Dan Simmons: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Giunea (discussione | contributi)
Inserito Endymion
Giunea (discussione | contributi)
Corretto e aggiunto informazioni e sezioni
Riga 9:
*Penso che l'arte di un libro vada celata il più possibile, resa trasparente, in modo da non infastidire il lettore con la sensazione di una tecnica all'opera. Il primo livello di lettura dev'essere immediato, cristallino. Poi naturalmente viene il piacere di scoprire il "qualcosa in più" che c'è in ogni libro riuscito, il rombo sotterraneo della metropolitana, tanto per usare una metafora; ma il nostro piacere non dev'essere guastato dal fatto di non capire gli ulteriori livelli a cui l'autore lavora. E non alludo soltanto al simbolismo o all'allegoria, ma a livelli del tutto personali e poetici, ai quali magari non è facile arrivare. Ci basti intuire che esiste una vena più ricca, che volendo potremo tornarci, e ci sentiremo meglio. (p. 7)
*A me dispiace terribilmente di dover morire perché so che non avrò ancora visto tutto. E del resto, anche chi ha visto tutto è ben lieto di ricominciare. (p. 9)
*Di me si può dire questo: sono uno scrittore di [[fantascienza]], uno scrittore dell'orrore e uno scrittore punto e basta. Mi rivolgo a tre tipi di pubblico che non s'incontreranno mai, e tuttavia ho cercato di presentarli l'uno all'altro perché si scambiassero almeno una stretta di mano. (p. 9)
 
{{NDR|Dan Simmons, ''La mia carriera di scrittore'', in ''Hyperion. La caduta di Hyperion'', A. Mondadori, Milano, 1997. ISBN 8804425040}}
Riga 18:
 
===Citazioni===
* Mark Twain, nel suo modo familiare, espresse questa opinione: "la differenza fra la parola giusta e la parola ''quasi'' giusta è la differenza tra il fulmine e la lucciola". Una definizione azzeccata, ma incompleta. Durante quei lunghi mesi in cui su Porta del Paradiso iniziai i ''Canti'' scoprii che la differenza fra trovare la parola giusta e accettare la parola quasi giusta era la differenza fra l'essere colpito da un fulmine e assistere semplicemente alla sua caduta. (cap. 2, p. 174)
 
===[[Explicit]]===
Proprio dove iniziava l'oscurità, il sentiero diventava più largo. Il Console si spostò a destra, Kassad gli si accostò, Sol Weintraub riempì lo spazio vuoto: anziché in processione, i sei avanzarono gomito a gomito. Brawne Lamia prese nella sua la mano di Sileno, con l'altra strinse quella di Sol. <br/> Continuando a cantare a voce alta, procedendo di pari passo, senza guardarsi indietro, scesero nella valle.
 
==''La caduta di Hyperion''==
Line 25 ⟶ 28:
 
===Citazioni===
*"Fiori" mormorò Keats poco dopo, appena Hunt accese la lampada sul cassettone. Teneva gli occhi spalancati e fissava il soffitto, con un'espressione di pura meraviglia infantile. Hunt lanciò un'occhiata in alto e vide le sbiadite rose gialle dipinte in riquadri azzurri sul soffitto. "Fiori... sopra di me" mormorò Keats, fra gli sforzi di respirare. Hunt, fermo alla finestra, fissava le ombre al di là della Scalinata Spagnola, quando il respiro rauco e penoso vacillò, si bloccò, e Keats ansimò: "Severn... alzami! Muoio". Hunt si sedette sul letto, sollevò il poeta. Il calore fluì dal piccolo corpo che pareva pesare niente, come se la reale sostanza dell'uomo fosse stata bruciata via. "Non spaventarti. Fatti forza. E ringrazia Dio che sia giunta!" ansimò Keats. E il terribile respiro rauco cessò. Hunt aiutò Keats a distendersi in posizione più comoda, mentre il respiro tornava a un ritmo normale. Cambiò l'acqua nel catino, inumidì uno straccio pulito e tornò al letto, solo per trovare Keats morto. (cap. 43, p. 450)
 
===[[Explicit]]===
Brawne sentì il vento caldo tirarle i capelli. Alzò il viso verso il cielo e agitò il braccio, senza cercare di nascondere o di asciugare le lacrime, continuò a salutare con forza, ora che la splendida nave puntava la prua e saliva al cielo, con la sua vivida scia di fiammma azzurra e, come un urlo distante, creava un improvviso bang sonico che increspò il deserto ed echeggiò contro i picchi lontani. <br/> Brawne non cercò di trattenere le lacrime e salutò di nuovo e continuò ad agitare il braccio al Console che partiva e al cielo e ad amici che non avrebbe più rivisto e a una parte del proprio passato e alla nave che s'innalzava come una perfetta freccia di ebano scagliata dall'arco di un dio. <br/> ''Sfolgorò ancora...''
 
==''Endymion''==
Line 33 ⟶ 39:
===Citazioni===
*I miei pensieri erano come mercurio... scivolavano sempre via, prima che potessi afferrarli o sagomarli in forma coerente.
 
===[[Explicit]]===
''Un bell'oggetto è gioia per sempre: | la sua bellezza aumenta; per sempre | non cadrà in nulla, ma manterrà | dimora quieta per noi e sonno pieno | di dolci sogni e salute e quieto respiro.'' <br/><br/> E così, Raul Endymion, finché non c'incontreremo di nuovo sulle tue pagine, in folle estasi, ti dico ''adieu...'' <br/><br/> ''Tu figlio adottivo di silenzio e lento tempo, | storico silvano che può così esprimere | un fiorito racconto più dolce dei nostri versi: | quale leggenda frangiata di foglie tormenta la tua forma | di divinità o di mortale, o d'entrambi, | in Tempe e nella storie d'Arcadia? | Che uomini o dèi sono questi? Che riluttanza di fanciulle? | Che folle ricerca? Che lotta per sfuggire? | Che flauti e tamburelli? Che folle estasi?'' <br/><br/> Per ora, amore mio, ti auguro dolci sogni e salute e quieto respiro.
 
==''Il risveglio di Endymion''==
===[[Incipit]]===
«Il papa è morto! Lunga vita al papa!» <br/> Il grido echeggiò per tutto il cortile vaticano di San Damaso, subito dopo la scoperta, negli appartamenti papali, del corpo senza vita di papa Giulio XIV. Il Santo Padre era morto nel sonno. Nel giro di qualche minuto la notizia si diffuse nel gruppo di edifici male assortiti tuttora noto come Palazzo Vaticano e poi si sparse fuori, in tutto lo Stato del Vaticano, con la velocità di una scintilla elettrica in un ambiente di ossigeno puro. La notizia della morte del papa esplose nel complesso di uffici del Vaticano, balzò dalla gremita porta di Sant'Anna al Palazzo apostolico e all'adiacente Palazzo del governo, trovò orecchie attente tra i fedeli nella basilica di San Pietro, tanto da spingere l'arcivescovo celebrante la messa a girare la testa per scoprire la causa di quei bisbigli e mormorii senza precedenti nella folla di fedeli; poi si riversò con i fedeli fuori della basilica e si diffuse nella più fitta folla in piazza San Pietro, dove da ottanta a centomila visitatori, turisti e funzionari della Pax, reagirono come una massa critica di plutonio spinta alla fissione.
 
===Citazioni===
*"Tu non capisci, Raul, ma loro capiscono! Già parlano di me come di un virus. Hanno ragione: è esattamente ciò che potrei essere per la Chiesa. Un virus, come l'antico ceppo HIV sulla Vecchia Terra o come la Morte Rossa che imperversò nei pianeti della Periferia dopo la Caduta. Un virus che invade ogni cellula dell'organismo e ne riprogramma il DNA... o almeno infetta un certo numero di cellule, per cui l'organismo crolla, vieno meno... muore." (cap. 8, p. 130)
 
===[[Explicit]]===
Agitammo il braccio in un ultimo addio. Toccai i fili di volo. Il tappeto vecchio di secoli si alzò a cinquanta metri, volò sopra la vagabonda fetta di città e la torre di pietra, girò intorno alla nave spaziale del console, nera come ebano, e ci portò lontano, a ponente. Già fiduciosi nella stella Polare come guida, discutendo a bassa voce di un possibile posto per accamparci su terreno rialzato alcuni chilometri più a ovest, sorvolammo la tomba del vecchio poeta dove il silenzioso Shrike stava di sentinella, passammo sopra il fiume dove le increspature e i mulinelli luccicavano agli ultimi raggi del tramonto e prendemmo quota, guardando in basso i prati rigogliosi e le meravigliose foreste del nostro nuovo terreno di gioco, il nostro antico mondo, il nostro nuovo mondo, il nostro mondo primo e futuro e più bello di tutti.
 
==Bibliografia==
*Dan Simmons, ''Hyperion. La caduta di Hyperion'', A. Mondadori, Milano, 1997. ISBN 8804425040
*Dan Simmons, ''Hyperion'', Oscartraduzione di G. L. Staffilano, A. Mondadori, Milano, 1993. ISBN 8804376147
*Dan Simmons, ''La caduta di Hyperion'', Oscartraduzione di G. L. Staffilano, A. Mondadori, Milano, 1998. ISBN 8804394242
*Dan Simmons, ''Endymion'', Oscartraduzione di G. L. Staffilano, A. Mondadori, Milano, 2000. ISBN 8804483040
*Dan Simmons, ''Il risveglio di Endymion'', traduzione di G. L. Staffilano, A. Mondadori, Milano, 2000. ISBN 880447498X
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|w}}
 
===Opere===
{{Pedia|Hyperion (romanzo)|''Hyperion''|}}
{{Pedia|La caduta di Hyperion||}}
{{Pedia|Endymion (romanzo)|''Endymion''||}}
{{Pedia|Il risveglio di Endymion||}}
 
[[Categoria:Autori di fantascienza|Simmons, Dan]]