Diablo Cody: differenze tra le versioni

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*Tutta la mia vita era stata strangolata dalla normalità, dal perbenismo e dai tramezzini con le croste amputate. Per me lo spogliarello era una insolita via di fuga. L'unica cosa da cui potevo scappare era il mio status di privilegiata, ma chiesi comunque asilo politico. A ventiquattro anni, era la mia ultima possibilità di rifiutare qualcosa e diventare nulla. Volevo terrorizzarmi. Ci sono riuscita. (p. 215)
*Ho scritto questo libro perchè non avrei mai potuto lasciare che tutti questi detriti psichici mi fermentassero dentro per sempre. Certe storie implorano di essere raccontate (una regola, così a occhio: una storia con un'asta di mutandine ''deve'' essere raccontata). Per cui ho vuotato il sacco. Spero che siate stati degnamente intrattenuti, e che i periodici conati di nausea siano stati se non altro stemperati dagli occasionali ''frisson'' di piacere. (p. 217)
===[[Explicit]]===
Ma poi cos'è che ha, quel palo, alla fine? Alcune ragazze lo assaltano, altre lo ignorano, altre gli chiedono un passaggio e fanno solo un giro. In fondo non importa: tutto fa brodo, quando si tratta di intrattenere. Con il tempo, dopo averlo considerato un avversario (come l'albero mangia-aquiloni di [[Charlie Brown]]), sono arrivata a scalarlo con gambe rapide e anchilosate. L'ultima volta che ho calcato il palcoscenico mi ci sono arrampicata e mi sono lasciata penzolare a testa in giù per salutare il pubblico. Da quella prospettiva sembrava quasi un posto normale. Ma questo, amici miei, significa che è ora di scendere. Mi sono raddrizzata e mi sono lasciata scivolare fino a terra, ammaccata ma pur sempre in pista.
 
==Bibliografia==