Andrea Perrucci: differenze tra le versioni

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==''Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso''==
*Dove il Matto stimandosi Medico, così dice al Servo, come ammalato, adoperando la vescica gonfia, ò il bastone: ''Recipe di malanni due drappesi, | Un'oncia di catarro, ò tosse asmatica; | D’ernia ventosa, sanguigna ed acquatica, | Di cancari, e di gotte ana due pesi. | Misce con acqua di gomme francesi | Fior di descenzo e polvere lunatica, | Con scrupoli di colica, e fatica, | Poni di male Pasque un par di mesi. | Vi sian trocisci di rabbia canina | Con lepra buona, e rogna, che ti gratti, | con l'anticore, e peste che sia fina. | Siano in rompiti il collo indi disfatti: | Credi, se piglierai tal medicina, | O che sani, ò che crepi, ò che ne schiatti''.
*Il soggetto non è altro che la tessitura delle scene sopra un argomento formato, dove in compendio si accenna un'azione che deve dirsi e farsi dal Recitante all'improvviso, distinguendosi per atti e scene. [...] Questi soggetti o son fatti apposta per rappresentarsi all'improvviso o sono presi da commedie distese dagli antichi o moderni, ridotte a stilo di potersi rappresentare all'improviso per rifuggire il tedio d'un lungo concerto, che richiede la Comedia premeditata, e per rimediar subito ad una ricreazione con quei personaggi, che si haveranno alla mano [...] potendosi anco in poco tempo rappresentare più, e diverse Commedie all'improviso, quando nella premeditata sarà sempre la stessa doppo una lunga fatiga. (''Dell'arte rappresentativa premeditata e all'improvviso'', 1699)
*[[Fuoco]] che Donna dà è sempre infernale.
*Le facezie ridicole consistono negli spropositi, o deformità della natura, nei volti contraffatti, caricature di naso, fronti aguzze, calvizie, orecchie lunghe, storpi di gambe, i quali difetti, contraffacendosi con maschere e con abilità, tanto sono compatibili e commiserabili nel vero, tanto sono ridicoli nella finzione. Ridicolissimo sarà uno [[Zanni]] con occhi piccini, volto nero e ciglia irsute, buffo in tutte le posture; così come un [[Pulcinella]] tutto un pezzo, sgarbato di persona e sciocco in tutti i gesti. (da ''Dell'arte rappresentativa premeditata e all'improvviso'', 1699)
*Il soggetto non è altro che la tessitura delle scene sopra un argomento formato, dove in compendio si accenna un'azione che deve dirsi e farsi dal Recitante all'improvviso, distinguendosi per atti e scene. [...] Questi soggetti o son fatti apposta per rappresentarsi all'improvviso o sono presi da commedie distese dagli antichi o moderni, ridotte a stilo di potersi rappresentare all'improviso per rifuggire il tedio d'un lungo concerto, che richiede la Comedia premeditata, e per rimediar subito ad una ricreazione con quei personaggi, che si haveranno alla mano [...] potendosi anco in poco tempo rappresentare più, e diverse Commedie all'improviso, quando nella premeditata sarà sempre la stessa doppo una lunga fatiga. (''Dell'arte rappresentativa premeditata e all'improvviso'', 1699)
*{{NDR|Dichiarazione programmatica dell'intento 'prescrittivo' della opera teorica sulla [[commedia dell'arte]]}} Io però se prendo a dar norma d'arte rappresentativa, mi protesto di quella voler scrivere, che chiamò ''[[Marco Tullio Cicerone|Tullio]]'': "''[[:w:Imitatio vitae|Imitatio vitae]], speculum consuetudinis, imago veritatis''";<ref>La frase completa, frequentemente citata, è "''Comoedia est imitatio vitae, speculum consuetudinis, imago veritatis''" ("la commedia è imitazione della vita, specchio dei costumi e immagine dela realtà"). La frase, per noi perduta, è generalmente attribuita a [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] (''[[De re publica]]'', IV.11) anche se non vi è certezza sull'appartenenza a quest'ultima opera. L'attribuzione a Cicerone è fatta da [[Elio Donato]] (''De Comoedia et Tragoedia'', edizione Wessner, I.22.) il cui testo era facilmente fruibile nel [[Rinascimento]] perché incorporato come prefazione a ''Terentii Comoedia'', un'edizione delle commedie di [[Publio Terenzio Afro|Terenzio]] del 1546.</ref> e che serva ''ad morum salubrem expurgationem'', come autenticò lo [[Aristotele|Stagirita]], che vaglia ad erudire le menti, a far detestare i vizii, & ad abbracciare le virtù, con portare sulle scene, gli esempi dell'enormità punite, e dell'azioni gloriose premiate. (da ''Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso'', 1699)
*I [[Senilità|Vecchi]] son come gli alberi, che quando non fanno più frutti si tagliano per lo fuoco.
*Le facezie ridicole consistono negli spropositi, o deformità della natura, nei volti contraffatti, caricature di naso, fronti aguzze, calvizie, orecchie lunghe, storpi di gambe, i quali difetti, contraffacendosi con maschere e con abilità, tanto sono compatibili e commiserabili nel vero, tanto sono ridicoli nella finzione. Ridicolissimo sarà uno [[Zanni]] con occhi piccini, volto nero e ciglia irsute, buffo in tutte le posture; così come un [[Pulcinella]] tutto un pezzo, sgarbato di persona e sciocco in tutti i gesti. (da ''Dell'arte rappresentativa premeditata e all'improvviso'', 1699)
*''Per scoprir, per parlar la mente adopro, | Penso assai, poco tento, e nulla scopro''.
*''Tanti fiumi di grazie [[Amore|Amor]] mi versa, | che in mar di gioir l'alma è sommersa''.
*Un affamato [[Desiderio|desio]] non si nutrisce con lo sguardo.
*Un [[occhio]] assetato mal si sazia con gli sguardi.
({{NDR|Andrea Perrucci, ''Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso'', 1699}}
 
==Note==
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==Collegamenti esterni==
*''[http://digitale.bnnonline.it/perrucci/indice.htm Dell'arte rappresentativa, premeditata e all'improvviso]'': testo integrale online dal sito della Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.
 
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[[Categoria:Drammaturghi e commediografi italiani|Perrucci, Andrea]]