Giuseppe Guerzoni: differenze tra le versioni

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*Tenere il sacco a un [[ladro]] colla scusa ch'egli è forte e voi siete piccino, equivale ad adulare un popolo colla scusa ch'egli lo vuole. (p. 269)
*Quando un uomo non ha il coraggio di resistere alla corrente, di bandire apertamente la verità e di sostenere contro tutti, anche contro il proprio interesse, la giustizia, smetta la penna, perocché la audace e tempestosa milizia del [[giornalismo]] non è fatta per lui. Quando voi obbliate che lo scrittore, poeta o giornalista, esercita un sacerdozio, non un traffico, che a lui è principalmente affidato l'educazione e il miglioramento della società, che la civiltà d'un popolo sta in diretta ragione della moralità della sua stampa; quando obliate tutto ciò per l'aura d'un giorno, per la limosina d'uno scudo, allora lasciate anche che vi dica che non v'è opera nefanda che uguagli la vostra, e che io, Potere, vi rizzerei tutti quanti sopra una gogna, affinchè le moltitudini conoscessero chi ha loro ritardato i giorni della rivendicazione della giustizia.» (p. 269)
*Alla [[stampa]] cui non cale corrompere il pensiero e la coscienza che importa corrompere la lingua? Ed alla [[nazione]] che non si cura delle idee come può essere sacra la parola? È un doppio sacrilegio che la reciproca ignoranza permette di compiere a chi scrive come a chi legge, senza che né l'uno né l'altro abbiano il fastidio della vergogna e del rimorso. (p. 270)
*Ormai è consenso comune che il popolo [[Italia|italiano]] non legge i [[Giornale|giornali]], li ripassa; ch'egli non sa che farne degli articoli di fondo, poiché gli basta il notiziario. (p. 270)
*Una Rivista che riprendesse in [[Italia]] le nobili tradizioni dell' ''Antologia'', del ''Conciliatore'', del ''Crepuscolo'', e nel nome d'un principio e d'una scuola raccogliesse sotto i pacifici stendardi della scienza i giovani di mente, di studio e di fede, la vedrei tanto volentieri quanto un esercito di volontari in mano a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]. Con questi si andrebbe a [[Roma]] e [[Venezia]]; con quelli si andrebbe alla [[libertà]]. (p. 271)
*[[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] avria potuto essere il [[George Gordon Byron|Byron]], e [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] il [[Victor Hugo]] dell'Italia, se in luogo di conquistar [[Roma]], avesser dovuto glorificarla. Non abbiamo poeti, abbiamo soldati, non scriviamo romanzi, facciamo la storia. [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] tace, ma parla il cannone, [[Carlo Pepoli|Pepoli]] non scrive più commedie, manipola trattati; [[Emilio Visconti Venosta|Visconti Venosta]] non commenta più [[Pierre Paul Prud'hon|Prudhon]] nel ''Crepuscolo'', ma persuade alla Camera. (p. 271)
*Noi non abbiamo, no, la poesia di far l'[[Italia]]; noi non abbiamo che la prosa di vederla fatta; ed a questi patti sarebbe meglio che [[Carlo Pepoli|Pepoli]] continuasse a scriver commedie e [[Emilio Visconti Venosta|Visconti]] articoli; il cannone a tacere e [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] a parlare. (p. 271)
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*Oggi la [[Francia]] mette orrore a chi la conosce e paura a chi l'ama. (p. 275)
*Io non getterò mai a mia madre ignuda l'insulto di [[Cam]], e non perderò mai l'orgoglio d'essere e di dirmi Italiano, perocché so che l'[[Italia]] è migliore delle apparenze che la condannano e della fama che la vitupera. (p. 278)
*La [[nazione]] ha quello che merita, e se egli sequestra ogni dì un giornale liberale in nome dell' ''ordine'', e lascia passare impuniti i volumi della ''Biblioteca nuovissima, galante e dilettevole, illustrata'' in nome della ''libertà'', non bisogna pigliarsela con lui che sa conciliare con tanta machiavellica arguzia i due termini opposti del suo programma « ''ordine e libertà'' », sibbene colla nazione che se ne accontenta e batte le mani. (p. 280)
*Se v'ha da essere una decima Musa, [[Venere]] afrodisiaca, siccom' tutto ciò ch'è anormale, ributtante, malefico, resti essa pure appiatta nell'ombra, divisa dal mondo, chiostrata nei cupi fondacci dove abitano i di lei immondi sacerdoti e fedeli. (p. 281)
 
==Bibliografia==