Augusto Minzolini: differenze tra le versioni

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* Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. [...] Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico. (citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/29/il-politico-non-ha-un-privato.html Il Politico non ha un privato parola di Augusto]'', ''la Repubblica'', 20 ottobre 1994)
* Per spiegare preventivamente che non c'erano i presupposti d'urgenza sul decreto, Berlusconi si è gettato in una requisitoria che può essere considerata una sorta di «apoteosi del decisionismo», un j'accuse contro i tempi antiquati delle nostre istituzioni e un invito perentorio all'intero governo a sposare una linea chiara che difende le prerogative del potere esecutivo rispetto a prassi vecchie e nuove che ne potrebbero mortificare e limitare il ruolo. «La lettera di Napolitano – ha spiegato il Cavaliere – è la cosa più irrituale che mi è capitata di vedere. Ci ha bocciato il decreto prima ancora che lo presentassimo. Invece, la responsabilità del decreto di fronte alla Costituzione è del governo. Quello del Quirinale è un atto di forza che tende a mettere sotto tutela il governo. Tanto più su un provvedimento necessario senza il quale perpetueremmo una sorta di omissione di soccorso. Leggere la lettera di Napolitano piena di cavilli, precedenti e normative mi ha fatto venire un brivido alla schiena, lo stesso che mi provocò la lettura di un'iscrizione sulla facciata di un tribunale: ''fiat iustitia, pereat mundus – sia fatta giustizia e perisca il mondo''. Per me una vita umana è più importante di mille cavilli. (citato in ''[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9077536 Il rilancio di silvio]'', ''la Stampa'', 7 febbraio 2009)
 
* Per spiegare preventivamente che non c'erano i presupposti d'urgenza sul decreto, Berlusconi si è gettato in una requisitoria che può essere considerata una sorta di «apoteosi del decisionismo», un j'accuse contro i tempi antiquati delle nostre istituzioni e un invito perentorio all'intero governo a sposare una linea chiara che difende le prerogative del potere esecutivo rispetto a prassi vecchie e nuove che ne potrebbero mortificare e limitare il ruolo. «La lettera di Napolitano – ha spiegato il Cavaliere – è la cosa più irrituale che mi è capitata di vedere. Ci ha bocciato il decreto prima ancora che lo presentassimo. Invece, la responsabilità del decreto di fronte alla Costituzione è del governo. Quello del Quirinale è un atto di forza che tende a mettere sotto tutela il governo. Tanto più su un provvedimento necessario senza il quale perpetueremmo una sorta di omissione di soccorso. Leggere la lettera di Napolitano piena di cavilli, precedenti e normative mi ha fatto venire un brivido alla schiena, lo stesso che mi provocò la lettura di un'iscrizione sulla facciata di un tribunale: ''fiat iustitia, pereat mundus – sia fatta giustizia e perisca il mondo''. Per me una vita umana è più importante di mille cavilli. (citato in ''[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9077536 Il rilancio di silvio]'', ''la Stampa'', 7 febbraio 2009)
 
*Il premier ha capito che un'opposizione sbandata, che per sopravvivere deve risalire nei sondaggi (nell'ultimo a sua disposizione al Pdl vengono accreditati il doppio dei voti del Pd), è pronta a giocare – sono sue parole – «la carta del tanto peggio tanto meglio». Soffia sul fuoco, dipinge la situazione a tinte foschissime, crea le condizioni per cui i titoli di Stato italiani diventino meno appetibili di quelli di altri paesi concorrenti. Spera, insomma, che una «rivolta sociale», che «la piazza» la sbarazzi del Cavaliere. «In questa operazione – ha spiegato il premier – l'opposizione è supportata dai soliti media che sono arrivati addirittura a pompare un personaggio come Franceschini». (citato in ''[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9141881 La grande crisi. Le misure del governo]'', ''la Stampa'', 7 marzo 2009)
 
*Nel cortile di Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi è un uomo felice. Gli hanno confermato da poco che il congresso ha fatto salire ancora di più i sondaggi del Pdl (sul palco ha parlato del 44% ma spera che l'ultima giornata lo porti a sfiorare il 45%) dimostrazione che l'idea di un partito del «paese», della «gente», degli «italiani», «né di destra, né di centro, né di sinistra» come ha detto lui stesso, cammina, si fa largo nell'opinione pubblica. Un'operazione condotta con un approccio alla politica diverso improntato sul governo («la politica del fare») e, ovviamente, con un linguaggio diverso. (citato in ''[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9194780 È nato il PDL]'', ''la Stampa'', 30 marzo 2009)
* Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del «fare». (citato in ''[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9217396 Il piano giapponese del premier operaio]'', ''la Stampa'', 9 aprile 2009)
 
* Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di [[Silvio Berlusconi]] a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori. Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. È avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. È accaduto più volte in queste settimane in cui è stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli [[Savonarola]]. Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico. Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa è la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuerò a garantirvi. (al Tg1 del 22 giugno 2009, in risposta ai richiami del presidente Rai, [[Paolo Garimberti]]<ref>''[http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-9/pd-tg1/pd-tg1.html Critiche al Tg1, interviene Garimberti Minzolini attacca in video- Il Pd: "Incredibile"]'', ''la Repubblica'', 23 giugno 2009.</ref>)
* Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del «fare». (citato in ''[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9217396 Il piano giapponese del premier operaio]'', ''la Stampa'', 9 aprile 2009)
*{{NDR|Su [[Bettino Craxi]]}} Non ha bisogno di nessuna riabilitazione l'uomo che accettando coraggiosamente da socialista e riformista gli euromissili, contribuì, insieme a [[Ronald Reagan|Reagan]] e a papa [[Karol Woityla|Woityla]], a mettere in crisi l'[[URSS]], che disse di no agli americani nella crisi di Sigonella e affrontò i referendum sulla scala mobile. Il destino di Craxi, la sua carriera fatta di luci e di ombre, è comune a molti dei grandi personaggi di quel periodo complesso. Addirittura Helmut Kohl riunì le due Germanie e poi finì sotto processo. Ma per la storia Craxi va già ricordato oggi come uno statista. (dal ''[http://www.youtube.com/watch?v=GGmf8Qnbze0IrJbKLywv_M#t=1m23s Tg1]'' del 12 gennaio 2010)
 
* Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di [[Silvio Berlusconi]] a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori. Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. È avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. È accaduto più volte in queste settimane in cui è stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli [[Savonarola]]. Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico. Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa è la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuerò a garantirvi. (al Tg1 del 22 giugno 2009, in risposta ai richiami del presidente Rai, [[Paolo Garimberti]]<ref>''[http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-9/pd-tg1/pd-tg1.html Critiche al Tg1, interviene Garimberti Minzolini attacca in video- Il Pd: "Incredibile"]'', ''la Repubblica'', 23 giugno 2009.</ref>)
 
*{{NDR|Su [[Bettino Craxi]]}} Non ha bisogno di nessuna riabilitazione l'uomo che accettando coraggiosamente da socialista e riformista gli euromissili, contribuì, insieme a [[Ronald Reagan|Reagan]] e a papa [[Karol Woityla|Woityla]], a mettere in crisi l'[[URSS]], che disse di no agli americani nella crisi di Sigonella e affrontò i referendum sulla scala mobile. Il destino di Craxi, la sua carriera fatta di luci e di ombre, è comune a molti dei grandi personaggi di quel periodo complesso. Addirittura Helmut Kohl riunì le due Germanie e poi finì sotto processo. Ma per la storia Craxi va già ricordato oggi come uno statista. (dal ''[http://www.youtube.com/watch?v=GGmf8Qnbze0#t=1m23s Tg1]'' del 12 gennaio 2010)
 
== Note ==