Pietro Verri: differenze tra le versioni

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*Il bisogno, cioè la sensazione del dolore, è il pungolo col quale la natura scuote l'uomo, e lo desta da quell'indolente stato di vegetazione, in cui senza questo giacerebbe. (Cap. I)
 
*Il valore è una parola che indica la stima che fanno gli uomini d'una cosa; ma ogni uomo avendo le sue opinioni e i suoi bisogni isolati in una società ancor rozza, sarà variabilissima la idea del valore, la quale non si rende universale se non introdotta che sia la corrispondenza fra società e società, ed incessantemente mantenuta. (Cap. I)
 
*Il denaro è la merce universale: cioè a dire è quella merce la quale per la universale sua accettazione, per il poco volume che ne rende facile il trasporto, per la comoda divisibilità, e per la incorruttibilità sua è universalmente ricevuta in iscambio di ogni merce particolare. (Cap. II)
 
*Il disordine medesimo di consumare più che non si riproduce è uno sprone a maggiormente riprodurre (Cap. III)
 
*Prima dell'invenzione del denaro non potevano aversi le idee di compratore, e di venditore, ma soltanto di proponente, e di aderente al cambio. (Cap. IV)
 
*Quali sono dunque gli elementi che formano il prezzo? Non è certamente la sola utilità che lo costituisca. Per convincerci di questo, basta il riflettere che l'acqua, l'aria, e la luce del sole non hanno prezzo alcuno, eppure niun'altra cosa ci è più utile, anzi necessaria quanto lo sono queste. (Cap. IV)
 
*Il prezzo delle cose vien formato da due principi riuniti, bisogno, e rarità. (Cap. IV)
 
*L'accrescimento dell'annua riproduzione debb'essere lo scopo della Economia Politica: questo non può ottenersi se non col facile e pronto sfogo di tutta la porzione eccedente i bisogni interni dello Stato. (Cap. V)