Elias Canetti: differenze tra le versioni

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*La struttura primordiale del potere, il suo cuore e il suo nucleo, si è spinta all'assurdo e giace in frantumi. Il potere è più grande ma anche più fuggevole che mai. Tutti sopravviveranno o nessuno.
*La morte come desiderio si trova davvero ovunque, e non è necessario scavare molto nell'uomo per trarla alla luce.
 
==''La rapidità dello spirito''==
*Perché vuoi sempre spiegare? Perché vuoi sempre scoprire che cosa c’è dietro? E più dietro ancora, sempre e solo dietro?
Come sarebbe una vita limitata alla superficie? Serena? E sarebbe da disprezzare solo per questo? Forse c’è molto di più alla superficie – forse è tutto falso ciò che non è superficie, forse tu vivi ormai tra immagini illusorie, continuamente cangianti, non belle come gli dèi, ma svuotate come quelle dei filosofi. Forse sarebbe meglio: tu allineeresti parole (giacché hanno da essere parole), ma ora sei sempre al-la ricerca di un senso, come se ciò che tu scopri potesse dare al mondo un senso che il mondo non ha.
*Devi leggere anche i tuoi contemporanei. Non ci si può nutrire solo di radici.
*Si impara solamente da coloro che sono in tutto diversi da noi. Si trova la quiete accanto a chi ci è affine.
*Mi ritrovo davanti allo stesso dubbio che ho sempre avuto davanti. So che la morte è male. Non so con che cosa si dovrebbe sostituirla.
*L’attesa come segreto, così che nessuno al mondo ne sa qualcosa, tranne colui che è atteso e colui che attende – un sentimento che per intensità è superiore a qualunque altro. Quando poi c’è di mezzo l’amore e magari una grande distanza, un volo dall’uno all’altro continente, l’incontro finale è senz’altro la felicità più grande che esseri umani possano immaginare e sperimentare, poiché l’altra, quella che sarebbe ancora più grande, il ritorno di un morto, è loro negata.
*È necessario lasciar riposare di tanto in tanto le proprie scoperte e conclusioni, metterle da parte, non usarle, quasi dimenticarle. Proprio ciò che vi è di coatto in alcune di esse comporta la necessità di farvi entrare un po’ d’aria, di allentarne la tensione, di riempirle del respiro di anni. Possono diventare qualcosa che somigli alla natura soltanto se hanno sacrificato la loro forza cogente.
*La vera tenerezza per gli esseri umani ti sopraffà quando non ti stanno più intorno.
*Come può essere che il tono della Bibbia ti colpisca al cuore, se il suo Dio ti respinge a tal punto ed essa tratta soltanto di lui? Senza Dio, infatti, la Bibbia non ti colpirebbe al cuore. Quello che ti colpisce dev’essere dunque un cordoglio per Dio, per l’ostinato, appassionato, instan-cabile tentativo di creare un Creatore e di tenerlo in vita, lui che porta tutta la responsabilità della nostra miseria. Perché è insopportabile pensare che questo caos insensato non trovi in qualcuno la sua composizione, il suo ordine, la sua conciliazione. La composizione, l’ordine, la conciliazione: l’impresa della Bibbia.
*Mi vergogno per gli uomini che soggiacciono a Dio. Spesso sono brave persone, uomini buoni. Per riuscire a essere buoni hanno bisogno di un potere che alla bontà dia un nome e una cornice. Per combattere la loro cattiveria innata, con la quale tutti dobbiamo fare i conti, hanno bisogno di obbe-dienza e di esercizi decretati. Avrebbero ragione se ormai non si fosse visto che questa obbedienza ha il carattere di ogni obbedienza; e poiché loro non conoscono questo carattere agiscono alla cieca e si educano, con un enorme sforzo su se stessi, fino a diventare strumenti.
* Ciò che è interessante nelle filosofie è la loro assurdità. Presentano varie possibilità del mondo. Non occorre sceglierne una e accettarla, ma devono esserci. È un povero gioco quello che si accontenta di smascherarle tutte come assurde. Proprio l’assurdo è la cosa più importante: anzi, si potrebbe dire, quello che hanno di più vivo e vitale.
*Non cambiamo affatto e cambiamo immensamente: l’una cosa è vera come l’altra, insieme all’altra, e il fatto è sconcertante.
*Nulla può diventare vera conoscenza se non ci ha tormentato implacabilmente. Tutte le altre acquisizioni hanno carattere matematico o tecnico. Le loro conseguenze ci colgono di sorpresa, perché non ci hanno fatto soffrire.
*Voglio sapere molte cose, e dunque ho rispetto per la scienza. Ma non ne sarò mai schiavo, così come in altri tempi non sarei stato schiavo della teologia.
*Abbandonarsi ai propri pensieri per un’ora, ogni giorno, senza scopo: basta questo per rimanere qualcosa che somigli a un uomo.
*Uno scrittore che non ha una ferita sempre aperta, per me non è uno scrittore. Magari preferisce te-nerla nascosta, perché è orgoglioso, perché non vuole farsi compatire; ma deve averla.
 
==''La lingua salvata''==
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*Elias Canetti, ''La coscienza delle parole'', traduzione di Renata Colorni e Furio Jesi, Adelphi.
*Elias Canetti, ''La lingua salvata'', traduzione di Amina Pandolfi, Renata Colorni, La Biblioteca di Repubblica, Milano 2002.
*Elias Canetti, ''La rapidità dello spirito: appunti da Hampstead, 1954-1971'', Milano, Adelphi 1996.
 
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