincerità. Ma, in questi ultimi tempi, a molti anni di distanza, mi sono chiesta se tutto, in lui, fosse realmente ciò che sembrava. Oggi, sono convinta, che fosse un uomo il quale lottava, costantemente, contro le sbarre di una gabbia invisibile. Non dimenticate che era Imperatore, capo di una dinastia le cui origini si perdevano nel tempo. Ma noi gli negammo un figlio legittimo. Non è questa la più terribile sconfitta che possa subire un capo? Mia madre obbedì alle sue Sorelle Superiori, laddove Lady Jessica aveva disobbedito. Chi si mostrò più forte? La storia ci ha già risposto. (da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 277)
*Dio creò Arrakis per temprare il fedele. (dalla «Saggezza di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 288)
*Il concetto di progresso è un meccanismo protettivo che ci difende dai terrori del futuro. (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 299)
*In "Tempo di riflessione", Muad'Dib ci dice che la sua vera educazione ebbe inizio ai suoi primi contatti con gli imperativi di Arrakis. Imparò allora a piantar pali nella sabbia per valutare le condizioni del tempo, e il linguaggio del vento che gli pungeva la pelle con mille aghi aguzzi. Conobbe allora il prurito della sabbia nel naso e il modo migliore di raccogliere e conservare l'umidità del suo corpo. Mentre i suoi occhi assumevano il blu di Ibad, ricevette l'insegnamento Chakobsa. (dalla prefazione di Stilgar a «Muad'Dib, l'uomo», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 315)
*Muad'Dib è saggio alla maniera del deserto. Muad'Dib si crea la propria acqua. Muad'Dib si nasconde al sole e viaggia nel fresco della notte. Muad'Dib è prolifico e si moltiplica sulla terra. Muad'Dib noi chiamiamo il Maestro dei Bambini. (Naib Stilgar,: Ed. Nord, p. 316)
*Così è detto. Giudichar mantene: è scritto nel Shah-Nama che l'acqua è stata l'origine di ogni cosa creata. (Chani,: Ed. Nord, p. 320)
*"Controlla la moneta e le alleanze. Che la canaglia si diverta col resto". Questo dice l'Imperatore Padiscià. E aggiunge: "Se volete profitti, dovete regnare". C'è della verità in queste parole, ma io mi chiedo: "Chi è la canaglia e chi sono i regnanti?" (Messaggio segreto di Muad'Dib al Landsraad, tratto dal «Risveglio di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 363)
*Non si può evitare l'influenza della politica in seno a una religione ortodossa. La lotta per il potere permea l'educazione, l'addestramento e la disciplina di una comunità ortodossa. A causa di questa pressione, i capi di una simile comunità devono affrontare inevitabilmente l'ultimo dilemma interiore: soccombere al più completo opportunismo per conservare il potere, o rischiare di sacrificare se stessi nel nome dell'etica ortodossa. (dai «Detti religiosi di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 372)
*Quando la legge e il dovere sono una cosa sola, unita dalla religione, noi perdiamo un po' della nostra consapevolezza. Non siamo più pienamente coscienti, non siamo più individui completi. (da «Muad'Dib: Le novantanove meraviglie dell'universo», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 379)
*Hawat è soggetto a profonde emozioni, Feyd. Io so come controllarlo. È l'uomo senza emozioni che dobbiamo temere. Ma le emozioni, chi ne ha di più profonde può essere sempre piegato ai nostri desideri! (Barone Vladimir Harkonnen,: Ed. Nord, p. 381)
*Quante volte l'uomo in collera nega furiosamente quello che la sua coscienza gli dice? (dalla «Raccolta dei detti di Muad'Dib», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 393)
*Avvenne nel terzo anno di Guerra del Deserto che Muad'Dib si trovasse, solo, nella Caverna degli Uccelli, sotto le tende kiswa di una cella interna. Giaceva immobile, come morto, assorto nelle rivelazioni dell'Acqua della Vita. Il suo essere era trasportato al di là delle frontiere del tempo dal veleno che da' la vita. Così si realizzò la profezia secondo la quale il Lisan al-Gaib era insieme morto e vivo. (dalle «Leggende di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 405)
*E venne il giorno in cui Arrakis si trovò al centro dell'universo, e l'universo, quasi, vi ruotava intorno. (dal «Risveglio di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 414)
*E Muad'Dib li fronteggiò e disse: "Anche se giudichiamo che la prigioniera è morta, tuttavia essa vive. Perché il suo seme è il mio seme e la sua voce è la mia voce. E lei vede al di là delle più lontane frontiere del possibile. Sì, lei vede attraverso me nelle lontane valli dell'ignoto". (dal «Risveglio di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 422)
*Era guerriero e mistico, feroce e santo, astuto come una volpe e innocente, cavalleresco e spietato, meno di un dio e più di un uomo. Non si può misurar Muad'Dib con gli standard ordinari. Nel momento del suo trionfo, indovinò la morte che gli veniva preparata e tuttavia accettò il tradimento. Possiamo dire che lo fece per un senso di giustizia? Quale giustizia, allora? Perché, ricordate che stiamo parlando, ora, del Muad'Dib che rivestì il suo tamburo con la pelle del nemico, e che negò tutte le convenzioni del suo passato ducale con un semplice gesto della mano, dichiarando semplicemente: «Io sono lo Kwisatz Haderach. Questa è una ragione più che sufficiente. (dal «Risveglio di Arrakis», della Principessa Irulan)(: Ed. Nord, p. 430)
*Molto di ciò che finora è andato sotto il nome di [[religione]] conteneva in sé un atteggiamento d'inconscia ostilità verso la vita. La vera religione deve insegnare che la vita è colma di gioie che rallegrano l'occhio di Dio, e che la conoscenza senza l'azione è vuota. Ciascuno deve accorgersi che l'insegnamento di una religione solo per mezzo di regole ed esempi altrui è un imbroglio. Un insegnamento giusto e corretto si riconosce facilmente. S'intuisce subito, perché risveglia in te una sensazione di qualcosa che hai sempre conosciuto. (Appendice 2, La Religione di Dune,: Ed. Sperling&Kupfer, p. 464)
*Pensaci, Chani: quella principessa avrà il nome, e tuttavia sarà meno di una concubina... non avrà mai un momento di tenerezza dall'uomo cui sarà unita. Mentre noi, Chani, noi che portiamo il nome di concubine... la storia ci chiamerà spose. (Lady Jessica, Sperling,: p. 452)
 
==''Messia di Dune''==