Raffaele Conforti: differenze tra le versioni
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'''Raffaele Conforti''' (1804 – 1880), critico e politico italiano.
*Ai nostri, giorni non si sa comprendere, come si possa stampare un [[libro]], e fosse anche di argomento puramente filosofico, nel quale non abbia qualche parte la [[politica]] e spesso non sia il fine principale, nascosto o palese, che muova la mente dello [[scrittore]]; accade che la [[verità]] non è amata e cercata per sè stessa, lo spirito non è libero assolutamente nella investigazione, e si ha sempre dinanzi gli occhi uno scopo pratico e positivo, a cui si adattano le formole scientifiche e le soluzioni de' problemi; e i sistemi non appariscono che come altrettante apoteosi o almeno come altrettanti mezzi di vittoria della parte propria. (citato in ''Introduzione'' a [[Friedrich Julius Stahl]], ''Storia della filosofia del diritto''
*{{NDR|''Storia della filosofia del diritto'', di [[Friedrich Julius Stahl]]}} Il pregio principalissimo di quest'opera è appunto la sincerità e la indipendenza nella ricerca del vero: l'autore è mosso non da interesse particolare, non da studio di parte; ma unicamente dall'amore della scienza. (citato in ''Introduzione'' a [[Friedrich Julius Stahl]], ''Storia della filosofia del diritto'', p. VI)
*Chi cerca il motivo o l'origine di una dottrina, d'un sistema, di un'opinione scientifica, sovente la trova in tutt'altro che nella spontaneità dell'[[intelligenza]] o nella varietà e ricchezza infinita dei progressi ideali. (citato in ''Introduzione'' a [[Friedrich Julius Stahl]], ''Storia della filosofia del diritto'', p. VI)
*Secondo la mente dell'autore {{NDR|[[Friedrich Julius Stahl]]}}, non è possibile tra gli uomini la verità senza l'errore, nè si può avere la coscienza dell'una senza la coscienza dell'altro ; quando questo precede, la verità susseguente è più splendida ed efficace, siccome è più viva la fede dopo il dubbio e più forte il vigore della sanità dopo il morbo. (citato in ''Introduzione'' a [[Friedrich Julius Stahl]], ''Storia della filosofia del diritto'', p. VIII)
*La filosofia di [[
*[[Cesare Beccaria|Beccaria]] vide e discorse i fenomeni della divisione del lavoro; ma colui che la ridusse a dottrina fu [[Adam Smith|Adamo Smith]]. Questo gran pensatore, che può dirsi il padre dell'economia politica, dimostra che quando un uomo si applica costantemente ad una operazione spicciolata, non solo acquista una grande facilità a compierla, ma risparmia il tempo che si richiede necessariamente, passando da un'operazione ad un'altra. (citato in note a [[Friedrich Julius Stahl]], ''Storia della filosofia del diritto'', p.8 )
==Bibliografia==
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