Neil Gaiman: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Gaiman, Neil (2007).jpg|200px|thumb|right|Neil Gaiman]]
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'''Neil Richard Gaiman''' (1960 – vivente), fumettista e scrittore britannico.
 
==Citazioni di Neil Gaiman==
*Non penso che lo stato d'animo abbia molto a che fare con ciò che si scrive. Ero solito porre fine al [[mondo]] molto spesso nei miei primi lavori, questo perché non riuscivo a pensare a nessun altro modo per terminare una storia. L'atmosfera di una storia è esattamente l'atmosfera che la storia richiede. (dal sito nextplanetover.com, traduzione di Andrea Ligas per ultrazine.org, 2004)
*Più di ogni altra forma di letteratura, la [[fantascienza]] è un ''work in progress'' e ci arriva con una data di scadenza. Certa vecchia fantascienza può diventare illeggibile. La fama di alcuni autori non resiste all'erosione del tempo. Ma se la data di scadenza è trascorsa, e desta ancora una reazione emotiva dentro di noi, be', quella è arte e forse è anche verità. (da ''La ferita che non guarisce mai'', introduzione a Robert Silverberg, ''L'uomo nel labirinto'')
*Quando da piccolo leggevo [[libri]] scritti da [[adulti]], rimanevo sempre stupito, un poco perplesso e dicevo: "Com'è possibile che abbiano dimenticato la loro [[infanzia]]? Stanno scrivendo cose senza senso!". Non mi riconoscevo assolutamente nei loro libri. Per questo quando ero piccolo mi ripromettevo che non avrei dimenticato, che se fossi riuscito a diventare uno scrittore io sì che sarei riuscito a scrivere e a parlare dell'infanzia. (da un'intervista a cura di Fabio Bonetti rilasciata al Festival della Fantascienza di Trieste nel 2001)
*Un giorno, quando facevo il [[giornalista]], il caporedattore venne da me e mi chiese di scrivere qualcosa su: "...sai, quei giochi che fanno diventare matti...". Alla fine capii che si riferiva ai giochi di ruolo e mi licenziai immediatamente! (da un'intervista di Francesco Ruffino pubblicata sulla rivista Rill nel marzo 1997)
*È sorprendente come ciò che siamo possa dipendere dal letto in cui ci risvegliamo al mattino, ed è sorprendente quanto tutto ciò possa rivelarsi fragile. (da ''Coraline'', p. 79)
*Ci sono luoghi mitici. Esistono, ciascuno a suo modo. Alcuni sono al di sopra del [[mondo]] come coperture, altri esistono al di sotto, come il fondo di un quadro. (da ''I ragazzi di Anansi'', p. 85)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
 
===''American Gods''===
Era in prigione da tre anni, Shadow. E siccome era abbastanza grande e grosso e aveva sufficentemente l'aria di uno da cui è meglio stare alla larga, il suo problema era più che altro come ammazzare il [[tempo]]. Perciò faceva ginnastica per tenersi in forma, imparava i giochi di prestigio con le monete e pensava un sacco a sua moglie e a quanto la amava.
 
===''Coraline''===
Coraline scoprì quella porta poco dopo aver traslocato con la [[famiglia]].<br />
La [[casa]] era molto vecchia, con una soffitta, una cantina e un giardino pieno di erbacce e di grossi e vecchi alberi.<br />
Date le sue notevoli dimensioni, però, non era occupata esclusivamente dalla famiglia di Coraline. I suoi ne possedevano solo una parte.<br />
Nel resto dell'edificio abitavano altre persone.
 
===''I ragazzi di Anansi''===
Comincia, come quasi tutto, con una canzone.<br />
Al principio era il verbo, erano parole accompagnate da una melodia. È così che venne fatto il mondo, che il vuoto fu diviso, che le terre e le [[stelle]] e i [[sogno|sogni]] e gli dèi minori e gli animali... che ogni cosa venne al mondo.<br />
Con il canto.<br />
I grandi rettili furono cantati dopo che il cantore aveva finito con i pianeti, le colline, gli [[alberi]], gli oceani e gli animali più piccoli. Furono cantate le scogliere che legano l'esistenza, i terreni di caccia, e l'oscurità.<br />
Le canzoni rimangono. Durano. La canzone giusta può trasformare un imperatore nello zimbello del paese, può far cadere dinastie. Una canzone dura ben oltre il momento in cui i fatti e le persone di cui parla sono diventati polvere e sogno. È questo il [[potere]] delle canzoni.
 
==''Stardust''==
===[[Incipit]]===
C'era una volta un giovane che desiderava ardentemente soddisfare le proprie brame.<br />
E fin qui, per quanto riguarda l'inizio del [[racconto]], non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). Ma strano era il giovane e strani i [[fatti]] che lo videro protagonista, tanto che egli stesso non seppe mai come andarono veramente le cose.<br />
La storia ebbe inizio, come molte altre storie dei tempi andati, a Wall.<br />
Ancora oggi, a seicento anni dalla sua nascita, la cittadina di Wall si erge immutata sulla cima di un'alta sporgenza granitica al centro di una piccola foresta. Le case del villaggio sono vecchie e quadrate, fatte di pietra grigia, con neri tetti d'ardesia e comignoli svettanti. Sfruttando ogni minimo spazio della roccia, le case si sorreggono a vicenda, costruite l'una a ridosso dell'altra, con qualche cespuglio o alberello che spunta qua e là dal fianco di un edificio.
 
===Citazioni===
*— Scusa — gli disse una vocina inquietante nell'orecchio — ti dispiacerebbe sognare facendo meno rumore? I tuoi sogni si infiltrano nei miei, e se c'è una cosa che non ho mai mandato giù sono proprio le date. Guglielmo il conquistatore, millesessantasei, ma di più non so, ed è una nozione che baratterei volentieri con un topo ballerino. (pag. 77)
 
*''Quanto manca per Babilonia?''<br />''Venti leghe, signor mio.''<br />''Vi giungerò a lume di candela?''<br />''Andata e ritorno, signor mio.''<br />''Se l'andatura è svelta e leggera''<br />''Vi giungerai a lume di candela.'' (p. 82)
 
==''Nessun dove''==
===[[Incipit]]===
Richard Meyhew non si stava divertendo molto quella notte, l'ultima prima di andare a Londra.
 
===Citazioni===
*«So che questa è una domanda indiscreta, ma lei, per caso, è clinicamente pazzo?» <br>«Possibile, ma assai improbabile. Perché?» <br>«Bè» ribatté Richard «Uno di noi deve esserlo per forza!»
*Questo è il momento di avere paura dell'oscurità. (Hunter)
*Il suo sorriso avrebbe fermato una rivoluzione. (riferito ad Hunter)
*«Ma non sembrano tutti uguali questi tunnel?» chiese Richard «Come si fa a capire qual è l'uno e qual è l'altro?» <br>«Non si capisce» disse il Marchese. «Infatti ci siamo irrimediabilmente persi. Non ci troveranno mai più. Tra un paio di giorni ci uccideremo a vicenda per procurarci il cibo.» <br>«Sul serio?» <br>«No.»
*Non ho paura di cadere. Quello di cui ho paura è il momento in cui smetti di cadere e cominci ad essere morto. (Richard)
*Quando gli angeli vanno a male, Richard, marciscono più di chiunque altro. (il Marchese de Carabas)
 
== Bibliografia ==
*Neil Gaiman, ''American Gods'', traduzione di Katia Bagnoli, Mondadori, Milano 2002. ISBN 8804520833
*Neil Gaiman, ''Coraline'', traduzione di Maurizio Bertocci, Mondadori, Milano 2004. ISBN 8804530235
*Neil Gaiman, ''La ferita che non guarisce mai'', introduzione a Robert Silverberg, ''L'uomo nel labirinto'', traduzione di Riccardo Valla, Fazi Editore, Roma 2008. ISBN 9788881128747
*Neil Gaiman, ''I ragazzi di Anansi'', traduzione di Katia Bagnoli, Mondadori, Milano 2006. ISBN 880455701X
*Neil Gaiman, ''Stardust'', traduzione di Maurizio Bertocci, Mondadori, Milano 2004. ISBN 8804547103
*Neil Gaiman, ''Nessun dove'', Fanucci editore, Aprile 2006. ISBN 8834711769
 
== Altri progetti==
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